15 Agosto 2020 di Redazione Redazione

Nato a Senigallia da una famiglia povera, Mario Giacomelli (1925- 2000) inizia a lavorare fin da giovanissimo come garzone presso la Tipografia Giunchedi, arrivando a fondare una propria tipografia nel 1950. Nel 1953 acquista la sua prima macchina fotografica e, dopo aver partecipato ad alcuni concorsi amatoriali e grazie all’incontro con il critico d’arte Giuseppe Cavalli e con il fotografo Ferruccio Ferroni, si addentra sempre più nel nuovo linguaggio, facendo della fotografia un modo per avvicinarsi alla realtà. Caratteristico della sua cifra stilistica è il bianco e nero dai forti contrasti, evidente in alcune delle sue immagini più famose, tra cui quelle dalle serie Scanno, Verrà la morte e avrà i tuoi occhi, e gli scatti in cui chiede ai contadini di tracciare con il trattore segni profondi e precisi sul terreno.

Fino al 27 settembre, in occasione dei vent’anni dalla scomparsa del fotografo, Senigallia lo celebra con la mostra Sguardi di Novecento: Giacomelli e il suo tempo, che riunisce venti scatti del maestro senigalliese a confronto con circa novanta immagini di grandi fotografi della metà del Ventesimo secolo e, a Palazzetto Baviera, una selezione di opere fotografiche dei membri del Gruppo Misa, dalla collezione civica Città di Senigallia.

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