17 Giugno 2020 di Redazione Redazione

Venerdì in edicola potrete trovare il nuovo numero de IL FOTOGRAFO, un numero da collezione interamente dedicato all’emergenza Covid-19, affrontata tramite la riflessione di giornalisti, critici d’arte, photoeditor – tra gli altri – nonché, ovviamente, attraverso scatti, progetti e reportage significativi e toccanti.
Qui, vi proponiamo la riflessione del sociologo Vanni Codeluppi.

Le conseguenze del Covid sulla società

 La diffusione in tutto il mondo di un virus pericoloso e distruttivo come il Sars-Cov-2, che ha causato la drammatica pandemia di Covid-19 e la morte di centinaia di migliaia di persone, può sicuramente essere considerata il più importante evento accaduto in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale. Un evento pertanto che sta inevitabilmente producendo numerose conseguenze sulla nostra realtà sociale e culturale. La pandemia di Covid-19 ha costretto tutte le persone a rimanere chiuse a lungo nella propria abitazione e ha principalmente determinato dei cambiamenti nel nostro modo di percepire la realtà. Sicuramente, più di due mesi di quarantena forzata ci hanno portati a pensare che avvicinarsi ai corpi degli altri dev’essere considerata qualcosa di negativo. Insomma, per noi cercare la vicinanza è diventato un comportamento immorale, sebbene la nostra natura di animali sociali ci dovrebbe portare automaticamente verso gli altri. Invece adesso, dopo la quarantena, vedere delle immagini di folle che si accalcano per le strade delle città o nelle stazioni ferroviarie risulta addirittura disturbante. Come sono stati disturbanti nelle scorse settimane quei programmi televisivi che erano stati registrati prima dell’epidemia da coronavirus e mostravano un pubblico plaudente in studio. Ma forse, se è vero che, come dicono molti esperti, dovremo convivere ancora a lungo con il coronavirus, il quale rimarrà “sotto traccia” come è accaduto a molti altri virus ancora vivi tra noi, gli esseri umani faranno ricorso alle loro straordinarie capacità di adattamento. Così, pian piano, il virus comincerà a essere considerato qualcosa di normale. Non avrà più la posizione centrale nei messaggi dei media e andrà a integrarsi nelle abituali occupazioni della vita quotidiana delle persone. Ma i gravi danni che ha causato in tutte le società non saranno facilmente dimenticati. Ed è auspicabile perciò che chi ci governa cerchi in futuro di evitare che tali danni si ripresentino, cominciando prima di tutto dall’impegno per tutelare l’ambiente naturale. Un ambiente la cui distruzione, come sostengono molti scienziati, rappresenta una delle principali cause alla base della nascita e della diffusione della pandemia di Covid-19, perché porta inevitabilmente gli animali, e soprattutto i virus che essi contengono, a contatto con i corpi degli esseri umani.
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