Per ottenere ritratti perfetti occorre partire dalle basi! Oggi parliamo di profondità di campo, esposizione e illuminazione.
Ritratti perfetti: la profondità di campo
Un’apertura ampia ci aiuta a ridurre la profondità di campo e a sfocare lo sfondo. Nell’esempio in alto, la differenza tra f/2 e f/5.6 è palese. Si può pensare che un valore di f/5.6 (tipicamente l’apertura massima degli obiettivi in kit) sia sufficiente a “staccare” il soggetto dallo sfondo ma spesso non è così.
È questo il motivo per il quale nel ritratto si tende a preferire le ottiche fisse, una delle cui caratteristiche è un diaframma con un’apertura massima sensibilmente più ampia degli zoom, rispetto ai quali sono anche più nitide, più leggere e meno costose.
L’esposizione
Se il soggetto si muove (e lo fa quasi sempre), dobbiamo selezionare tempi di posa brevi. Ecco le impostazioni adatte a un primo piano in esterni: modalità manuale (M), ISO Auto, 1/250 di secondo e diaframma alla sua massima apertura.
Se montiamo il flash, usiamo le stesse impostazioni ma con 100 ISO e scattiamo alcune foto di prova per controllare l’accoppiamento migliore tra apertura e potenza del flash.
L’illuminazione
Se sfruttiamo la luce naturale, l’ideale per un primo piano è un punto in ombra o vicino a una finestra. Teniamo però presente che un kit luci ci darà risultati migliori. Un kit da studio domestico, abbinato a una parete o a un fondale neutro, è la soluzione migliore.
Per uno schema “a conchiglia”, come quello schematizzato nel disegno, posizioniamo una luce – meglio se dotata di softbox o ombrello [1] – sopra il viso e alla fotocamera, con un pannello riflettente [2] sotto il viso. Se abbiamo una seconda unità flash, possiamo puntarla sullo sfondo per schiarirlo.