Dalle impostazioni alla composizione, alle ottiche, ecco trucchi e tecniche per fotografare paesaggio e ottenere scatti mozzafiato.

21 Febbraio 2023 di Redazione Redazione

Nonostante qualunque fotocamera abbia una resa inferiore a quella dell’occhio umano, questi trucchi e tecniche per fotografare il paesaggio ti aiuteranno a realizzare immagini mozzafiato…

Fotografare il paesaggio: la pianificazione

La prima cosa da tenere in mente quando vuoi dedicarti alla fotografia di paesaggio è la pianificazione. Controllare le previsioni meteo è il minimo. Informati però anche sull’orario esatto di alba e tramonto. E sulla direzione del sole in rapporto alla posizione di scatto preventivata.

Puoi scoprire questo e molto altro con uno strumento super pratico chiamato The Photographer’s Ephemeris. Via web o via app per smartphone e tablet, sfrutta Google Maps per mostrarti tutti i dati di cui puoi avere bisogno per organizzare uno scatto paesaggistico.

Le impostazioni

Tempi, diaframmi e sensibilità

Le regolazioni utili per i paesaggi sono piuttosto semplici. Scatta a priorità di diaframma per controllare la profondità di campo e lasciare alla fotocamera il compito di trovare il tempo di scatto più appropriato. Parti da un diaframma di f/16 per un’ampia profondità di campo e imposta ISO 100 per la migliore qualità di immagine. Con la modalità di lettura Valutativa/Matrix, l’esposimetro calcolerà la corretta esposizione sulla base di tutte le aree della scena. Se necessario, compensa per schiarire o scurire l’immagine.

Con queste impostazioni e magari con filtri in posizione, è facile che il tempo di posa diventi piuttosto lungo. Se vedi che scende sotto 1/125 di secondo, monta il treppiede e usa un comando remoto per scattare senza toccare il corpo macchina. Eviterai così il mosso allo scatto.

Massima nitidezza

La fotografia paesaggistica di solito richiede la precisione della messa a fuoco manuale. Un solo punto dell’immagine è davvero perfettamente a fuoco, ma puoi ampliare la profondità di campo (la fascia che ai nostri occhi appare a fuoco) chiudendo il diaframma e applicando la teoria della “distanza iperfocale”. Si tratta della distanza ottimale su cui mettere a fuoco con un certo obiettivo per massimizzare la profondità di campo. È differente per ogni lunghezza focale e ha un rapporto diretto con il diaframma in uso.

Quando metti a fuoco sulla distanza iperfocale, la profondità di campo si estende da metà della distanza stessa fino a infinito. Per esempio, la distanza iperfocale di un’ottica 28 mm aperta su f/16 e montata su una fotocamera APS-C con fattore di moltiplicazione di 1,6x è 2,6 metri. Se metti a fuoco con questo obiettivo a 2,6 metri da te, dunque, ottieni tutto a fuoco da 1,3 metri a infinito.

Fotografare il paesaggio: la luce e i suoi colori

All’inizio e alla fine del giorno la luce cambia più in fretta: nel giro di un’ora o due il paesaggio passa dalla notte al giorno e viceversa. Cambiano il colore e l’intensità della luce e le ombre si allungano o si accorciano. È spesso il periodo più emozionante del giorno per i fotografi ed è difficile prevederne l’aspetto con precisione.

È sempre ricco di sorprese! In genere, la luce è efficace per illuminare un soggetto o un paesaggio nella mezz’ora prima che il sole si avvicini all’orizzonte. Poi, quando cala ancora, il focus della composizione può cambiare e il sole stesso diventa l’elemento più importante dell’immagine (ovviamente, al tramonto: all’alba i tempi si invertono).

L’ora dorata

L’ora dorata è ben nota ai fotografi paesaggisti per le sue ombre lunghe e per la luce calda che si intensifica man mano che il sole si avvicina all’orizzonte. Corrisponde più o meno all’ora dopo l’alba e a quella prima del tramonto. I suoi effetti tendono a essere più accesi in primavera e autunno, quando il sole ha forza e la luce è abbastanza limpida.

