Canon EOS R1 e EOS R5 II: dal marchio giapponese, una “doppietta” per i professionisti dello sport e per i fotografi a tutto tondo.

17 Luglio 2024 di Andrea Rota Nodari Andrea Rota Nodari

Qualche settimana fa, Canon aveva annunciato lo sviluppo della nuova ammiraglia mirrorless, EOS R1, senza darci ulteriori dettagli, ma regalandoci piccoli indizi riguardanti la data della presentazione ufficiale – che sarebbe stata imminente. E infatti, eccoci a parlare della fuoriserie sportiva che tanti professionisti aspettavano e, (quasi) a sorpresa, dell’altrettanto attesa “all-around” EOS R5 Mark II.

EOS R1 e EOS R5 II: degne eredi

Il sistema EOS R, introdotto nel 2018, è arrivato a contare dalle origini 17 corpi macchina, 51 ottiche e quattro adattatori. E parlando di date, quest’anno ricorre il 35esimo anniversario dall’uscita (nel settembre 1989) di EOS-1, la prima reflex a pellicola con innesto EF considerata una cosa… “da professionisti” – abbiamo aspettato poi il nuovo millennio, 2001, per avere tra le mani la controparte digitale, EOS-1D. Non è cifra tonda, ma celebriamo anche i 16 anni di EOS 5D Mark II. E perché, potreste chiedervi, non del modello di prima generazione? Perché la Mark II è stata effettivamente la prima macchina “ibrida” della storia di Canon, capace cioè di fondere le funzioni di fotocamera e di videocamera (a 1920x1080p @ 30 FPS, per i curiosi) come mai nessuna EOS in precedenza.

Eccoci dunque a Monaco di Baviera, dove Canon ci ha mostrato per la prima volta EOS R1 e EOS R5 Mark II, lasciandoci a disposizione un esemplare di pre-produzione di ciascuna fotocamera (vd. gallery più sotto), con due ottiche a scelta. Noi abbiamo scelto il compatto RF 70-200mm F2.8L IS USM, un must a bordo campo, e lo zoom RF 10-20mm F4L IS STM per scatti grandangolari un po’ più spregiudicati.

Le due macchine hanno un target già ben delineato. Per EOS R1, l’utente tipo è il fotografo sportivo (ma anche il fotogiornalista d’assalto), ovvero il professionista che, quando è sul campo, ha poche o nessuna possibilità di intervenire sulla scena e sui soggetti che sta inquadrando. Per EOS R5 Mark II, il riferimento è invece il professionista “a tutto tondo”, sia della fotografia sia del videomaking, che ha più chance di pianificare lo scatto o la ripresa: dal ritrattista allo specialista del close-up, dal matrimonialista al fotografo di eventi, e così via.

evento presentazione Canon Monaco di Baviera
Durante l’evento di presentazione, alcuni Ambassador di Canon si sono succeduti sul palco per descrivere la loro esperienza con le nuove fotocamere.

Ecco l’elenco completo delle caratteristiche tecniche di EOS R1 e EOS R5 Mark II:

caratteristiche tecniche di EOS R1 e EOS R5 Mark II

Le cose che hanno in comune

Non è un caso che le due macchine siano state presentate insieme. Pur rimanendo valida la differenziazione del target, la distanza che separava la serie 1 e la gamma 5 è oggi più stretta che mai, e i due prodotti possono essere considerati a tutti gli effetti “complementari”.

Proprio per questo, partiamo dalle caratteristiche condivise. A differenza di quanto dicevano le voci di corridoio, sotto il cofano troviamo sì due “motori”, ma non si tratta di due DIGIC X, bensì di un DIGIC X affiancato dal nuovo DIGIC Accelerator, con quest’ultimo che va a occuparsi di tutte le operazioni pre-scatto (dalla misurazione dell’esposizione al bilanciamento del bianco, dalla visualizzazione nel mirino elettronico alle operazioni di autofocus, ecc.) e post-scatto – gestione del buffer, registrazione video e audio e così via.

I due processori, pur agendo separatamente, lavorano però in sinergia con il risultato di avere migliori performance del sistema AF, un tracking più preciso anche quando intervengono ostacoli tra obiettivo e soggetto, uno scatto a raffica più rapido e un rolling shutter ridotto al minimo (gli specialisti di Canon ci hanno detto che il fenomeno sulla EOS R1 si manifesta in maniera simile alla EOS-1D X Mark III con otturatore meccanico), mentre per la EOS R5 Mark II il riferimento può essere l’ottima Alpha 9 II di Sony – ovvero una mirrorless sportiva con la metà dei megapixel.

