Otto artisti raccontano attraverso immagini di forte impatto i tesori della regione di AlUla, nel nord-ovest dell’Arabia Saudita.

6 Agosto 2024 di Benedetta Donato Benedetta Donato

Il 3 agosto scorso, Arts AlUla con il patrocinio della Direzione degli Affari Culturali del Principato di Monaco, ha presentato al pubblico la mostra AlUla: A Tapestry of Creativity.

Allestita lungo la Promenade du Larvotto del Principato di Monaco, l’esposizione open air consente un vero e proprio percorso visivo di avvicinamento alla cultura, alla storia, ai paesaggi di AlUla, la regione desertica situata nel nord-ovest dell’Arabia Saudita.

© Prince Michel de Yougoslavie, Jabal AlFil (Elephant Rock) AlUla, Saudi Arabia, 2022
© Prince Michel de Yougoslavie, Jabal AlFil (Elephant Rock) AlUla, Saudi Arabia, 2022

Nel Principato di Monaco la mostra sui tesori di AlUla

Gli artisti coinvolti sono: Moath Alofi, Huda Beydun, Lance Gerber, Catherine Gfeller, M’hammed Kilito, Prince Michel de Yugoslavia, Matthieu Paley, Robert Polidori.

Robert Polidori, Hidden Lake in Shallal Canyon, 2020
© Robert Polidori, Hidden Lake in Shallal Canyon, 2020

A questi otto autori è stato affidato il compito di interpretare e riportare la ricchezza in termini geologici, archeologici, artistici e naturali di quella che viene definita un’oasi culturale, situata lungo l’antica Via dell’Incenso e che per millenni è stata crocevia di civiltà e scambi internazionali.

Le immagini sono stampate su grandi pannelli, di formato 3×2 metri, posizionati su parallelepipedi che poggiano sulla pavimentazione della famosa passeggiata monegasca affacciata sul mare. In questo modo risultano leggibili su entrambi i fronti, alternando scenari che consentono un’immersione totale tra i colori e gli spazi di questa terra ancora tutta da scoprire e che, come sottolinea Nora AldabalExecutive Director of Arts and Creative Industries, Royal Commision for AlUla – è divenuta: «Un’infinita sorgente di ispirazione per artisti di diverse epoche e culture che oggi torna ad affermarsi come punto di riferimento internazionale nel mondo dell’arte e della cultura».

© Matthieu Paley
© Matthieu Paley

La mostra nasce dopo un ciclo di residenze che ha coinvolto gli autori tra il 2020 e il 2023. Ognuno ha vissuto a stretto contatto con la realtà ospitante, lasciandosi ispirare e restituendone un’interpretazione personale, in base al proprio linguaggio e al proprio approccio.

Un approccio evocativo ad AlUla

Durante la visita ascolto Huda Beydun, che racconta la sua esperienza. «La residenza ad AlUla è stata la mia prima come fotografa – afferma – ed ero veramente felice di fare questa esperienza nel mio Paese, in un luogo in cui non ero mai stata, perciò è stato contemporaneamente un viaggio di scoperta, un’esplorazione e un lavoro. Sono state sei settimane intense, condivise con altri artisti provenienti in parte dall’Arabia Saudita e da altre aree geografiche del mondo».

Huda Beydoun, Untitled, 2022
© Huda Beydoun, Untitled, 2022

«Ho iniziato a studiare fotografia a Parigi e il mio mentore è stato Paolo Roversi. Sono sempre stata interessata alla Fashion photography e ho scelto di utilizzare un approccio più evocativo ad AlUla, concentrandomi sui tessuti e sulla pratica antica della loro lavorazione. L’idea è stata quella di combinare insieme questi materiali, differenti per cromie e texture con i colori apparentemente rigidi del luogo, dove prevalgono le sfumature monocromatiche della terra, delle rocce, delle montagne e dell’antica città». Per Huda è stato fondamentale conoscere le modalità di lavorazione dei tessuti per cercare di fondere questa pratica con la sua arte.

