19 Luglio 2019 di Vanessa Avatar

Paolo Emanuele Borsellino, il magistrato di Palermo, insieme a cinque agenti di scorta, è ucciso in via D’Amelio. Una Fiat 126 imbottita di 90 chilogrammi di esplosivo, parcheggiata sotto l’abitazione della madre, è fatta esplodere al passaggio del giudice del pool antimafia. Quest’episodio rappresenta uno dei momenti più dolorosi, insieme all’uccisione pochi mesi prima di Giovanni Falcone, per chi custodiva la speranza di vivere in un Paese libero dal potere di cosa nostra. Circa 10.000 persone parteciparono il 24 luglio ai funerali ufficiati in forma privata – i familiari rifiutarono il rito di Stato –. Per questo atto di violenza sono state condannate all’ergastolo venticinque persone. Tra i mandanti della strage si ricorda il nome di Salvatore Riina.

Lascia un commento

qui