27 Settembre 2016 di Redazione Redazione

di Gaia Ammirata


Napoli è senza dubbio una città straordinaria, vivace, colorata, chiassosa, in cui il folclore italiano risuona in ogni vicolo. Alla Napoli moderna, in cui le problematiche sociali si mischiano ai sapori tradizionali, si sovrappone una città ricca di eredità, di sincretismi culturali e di espressioni artistiche. La storia di Napoli comincia però addirittura al di sotto delle sue stesse fondamenta: una città sotterranea prende infatti le mosse da un acquedotto greco-romano, di 2.400 anni fa.


I suggestivi luoghi di Napoli Sotterranea, tra cisterne e cunicoli, sono stati investiti da un positivo progetto di recupero e valorizzazione, che permette oggi ai numerosi visitatori di perdersi nei meandri più sotterranei della storia locale, ma non solo: Napoli sotterranea è divenuto anche un luogo espositivo, grazie all’associazione culturale Artlante che se ne occupa e che cura la collaborazione con artisti locali e non, presso il Museo del Sottosuolo.
Nel desiderio di portare le potenzialità dialettiche dell’arte al di fuori dei tradizionali luoghi espositivi, sono molti gli artisti che rimarrebbero affascinati e a loro volta affascinerebbero il pubblico, in una location così ricca di memoria.

Ciro Ciliberti, artista napoletano e fotografo errante, immortala i volti e i corpi che incontra nel suo peregrinare, tra terre asiatiche o sul suolo sudamericano.
La sua fotografia interroga e racconta attimi di grande umanità, visioni di incontri e intime riflessioni, scevre da una volontà puramente documentaristica.
Dal suo girovagare in luoghi sconosciuti, l’artista riporta alcuni attimi che ha avuto modo di vivere nel suo viaggio, ma il suo non è un immaginario esotico, quanto piuttosto un racconto di gesti e percezioni, tanto soggettivi quanto assoluti.
Gli scatti di Ciliberti, portatori di una collettività concreta e veridica, hanno animato il sottosuolo napoletano in un gioco, luministico e concettuale, per cui i calibrati chiaroscuri delle figure immortalate dialogano con le luci e le ombre scavate nella materia dai millenni.
Il risultato dell’esposizione Theatrum Mundi, a cura di Franco Cipriano e Luca Sorbo, è senza dubbio stato di successo, portando un amato artista locale alle radici della storia autoctona. E se è tempo che la fotografia di Ciliberti approcci nuove città italiane ed europee, chissà quali saranno i prossimi artisti a vedere animarsi i propri lavori in uno spazio tanto multiforme ed intenso.

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