L’ora blu

Questo è il periodo successivo al tramonto vero e proprio (o precedente l’alba), prima che faccia buio. Appena il sole cala, la luce sfuma rapidamente da calda e dorata a una distinta nota azzurra. In questa breve finestra temporale, nei luoghi in cui c’è la presenza dell’uomo la luce naturale viene sostituita da quella artificiale. È un momento ideale per catturare i colori del cielo o paesaggi in luce mista artificiale e naturale.

L’ora blu è caratterizzata dalla diminuzione dei dettagli nelle ombre. Il cielo cattura l’ultima luce del sole, ma il terreno, in particolare nelle zone d’ombra, diventa sempre più buio. In luce mista c’è spesso un momento di equilibrio ideale tra la luce naturale del cielo e quella artificiale del primo piano. Non dura mai a lungo, quindi è bene essere pronti a coglierla!

Tecnica: cambia le impostazioni di scatto

Se sei abituato a esporre in manuale, durante le ore dorata e blu non dimenticare mai di tenere costantemente d’occhio le impostazioni di scatto, perché la luce cambia con velocità incredibile! Identifica il parametro fondamentale per l’effetto che vuoi (diaframma o tempo di posa) e regola gli altri di conseguenza. Nonostante i recenti avanzamenti della qualità ad alti ISO, cerca di ricorrere alle sensibilità più alte solo quando non hai altra scelta. Ovviamente, in certi orari il treppiede è praticamente indispensabile!

La luce difficile nel paesaggio

Spesso si dice che cieli azzurri limpidi o luce piatta siano “difficili” per la fotografia paesaggistica. Prova invece a considerarli un’opportunità per immagini differenti. In altre parole: sforzati di adattare il tuo stile alle condizioni che trovi.

fotografare il paesaggio
Snowdonia National Park, Galles © Nigel Forster

Il controluce nelle giornate serene

Se pensi che i cieli limpidi non siano ideali per la fotografia paesaggistica, prova a lavorare con un semplice controluce: puoi raggiungere risultati efficaci con ombre dure e grafiche, evidenziare le prospettive, ottenere esplosioni di riverbero dal sole, enfatizzare le scene con saturazione e contrasto altissimi. Molti ottimi scatti paesaggistici sfruttano qualche forma di controluce: punta la fotocamera verso la luce e crea un forte contrasto con il soggetto o con il paesaggio illuminato da dietro.

I giorni nuvolosi

Anche i cieli coperti hanno fama di essere poco “d’ispirazione”: invece sono ottimi per rendere colori saturi e dettaglio delle ombre. Molti soggetti e generi fotografici si adattano più alle giornate coperte che a quelle nuvolose. Tante immagini in bianco e nero sono scattate in queste condizioni, che offrono colori e toni non slavati, ottimo dettaglio e ampie variazioni tonali.

Il temuto “cielo bianco”

Lo conosciamo bene: è come un immenso softbox che diffonde una luce così piatta che non promette niente di buono! Quando ti capita di trovarci fuori in queste condizioni, escludi direttamente il cielo dalla composizione e concentrati su forme, motivi e colori. Puoi sfruttarle per scatti minimalisti in cui il cielo bianco diventa solo un elemento di un’immagine fondata su forme di luce e di ombra.

Per fotografare il paesaggio i filtri ottici sono indispensabili: scopri come usarli!

Foto di paesaggio: la composizione

Creiamo un equilibrio visuale

Insieme a una splendida luce, a buone condizioni meteo e a una perfetta esposizione, la composizione è uno degli aspetti più importanti della fotografia paesaggistica. Ci sono numerosi strumenti e trucchi per dare equilibrio a un’immagine e attirare l’osservatore.

La “regola dei terzi” è lo strumento più semplice, più conosciuto e anche più affidabile. Seguendola, riuscirai quasi sempre a dare alle immagini un vero equilibrio, molto piacevole allo sguardo.