Occhi puntati sul soggetto

Sulle due macchine c’è l’Eye Control AF – il sistema di riconoscimento dell’occhio del fotografo all’interno del mirino che permette di agganciare il soggetto desiderato semplicemente guardandolo – ma, ancora una volta, in una versione più veloce e accurata di quello presente nell’EVF di EOS R3.

Nei nostri test a Monaco di Baviera, effettivamente abbiamo appurato che si tratta di qualcosa di cui – una volta provato – difficilmente si può fare a meno! Attenzione però, l’efficacia può variare da occhio a occhio (forma, colore), in particolare se l’utente indossa gli occhiali da vista (non funziona se sono particolarmente spessi o bifocali). Nel nostro caso, ha funzionato piuttosto bene, anche se in scene particolarmente affollate non sempre è risultato impeccabile.

Basta spostare lo sguardo sul soggetto desiderato e il sistema Eye Control AF porterà automaticamente il punto di fuoco nell’area desiderata.
Basta spostare lo sguardo sul soggetto desiderato e il sistema Eye Control AF porterà automaticamente il punto di fuoco nell’area desiderata.

Come sulla EOS R3, c’è la funzione Registra priorità persone, per cui le due fotocamere sono in grado di ricordare una faccia (indicata sul momento o caricando una fotografia catturata precedentemente) e di dare, appunto, priorità a esse in fase di riconoscimento quando nella scena ci sono più soggetti papabili. A differenza della EOS R3, però, ora la persona non deve essere necessariamente frontale alla fotocamera, ma basta che si vedano entrambi gli occhi e la bocca. È una soluzione molto utile, ad esempio, per identificare al volo i top player in campo, oppure i politici o i vip durante i convegni e gli eventi.

Inedita è invece la funzione Priorità azione per cui, grazie al deep learning, le nuove EOS R sono in grado di analizzare che tipo di azione si svolge di fronte al nostro obiettivo, specificatamente quando si tratta di tre sport, calcio, basket e pallavolo. Le fotocamere “capiscono” dov’è il pallone nella scena e – in base a tre differenti impostazioni (alta, media e bassa sensibilità) – spostano automaticamente il punto di messa a fuoco sulla persona più vicina a esso.

Secondo Canon è un’opzione che apprezzerà soprattutto chi non è particolarmente esperto di questi sport, ma potrebbe tornare utile anche… ai veterani! Come detto, a Monaco abbiamo seguito gli allenamenti di una squadra di basket con sample pre-produzione di EOS R1 e EOS R5 II che con tutta probabilità – una volta commercializzate ufficialmente – vedranno questo sistema ancora più accurato e, forse, dedicato anche ad altre discipline.

La modalità “Priorità azione” è in grado di supportare il fotografo quando in campo si gioca a calcio, a basket o a pallavolo. I “casi Servo autofocus” sono stati accorpati all’interno del caso Auto.
La modalità “Priorità azione” è in grado di supportare il fotografo quando in campo si gioca a calcio, a basket o a pallavolo. I “casi Servo autofocus” sono stati accorpati all’interno del caso Auto.

Canon EOS R1 e EOS R5 II: immagini stabili

Entrambe le fotocamere offrono una stabilizzazione interna (Advanced IS) fino a 8,5 stop che garantisce risultati nitidi anche lavorando a mano libera con grossi obiettivi. Prestazioni favorite da un meccanismo di gestione del movimento del sensore basato sia su parti meccaniche sia su magneti, per un’accuratezza superiore per via del minor attrito. Sul campo, per il nostro primo contatto con le nuove macchine, abbiamo scattato senza monopiede e non c’è stata traccia di mosso anche nelle scene più buie (le performance monstre agli alti ISO, soprattutto quelle della R1, sono ovviamente una manna dal cielo per qualunque fotografo).

L’esposimetro e il sistema di bilanciamento del bianco sono ancora più affidabili perché le aree di misurazione sono più piccole che in passato. Ad esempio, sarà più facile ottenere una buona esposizione del volto del soggetto anche quando questo è piccolo in rapporto al resto della scena. E sarà favorito chi lavora in JPEG e ha il dovere di consegnare le immagini nel più breve tempo possibile – sempre più spesso nel mondo della fotografia sportiva si richiedono gli scatti quasi in tempo reale! Durante il nostro pomeriggio di test, abbiamo riempito le schede di memoria con immagini JPEG praticamente già perfette per l’uso.

ragazzo che balla
Abbiamo scattato questa foto con EOS R1, direttamente in JPEG. Qui abbiamo applicato qualche piccola correzione in Photoshop perché siamo pignoli, ma la foto era pronta per la condivisione già in-camera.

