Vi proponiamo il portfolio di Elena Zottola, “Prosféro”, dedicato alla riscoperta delle radici culturali della sua comunità di origine.

14 Gennaio 2023 di Redazione Redazione

Nel suo portfolio, pubblicato nel n. 339 de IL FOTOGRAFO, Elena Zottola va alla riscoperta di una antica tecnica di merlettatura, lasciando che la fotografia diventi strumento per custodire le radici culturali e la memoria di una comunità.

Il portfolio di Luigi Vegini

Racconta l’autrice: «Prosféro è un lavoro fotografico di staged photography nato all’interno del Centro di Fotografia Indipendente di Napoli e scaturito da una ricerca personale su temi di interesse antropologico come la memoria, il senso di appartenenza, la vita quotidiana e la cultura materiale.

Il progetto dialoga con il Puntino ad ago, un particolare merletto, oggetto di pratiche di patrimonializzazione, realizzato nell’area di Latronico, in Basilicata. Il lavoro scaturisce dalla suggestione della possibile derivazione del Puntino dall’antica tecnica greca di tessitura delle reti da pesca, ma non esaurisce in essa il proprio immaginario, formulando una domanda sospesa: qual è oggi il valore di tale conoscenza?

Ai piedi delle montagne, in Basilicata, si arrocca Latronico, il piccolo paese delle mie origini. Ho percorso le strade strette e quelle di campagna, attraversato i boschi e le case che sembrano sospese nel tempo alla ricerca di racconti e manufatti.

Soltanto in quel paesino lucano, infatti, ancora oggi sopravvive un antico merletto, il Puntino ad ago. Giunta là da un tempo e un luogo lontani, questa tecnica si è modificata nelle forme e negli usi, cosicché il tessere le reti come facevano i pescatori greci in epoche remote è mutato nel fare minuzioso del merletto.

Prosféro, dal greco antico tramandare, è l’atto di intendere e riadattare un sapere ogni volta al tempo presente. I ritratti della serie sono i volti lucani di ragazze che indossano gli abiti delle merlettaie loro antenate e gli scenari con cui si alternano la visione onirica di una montagna che ha saputo essere custode della memoria del mare».

Il commento della Redazione

La serie di ritratti realizzati da Elena Zottola ha in comune il decoro prezioso di un contorno o una stola, quel ricamo bianco o nero che nell’immaginario collettivo richiama l’abile manualità di tempi passati. Ciò che i corpi e i volti delle donne qui fotografate mettono in luce è l’oggetto di un ritrovamento, di una scoperta che l’autrice compie nel cuore della Basilicata, immersa nella tradizione e nel paesaggio di una terra che conserva e non dimentica.

I suoi occhi la spingono fino al ricongiungimento di un raffinato merletto con la rete da pesca da cui prende origine. Questi manufatti acquisiscono un fascino irresistibile per l’autrice che, seguendo la linea evolutiva del Puntino ad ago, decide di fotografarlo come elemento identitario delle comunità lucane.

Le radici culturali e la memoria collettiva sono le direttrici su cui lo sguardo di Elena Zottola compone questa serie fotografica che unisce il passato al presente per valorizzarne la funzione di coesione sociale e culturale.

Non a caso, questo progetto è stato realizzato grazie alla collaborazione con un archivio locale che ha da poco acquisito il riconoscimento di particolare valore storico (l’archivio dell’Associazione Il Tassello di Latronico opera per la custodia e la valorizzazione del merletto). In quest’ottica, le immagini di Elena Zottola s’inseriscono in un sistema più ampio di tutela e di valorizzazione: la visibilità che la fotografia contemporanea dà alla cultura materiale può essere di grande utilità per le pratiche locali.

a cura di Michela Frontino

Se anche tu vuoi entrare a far parte della COMMUNITY de IL FOTOGRAFO registrati gratuitamente e carica le tue foto. Potresti essere pubblicato sulle nostre riviste!

Leggi anche
Portfolio: “Bianca” di Luigi Vegini

Lascia un commento

qui