Secondo la regola dei terzi, devi immaginare che l’inquadratura sia divisa in nove sezioni uguali da due linee verticali e due orizzontali. Quindi devi disporre il punto focale principale dell’immagine in corrispondenza di uno dei punti di intersezione delle linee immaginate. Se hai elementi di interesse in primo piano, posiziona anche loro secondo la regola dei terzi. Allo stesso modo, ricorda di allineare l’orizzonte alla linea orizzontale più alta o più bassa. Alcune fotocamere offrono la possibilità di visualizzare una griglia dei terzi in sovrimpressione nel mirino o sullo schermo LCD in modalità Live View. È un ottimo modo per vedere linee fisiche se fai fatica a immaginarle.

L’impostazione per il mirino in genere si trova nel menu delle funzioni personalizzate. Mentre è più probabile che quella del Live View si attivi scorrendo tra le modalità di visualizzazione disponibili.

Entrare nelle immagini

Aggiungere elementi di interesse al primo piano è un potente trucco compositivo che permette di armonizzare primo piano stesso e sfondo. Inserire elementi come massi, acqua o qualsiasi altro oggetto che si colleghi all’insieme della scena crea una “soglia” visuale, un punto di ingresso per lo sguardo dell’osservatore.

Non ricorrere però a soggetti casuali, giusto per mettere qualcosa. Devono essere elementi rilevanti, complementari alla scena.

Indirizza lo sguardo

Se vuoi immagini dinamiche che attirino l’osservatore nella scena, le linee di entrata sono la soluzione, come nello scatto I Ciclopi di Giuseppe Terranova qui sotto.

fotografia di paesaggio
I Ciclopi © Giuseppe Terranova

Hai bisogno di un elemento lineare forte nel paesaggio, per esempio una strada, una formazione rocciosa o un ponte. Se posizioni questi elementi in modo che partano dal terzo inferiore dell’inquadratura, preferibilmente dall’angolo in basso a destra, ottieni una composizione in cui le linee puntano verso il centro focale. In alcuni casi, le linee di entrata sono anche ottimi elementi di interesse per il primo piano.

Prova ad applicare una vignettatura per scurire leggermente gli angoli dell’inquadratura. Così, lo sguardo sarà spinto verso il centro.

Trasgredisci

Abbiamo visto alcuni strumenti che possono migliorare le tue composizioni. Ma le regole non sono fatte anche per essere violate?

Quando impari ad applicare la regola dei terzi, spesso diventa istintivo usarla in ogni occasione, ma non devi dimenticare che ci sono situazioni in cui ignorarla e comporre con il soggetto o l’orizzonte al centro dell’inquadratura produce risultati più accattivanti.

Le scene che risultano migliorate da una composizione centrata presentano spesso un elemento in grado di creare un’evidente e naturale simmetria.

Fotografare il paesaggio: quale ottica scegliere?

Il grandangolo

Una focale più corta è perfetta quando hai difficoltà a catturare l’estensione di una scena mozzafiato. Senza adattare la tecnica di scatto, però, questa ampia veduta significa solo che tutto appare molto piccolo nell’inquadratura. L’“impatto” viene diluito. La soluzione al problema è rappresentata da composizione e punto di vista. Sono importanti con qualsiasi obiettivo, ma diventano cruciali con un grandangolo.

Abituati a pensare in tre passaggi successivi alle tre aree principali dell’inquadratura: sfondo, campo medio e primo piano. ❶ Identifica prima gli elementi dello sfondo che vuoi includere. Scegli la lunghezza focale perché riempiano l’inquadratura da destra a sinistra. ❷ Osserva poi gli elementi in primo piano. Va bene quasi tutto, purché sufficientemente dotato di interesse, texture o dettaglio da catturare lo sguardo dell’osservatore. ❸ Infine, cerca un punto di vista che ti permetta di mostrare sfondo e primo piano senza lasciare in campo medio aree vuote o elementi di distrazione.

Lo zoom standard

Una volta sedotti dall’impatto di un grandangolo o di un teleobiettivo sui paesaggi, è facile trascurare la versatilità e la potenziale creatività dell’“umile” zoom standard. Eppure, con una lunghezza focale che spazia dal grandangolo moderato al medio tele, questa è un’ottica ottima per molti paesaggi.