L’upscaling e la riduzione del rumore “intelligente”

Navigando nel menu, scopriamo che EOS R1 e R5 II ci mettono a disposizione gratuitamente e “in-camera” un sistema di upscaling dell’immagine e la riduzione del rumore tramite rete neurale (quest’ultima era già disponibile per gli utenti Canon, ma solo tramite Digital Photo Professional e image.com, come servizio a pagamento via cloud). In sostanza, nel primo caso – partendo dal file RAW – possiamo raddoppiare la risoluzione orizzontale e quella verticale dell’immagine, un’operazione utile ad esempio quando eseguiamo crop dell’immagine subito dopo lo scatto per evidenziare un certo dettaglio (chiaramente è più utile su EOS R1 che, come vedremo, ha meno megapixel della sorella).

Per quel che riguarda la riduzione del rumore digitale, oltre a quella “classica” già presente su tutte le EOS si aggiungerà la possibilità di elaborazione tramite deep learning. Attenzione: entrambi i processi non sono “generativi”, le macchine cioè non si “inventano” pixel dove non ci sono, ma si basano sulla fedele lettura e sull’interpolazione delle informazioni raccolte dal sensore. I reporter, quindi, potranno essere certi di star lavorando nel pieno rispetto delle regole del fotogiornalismo. C’è da dire che, anche senza attivarli, con EOS R1 abbiamo realizzato foto a ISO 25.600 e oltre con formidabili risultati – EOS R5 II mostra un po’ più di disturbo, come ovvio che sia.

Per non perdere l’attimo fuggente

Tornando alle prestazioni “pure”, usando l’otturatore elettronico EOS R5 II scatta raffiche fino a 30 fotogrammi al secondo mentre EOS R1 arriva a 40 fps (con una scelta di opzioni più ampia rispetto a EOS R3) con tracking AE e AF. A differenza della concorrenza, Canon ha scelto di mantenere l’otturatore meccanico, con le stesse performance di scatto a raffica di quello della EOS R3, ovvero 12 fps: notizia che fa piacere soprattutto a chi ama ancora avere una risposta “fisica” quando scatta, soprattutto durante le lunghe raffiche.

Tutte e due le macchine offrono la funzione di Pre-scatto (per cui la fotocamera è in grado di memorizzare nel suo buffer le immagini già quando il pulsante di scatto viene premuto a metà corsa) che ora non è più legata al tempo, ma a un numero di fotogrammi al secondo, per la precisione 15 per EOS R5 II e 20 per EOS R1. Per fare un esempio, se scattiamo a raffica al ritmo di 30 fps con la prima, avremo poi a disposizione le 15 immagini catturate mezzo secondo prima di premere fino in fondo il pulsante di scatto; se impostiamo 15 fps il tempo necessario a catturare le 15 foto salirà a un secondo. Nella pratica, il Pre-scatto è risultato a noi molto utile con i tiri a canestro e le schiacciate dei giocatori sul parquet, e poi anche con le rapidissime evoluzioni di virtuosi breakdancer.

Le capacità di tracking avanzato sono migliorate rispetto agli ultimi 3 anni, poiché ovviamente gli ingegneri di Canon dal lancio di EOS R3 hanno continuato far lavorare gli algoritmi di deep learning. Ridotto al minimo il fenomeno del rolling shutter, tanto che quello generato dall’otturatore elettronico è paragonabile a quello prodotto dall’otturatore meccanico. Per il brand giapponese non è ancora tempo di global shutter e, aspettando un’evoluzione importante in questo ambito, per ora non se ne sente la mancanza.

 La funzione di Pre-scatto ci permette di catturare l’attimo fuggente anche se non abbiamo avuto i riflessi prontissimi. Il tempo di posa più rapido per entrambe le fotocamere è di 1/64.000 di secondo con l’otturatore elettronico.
 La funzione di Pre-scatto ci permette di catturare l’attimo fuggente anche se non abbiamo avuto i riflessi prontissimi. Il tempo di posa più rapido per entrambe le fotocamere è di 1/64.000 di secondo con l’otturatore elettronico.

Sorelle diverse

Cosa differenzia, quindi, le due macchine?

