2 Agosto 2021 di Redazione Redazione

In questa rubrica scopriamo quali sono le principali aberrazioni ottiche prodotte dai nostri obiettivi. E come fare per correggerle.

Aberrazioni ottiche: un’introduzione

Oggi gli obiettivi fotografici si difendono molto bene contro le aberrazioni ottiche. La qualità delle lenti e dei trattamenti correttivi è tale che anche i più complessi zoom riescono a produrre immagini vivide e vivaci quanto quelle degli obiettivi fissi.

Purtroppo, la perfezione è ancora lontana. Le aberrazioni cromatiche, per esempio, affliggono tuttora le immagini digitali. Il fenomeno ricorda l’effetto che vediamo quando la luce attraversa un prisma e le diverse lunghezze d’onda ne vengono separate. In fotografia, si manifesta come un alone colorato intorno ai margini di forte contrasto. Ciò tende a far risultare le immagini meno nitide di quanto dovrebbero essere. Le ottiche più avanzate sfruttano elementi a bassa dispersione che riducono la separazione delle lunghezze d’onda. Gli obiettivi più economici, però, non montano lenti come queste e producono immagini che richiedono più correzioni.

Scelta creativa?

La vignettatura, a causa della quale gli angoli dell’inquadratura risultano più scuri rispetto al centro, è un altro problema frequente. Si presenta soprattutto nei grandangoli più luminosi, quando li usiamo alla massima apertura di diaframma (che è così grande da includere il bordo dell’obiettivo). Può essere causata anche dalla sovrapposizione di più filtri o da un paraluce sbagliato. Chiudere leggermente il diaframma, o togliere gli accessori responsabili, risolve il problema. In ogni caso, la vignettatura è spesso una scelta creativa, soprattutto per i ritratti.

I paraluce sono utilissimi per ridurre riverbero ed effetto ghosting. Quando includiamo una forte sorgente luminosa nell’inquadratura, o un raggio di luce tocca la lente frontale, ci ritroviamo con foto sbiadite da riduzione del contrasto e da una generale luminosità biancastra, oppure con macchie poligonali in corrispondenza delle luci alte. Il paraluce è risolutivo, ma possiamo anche fare schermo all’obiettivo con una mano e tenere ben pulita la lente frontale. Se le nostre immagini mostrano problemi di origine ottica, possiamo spesso risolverli in post-produzione, soprattutto se partiamo dai file RAW.

I principali problemi

aberrazioni ottiche

1 – Riverbero e ghosting

Sono causati da riflessi sulle superfici delle lenti dell’ottica. Per ridurli e migliorare la trasmissione della luce, si usano speciali rivestimenti.

2 – Vignettatura

L’oscuramento degli angoli si nota soprattutto con gli obiettivi che hanno un’ampia massima apertura del diaframma. Si può ridurre chiudendo il diaframma oppure correggere in post-produzione, con software come Lightroom.

3 – Aberrazione sferica

Si manifesta quando la luce attraversa una normale lente sferica. I raggi luminosi ai margini sono piegati o rifratti più di quelli al centro, con il risultato di una morbidezza indesiderata dell’immagine. Per evitare il problema esistono speciali ottiche con lenti asferiche.

4 – Aberrazione cromatica

Le aberrazioni cromatiche si mostrano come sfrangiature colorate lungo i bordi di un soggetto e sono causate dalle diverse lunghezze d’onda che vengono messe a fuoco in punti diversi del sensore. Ne esistono due tipi: longitudinale (o assiale) e laterale (o trasversale). La prima si può evitare a diaframma più chiuso, la seconda deve essere corretta in post-produzione.

I produttori montano uno o più elementi a bassa dispersione per ridurre il fenomeno. Queste lenti hanno nomi e intensità differenti, come SLD (Special Low Dispersion) o ED (Extra-low Dispersion).

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Come correggere le aberrazioni ottiche #2 

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