9 Febbraio 2020 di giorgia Avatar

Vi avevamo già presentato la EOS-1D X Mark III, la nuova ammiraglia full-frame di Canon. Se a un rapido sguardo il corpo macchina sembra identico al modello precedente, in realtà “sotto il cofano” le novità sono tante – e sostanziali.

EOS-1D X Mark III: la nostra recensione

Canon ha lavorato a stretto contatto con i professionisti e gli ambassador che si occupano di sport, eventi, news e natura, utenti delle EOS-1D X di precedente generazione. Già durante i primi test con i corpi macchina di pre-produzione, il giudizio unanime dei fotografi è stato quello di un notevole passo avanti in ogni ambito – dall’efficacia dell’autofocus, alla qualità delle foto e dei video, dalla velocità di scatto alla versatilità delle connessioni.

20 fps e raffiche infinite

È vero, la conta dei pixel del sensore è ancora ferma a circa 20 MP, ma si tratta di un CMOS Dual Pixel AF tutto nuovo che assicura prestazioni all’altezza delle missioni più difficili. La gamma di sensibilità “nativa” ora arriva a ISO 102.400 contro i 51.200 della EOS-1D Mark II e, grazie al nuovo potentissimo processore DIGIC X, è possibile scattare a raffica contando su velocità davvero straordinarie: 16 foto al secondo guardando nel mirino, e fino a 20 fps passando alla modalità Live View, sia sfruttando l’otturatore meccanico sia quello elettronico. Quest’ultimo è utile quando si pretende la massima silenziosità e può essere utilizzato senza troppi timori per il rolling shutter, l’effetto “gelatina” tipico degli otturatori elettronici (per cui compaiono evidenti distorsioni nelle immagini che prevedono oggetti in rapido movimento) qui piuttosto contenuto. Sia con mirino sia in Live View, le raffiche più veloci sono ottenibili con la messa a fuoco continua e l’esposizione automatica attive.
Certo, sarebbero numeri fini a se stessi se non fosse che il buffer di memoria (e la compatibilità con le velocissime schede di memoria CFexpress) consentono di catturare infiniti JPEG e oltre 1.000 RAW consecutivamente senza assistere ad alcun rallentamento: con queste performance, catturare l’azione senza perdere i momenti salienti non è mai stato così facile. Ricordiamo che la Mark II si fermava a un massimo di 16 fps per 170 RAW, un salto in avanti davvero significativo, dunque, per la Mark III.

Messa a fuoco impeccabile

È qui che la EOS-1D X Mark III dà il meglio di sé. I punti AF nel mirino passano da 61 a 191 (151 a croce e uno, il centrale, a doppia croce); al centro dell’inquadratura, il nuovo sensore di messa a fuoco assicura una risoluzione 28 volte maggiore rispetto a quello della Mark II. Registriamo inoltre la presenza di un processore DIGIC 8 dedicato che spinge oltre le performance consentendo all’autofocus di conquistare un tasso di successo superiore anche con poca luce (fino a -4EV contro -3EV della Mark II) o in presenza di soggetti tipicamente difficili da mettere a fuoco come gli elementi a basso contrasto.
Sono invece 525 le zone di messa a fuoco disponibili in modalità Live View, grazie al rinnovato sistema Dual Pixel CMOS AF che copre il 90% della scena in larghezza e il 100% in altezza. In manuale, è possibile scegliere il punto di messa a fuoco tra 3.869 posizioni differenti. Componendo con il touchscreen da 3,1 pollici e 2,1 milioni di punti (peccato non sia snodato), l’autofocus è in grado di funzionare con obiettivi con apertura massima fino a f/11. Sono così possibili combinazioni teleobiettivo+teleconverter estreme, per esempio il Canon EF 800mm f/5.6L IS USM con l’extender 2x.
Grandi miglioramenti sono stati promossi anche nell’ambito del “tracking”. Grazie alla tecnologia di deep learning, la EOS-1D X Mark III è stata “addestrata” a riconoscere e inseguire migliaia di differenti tipologie di soggetto, in particolare volti e corpi umani (anche qualora gli occhi fossero coperti da caschi o occhiali, e con la possibilità di dare priorità alle persone rispetto ad altri soggetti non umani): il tutto per rendere sempre più efficace la fotografia di azione e sportiva. Non poteva ovviamente mancare, in questo contesto, l’AF con rilevamento viso e occhi.

L’ammiraglia “ibrida”

La EOS-1D X Mark III permette di riprendere in 4K full-frame e supporta la registrazione RAW interna a 12 bit. Questa funzione consente di acquisire materiali con la più ampia gamma di colori e toni possibile e di gestire così al meglio in post-produzione il girato, per ottenere la massima qualità d’immagine. I video possono essere registrati anche come file CRM 5.5K (5.472×2.886) a 12 bit, per riprese 4K DCI in oversampling ultradettagliate. La fotocamera può inoltre registrare utilizzando la curva logaritmica Canon Log e acquisendo un file HEVC/H.265 a 10 bit.
Per rispondere alle esigenze di velocità, la EOS-1D X Mark III supporta la registrazione in MP4 ed è la prima reflex EOS-1 a implementare la tecnologia Filmato Digitale IS, che fornisce la stabilizzazione digitale a 5 assi già apprezzatissima sulla recente EOS C500 Mark II della serie Cinema. La tecnologia Dual Pixel CMOS AF è disponibile anche in modalità 4K e RAW (ma non a 50/60 fps, tranne che in modalità 4K con crop).

Sempre collegata

Il Bluetooth a basso consumo appare per la prima volta su una EOS-1D, permettendo una connessione “always-on” con dispositivi compatibili (a partire dallo smartphone) per la revisione e la condivisione immediata degli scatti. Anche il Wi-Fi finalmente è di serie e può anche essere utilizzato per le funzioni FTP. Ci sono anche la presa Ethernet di classe gigabit e il GPS integrato, grazie al quale è possibile geolocalizzare le immagini già allo scatto. La Mark III usa la stessa identica batteria agli ioni di litio LP-E19 della Mark II, così potremo eventualmente “riciclare” quelle già in nostro possesso. Ciò non significa però che dovremo “accontentarci” dei 1.210 scatti garantiti dalla reflex precedente per ogni ricarica: grazie a una migliorata gestione dei consumi, l’autonomia (secondo gli standard CIPA) sale a ben 2.850 scatti.

La EOS-1D Mark III sarà disponibile da metà febbraio al costo di 7.650 € (solo corpo). Scarica la scheda tecnica completa qui.

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