Il sensore della EOS R1 resta da 24,2 megapixel, quello della EOS R5 Mark II da 45 MP, ma si tratta di CMOS nuovi rispetto ai precedenti: sono entrambi “stacked” (consentono una lettura dei dati più rapida) e retroilluminati, con produzione di RAW a 14 bit. Qualcuno potrebbe storcere il naso di fronte alla scelta di Canon, nel caso dell’ammiraglia, di non superare i 24,2 MP. Tuttavia è stata una decisione ponderata, in accordo con i fotografi che hanno collaborato allo sviluppo della macchina.

Tenendo conto dell’utente “target”, le caratteristiche più richieste sono la precisione della messa a fuoco, la resa agli alti ISO e la possibilità di condividere le foto in maniera praticamente immediata, fattore quest’ultimo che con file ad altissima risoluzione può diventare problematico. Anche nella nostra sessione fotografica, ci siamo accorti quanto una scheda CFexpress da 128 GB si riempia piuttosto velocemente se si sparano raffiche alla massima velocità, quindi è chiaro che in ambito sportivo e di news file più piccoli sono benvenuti. Il trasferimento e l’elaborazione dei file al PC non ha visto rallentamenti.

Secondo Canon, durante gli ultimi Europei di Calcio, nessuno dei professionisti che hanno avuto in mano in anteprima la EOS R1 ha avuto rimostranze riguardo la risoluzione da “soli” 24,2 MP della EOS R1. In ogni caso, c’è la possibilità dell’upscaling in-camera, per cui con la R1 si può passare a 96 MP (con la R5 II si arriva a 180 MP!).
Secondo Canon, durante gli ultimi Europei di Calcio, nessuno dei professionisti che hanno avuto in mano in anteprima la EOS R1 ha avuto rimostranze riguardo la risoluzione da “soli” 24,2 MP della EOS R1. In ogni caso, c’è la possibilità dell’upscaling in-camera, per cui con la R1 si può passare a 96 MP (con la R5 II si arriva a 180 MP!).

Il ritorno della “croce”

Il sensore di EOS R1 si differenzia quello di EOS R3 per un ulteriore importante dettaglio. Se andiamo a considerare i quattro pixel che formano l’“unità minima” del sensore Dual Pixel Intelligent AF, costituita dalla matrice R/G/G/B (dove R sta per Red, rosso, G per Green, verde, e B per blue), sul secondo dei due verdi l’orientamento del Dual Pixel è stato ruotato di 90 gradi. Questo vuol dire che la macchina, oltre a essere sensibile alle linee verticali, ora è anche sensibile a quelle orizzontali. Questo in sostanza la affianca definitivamente alla super reflex EOS-1D X Mark III nella quale il sensore dedicato all’autofocus aveva un sistema “a croce”.

Il risultato? Un autofocus ancora più accurato, che arriva inoltre a una sensibilità di -7,5EV. Un Dual Pixel “intelligente”, che vede tutta una serie di avanzamenti legati anche alla fase di riconoscimento del soggetto e all’action priority legato agli sport di cui si diceva.

A me gli occhi

Il mirino elettronico della EOS R1 è costituito da 9,44 milioni di punti con ingrandimento 0,9x e, con tutta probabilità, anche gli irriducibili del mirino ottico alzeranno finalmente bandiera bianca per gustarne tutti i vantaggi. Nei nostri test ci ha davvero sorpreso. È nitidissimo ed è ottimo non solo per la composizione dell’immagine ma anche per la revisione accurata dei file.

Sebbene quasi con la metà dei punti, è di qualità altresì l’EVF della EOS 5R II, che ha la stessa risoluzione di quello della EOS 5R di prima generazione e della EOS R3, 5,76 milioni di punti, ma è più grande e luminoso – per certi versi è migliore anche di quello della stessa EOS R3. Entrambi i mirini sono senza blackout e permettono dunque di inseguire anche i soggetti più veloci senza spiacevoli interruzioni.

Lo schermo sul retro è snodato in tutte le direzioni, ma non inclinabile sull’asse dell’obiettivo: qualche purista potrebbe storcere il naso per questo, ma a nostro parere ci si abitua in fretta, soprattutto se si proviene già dal mondo Canon.

Il corpo in magnesio delle due fotocamere è il compromesso migliore per assicurarsi maneggevolezza e solidità. Le nuove arrivate resistono alla grande agli agenti esterni: EOS R1 è un carrarmato a livello di EOS-1D X Mark III (superiore a R3), mentre EOS R5 Mark II è robusta quanto EOS R5, e dunque al pari di EOS 5D Mark IV.
Il corpo in magnesio delle due fotocamere è il compromesso migliore per assicurarsi maneggevolezza e solidità. Le nuove arrivate resistono alla grande agli agenti esterni: EOS R1 è un carrarmato a livello di EOS-1D X Mark III (superiore a R3), mentre EOS R5 Mark II è robusta quanto EOS R5, e dunque al pari di EOS 5D Mark IV.