❶ All’estremità più corta (24 mm su FX o 18 mm su DX), gli zoom standard offrono un’ampiezza grandangolare ideale per catturare le vedute più aperte. Tutto ciò senza che gli elementi dello sfondo diventino troppo piccoli nell’inquadratura. Potrai, inoltre, sfruttare quelli di primo piano come potresti fare con un ultragrandangolo. ❷ Alle focali intorno a 50 mm su FX e 35 mm su DX ottieni distanze di scatto e prospettive più “naturali”, con un angolo di campo molto simile a quello dell’occhio umano. ❸ Infine, le focali più lunghe sono perfette per isolare piccole aree e scene nel paesaggio.

Il teleobiettivo nelle foto di paesaggio

Non sempre viene in mente di infilare un teleobiettivo nell’equipaggiamento preparato per una sessione paesaggistica. Tuttavia, le opzioni aggiuntive che offre possono cambiare impatto e atmosfera delle immagini. Il segreto per usare le focali più lunghe sul paesaggio è prestare attenzione ai dettagli più lontani, che possono funzionare bene isolati. Può essere qualcosa di semplice, come un albero solitario o un picco montuoso. Oppure qualcosa di più sottile, come le gradazioni tonali introdotte dalla nebbia. O la prospettiva aerea che crea scene ricche di malinconia e suggestione. Questi soggetti spesso funzionano meglio se includiamo pochi elementi ben leggibili.

Dare enfasi alla semplicità e al minimalismo di uno o due elementi nel paesaggio è il modo ideale di sfruttare la maggiore capacità di astrazione di un teleobiettivo rispetto a una focale più corta.

Fotografare il paesaggio con l’obiettivo fisso

Considerate la lunghezza focale fissa e la frequente assenza di funzioni extra come la stabilizzazione, è facile dimenticare che gli obiettivi fissi presentano molti vantaggi anche con i paesaggi.

La maggior parte delle ottiche a focale fissa offre una massima apertura di diaframma più ampia rispetto a quella degli zoom che coprono lunghezze simili. Spesso, è anche molto più piccola e leggera. Ci sono poi anche grandangoli fissi dotati di particolarità impensabili con i comuni zoom. Basti pensare ai modelli tilt-and-shift. Un’ampia massima apertura di diaframma può non sembrare particolarmente rilevante per i paesaggi, che tendono a richiedere diaframmi più chiusi per tenere a fuoco tutta la scena, ma avere la possibilità di ridurre la profondità di campo può dare un tocco di originalità alle immagini.

Ottica macro

Un obiettivo macro non sarà mai il primo che ti verrà in mente pensando a uno scatto paesaggistico. Ma è un modo eccellente di dare più varietà alle immagini di una sessione. Per prima cosa, ti offre la possibilità di estendere il ritratto di un luogo anche ai classici soggetti macro, come fiori, piante o insetti. È molto comodo soprattutto se la luce o la copertura nuvolosa non sono ideali per catturare le più ampie vedute. O quando, più semplicemente, hai bisogno di fotografare qualcosa di diverso per “staccare” dal soggetto principale.

ottiche per il paesaggio
© Chris Rutter

Inoltre, un macro è perfetto per catturare paesaggi in miniatura. Per riuscirci, abituati a osservare i dettagli che ti circondano nel paesaggio. Immagina che piantine minuscole siano possenti alberi, o mucchietti di terra colline stagliate sullo sfondo del paesaggio reale. Abbassati al livello del soggetto e cerca una veduta dal basso di questo minuscolo paesaggio. Ottenere una profondità di campo sufficiente a tenere a fuoco tutta la miniatura potrebbe essere difficile. A corta distanza, l’area nitida potrebbe essere misurata in centimetri, anziché metri, persino a diaframmi chiusi come f/22 o f/32.

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C'è 1 commento

  • La fotografia di paesaggio e Minor White – catena valeria

    […] “Fotografare il paesaggio: tecniche e trucchi per migliorare”, 21/02/2023, […]

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