L’ambiente e l’uomo

Proseguiamo con M’hamed Kilito, fotografo documentarista di fama internazionale e l’immagine che ritrae Hegra, il primo sito archeologico saudita iscritto dal 2022 nella lista dei luoghi Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

M’hamed afferma: «Quando sono arrivato qui avevo l’intento di proseguire la mia indagine sulle oasi, iniziata in Marocco. Mi interessava approfondire come in questo territorio si stesse lavorando affinché le oasi potessero essere preservate e potessero convivere con lo sviluppo di quest’area. È stato fondamentale conoscere e convivere a stretto contatto con gli abitanti del luogo, così come il confronto con i diversi esperti che qui lavorano al fine di salvaguardare questa grande ricchezza naturale, facendo fronte alle questioni poste dal cambiamento climatico. Il rapporto tra passato, presente e futuro è molto forte e per questo ho deciso di soffermarmi sulla relazione tra ambiente e comunità, in un territorio ancora così poco conosciuto nel mondo».

M’hammed Kilito, Hegra, Saudi Arabia’s first UNESCO World Heritage Site, 2022
© M’hammed Kilito, Hegra, Saudi Arabia’s first UNESCO World Heritage Site, 2022

Kilito, osservatore attento e curioso, vuole cogliere direttamente le azioni per preservare le oasi e valorizzarle in un’ottica di sostenibilità, con attenzione agli attori di questo processo e alle molteplici specificità che questo luogo presenta. Oltre a trasmettere la bellezza di AlUla, cerca di cogliere gli elementi di continuità nel tempo, catturandone le trasformazioni in una documentazione profonda e coinvolgente.

Le trasformazioni del paesaggio

È la volta di Moath Alofi, autore dal talento multisfaccettato, fondatore dello studio Al-Mthaba e co-fondatore di Erth Team, gruppo specializzato in fotografia aerea con lo scopo di documentare il patrimonio dell’Arabia Saudita.

Moath Alofi, Uairidh, 2020
© Moath Alofi, Uairidh, 2020

«Ho vissuto questa esperienza come una sfida – esordisce l’artista – con lo scopo di riportare la grandezza e la vastità di questo paesaggio di origine vulcanica, celebrandone le trasformazioni nel corso della storia». Di fronte alle sue immagini, di grande impatto, emergono i processi che si sono alternati nell’arco del tempo, la composizione delle rocce che oggi conferisce un aspetto unico alla superficie e rende possibili configurazioni caratterizzate dalla sensazione di infinito, di cui l’essere umano è parte in un’armonia basata sul rispetto della morfologia esistente.

Tra passato e futuro

Catherine Gfeller, AlUla Compositions III, 2023
© Catherine Gfeller, AlUla Compositions III, 2023

L’esposizione continua tra le scene di Catherine Gfeller, che lei stessa definisce Urban Friezes e che «rappresentano un invito a dialogare con lo spirito del luogo». Il grande Robert Polidori si confronta in maniera meticolosa con il paesaggio, restituendone, di volta in volta, le grandi vedute e i dettagli infinitesimali, per una rappresentazione attenta del territorio. Troviamo ancora Lance Gerber, che trae ispirazione dalla manifestazione Desert X, prodotta dall’organizzazione californiana The Desert Biennial, il cui scopo è di attivare luoghi desertici attraverso installazioni site-specific di artisti internazionali che affrontano temi ecologici, culturali, spirituali e altri esistenziali. Le fotografie di Gerber dialogano con le installazioni di diverse concettualità, mostrando uno scenario insolito e inedito del luogo.

Lance Gerber, Mohammed Ahmed Ibrahim, Falling Stones Garden, DesertXAlUla2020
© Lance Gerber, Mohammed Ahmed Ibrahim, Falling Stones Garden, Desert X AlUla 2020

Percorrendo la Promenade du Larvotto si percepiscono le sensazioni narrate e trasmesse dagli autori. Dotati di sensibilità diverse, hanno saputo restituire visioni ed evocazioni di una realtà complessa, impegnata nel sostegno degli artisti locali e internazionali con il duplice scopo di far conoscere la propria cultura nel mondo, preservandola, e di creare nuove opportunità in ambito creativo, dove le donne avranno un ruolo di grande importanza.

Una passeggiata a cielo aperto per il Principato di Monaco ci proietta in quest’oasi culturale, immersa in un glorioso passato tra importanti siti archeologici e paesaggi mozzafiato, che guarda al futuro delle giovani generazioni di artisti che qui continueranno a trovare terra fertile e aperta allo scambio.

Info

Moath Alofi, Huda Beydun, Lance Gerber, Catherine Gfeller, M’hammed Kilito, Prince Michel de Yugoslavia, Matthieu Paley, Robert Polidori

AlUla: A Tapestry of Creativity

fino al 3 settembre 2024

Promenade du Larvotto, Principato di Monaco

La mostra è a ingresso libero e accessibile 24/7

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