Tutti registi!

Sempre più spesso i produttori sottolineano come il mercato di oggi pretenda fotocamere capaci di scattare foto e riprendere video con la stessa efficacia. Si punta quindi dritto a macchine “ibride”, e EOS R1 e R5 Mark II non sono certo l’eccezione, anzi: entrambe le mirrorless sono fortemente connotate da una sezione video importante, con tante funzioni riprese dal mondo Cinema EOS.

Riassumendo, EOS R1 può registrare a 6K/60 fps con RAW 12 bit interno, R5 Mark II si spinge a 8K, sempre a 60 fotogrammi al secondo con RAW 12 bit interno anche senza alimentazione esterna (grazie alle nuove batterie ad alte performance) – un passo avanti addirittura rispetto a EOS R5C. C’è la possibilità di sfruttare i custom pictures per caricare direttamente le LUT in macchina e standardizzare il look delle immagini catturate da differenti fotocamere.

Oltre al Canon Log 3, c’è anche il Canon Log 2, per la felicità dei videomaker di fascia alta che usano le videocamere “pro” del marchio. Per facilitare il workflow in fase di editing, la nomenclatura dei file si adatta allo standard utilizzato da queste ultime, con nomi più lunghi ma comprendenti tutta una serie di riferimenti al numero di clip, alla sua lunghezza, ecc. Per l’audio (stavolta fino a 24 bit/4 canali LPCM), possiamo creare un allestimento multi microfono procurandoci un Tascam, affidando i rumori ambientali ai due microfoni in-camera e i dialoghi a due modelli esterni.

La EOS 5D Mark II è perfetta per il flusso di lavoro del videomaker professionista. L’aggiunta del battery grip con sistema di raffreddamento integrato permette intense sedute di ripresa continuative, ma non è indispensabile.
La EOS 5D Mark II è perfetta per il flusso di lavoro del videomaker professionista. L’aggiunta del battery grip con sistema di raffreddamento integrato permette intense sedute di ripresa continuative, ma non è indispensabile.

Non da ultimo, EOS R1 e R5 Mark II offrono la funzione Dual Shooting per cui, se stiamo registrando un video in Full HD, possiamo in contemporanea e in maniera indipendente acquisire delle fotografie (anche a raffica) tramite il pulsante di scatto o attraverso lo smartphone collegato via Bluetooth oppure, ancora, un controller remoto Bluetooth. Le foto saranno in formato JPEG in 16:9, con gli stessi valori di sensibilità, tempo di posa e apertura del diaframma del video.

Il tutto ancora una volta calibrato sulle esigenze del professionista che ha fretta e ha la necessità di inviare filmati e foto senza perdere tempo a rivedere i video e a estrapolare i singoli frame – tanto più che i differenti file possono essere registrati al volo in due cartelle diverse.

La condivisione

Per quel che concerne le soluzioni per la condivisione dei file, abbiamo Wi-Fi 6E e Ethernet con porta da 2,5 Gbps che su EOS R1 è integrata mentre su EOS R5 Mark II è resa disponibile da due dei tre battery grip opzionali specifici per quest’ultima (uno dei quali ha anche un sistema di ventilazione attivo per supportare le riprese più lunghe e impegnative, come i live streaming degli eventi, per esempio).

Le due macchine sono in grado di mandare più file in contemporanea e di riconnettersi all’access point in caso di problemi di connessione. La stessa destinazione può essere raggiunta sia via wireless sia via cavo e la fotocamera stessa, in base alla potenza del segnale, passerà da uno all’altro metodo in maniera completamente automatica. Non manca il controllo tramite API, quindi da remoto con computer, smartphone, tablet, per comandare più di una fotocamera in contemporanea.

La disponibilità

EOS R5 Mark II sarà disponibile a partire dal 20 agosto 2024 al prezzo indicativo di 4.929 € per il solo corpo e a 6.290 € in abbinamento con l’ottica RF 24-105mm F4L IS USM. EOS R1 sarà in vendita a 7.749 € probabilmente da novembre (la data precisa non ci è stata fornita, ma alcuni fotografi accreditati la useranno già ai prossimi Giochi Olimpici di Parigi).

Canon EOS R1 e EOS R5 II: la gallery

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