San Gimignano ospita una grandissima retrospettiva dedicata a Helmut Newton promossa dai Musei Civici del Comune di San Gimignano e prodotta da Opera-Civita con la collaborazione della Fondazione Helmut Newton di Berlino.
L’esposizione, il cui progetto è di Matthias Harder, curatore della Helmut Newton Foundation, che ha selezionato 60 fotografie per offrire una panoramica della lunga carriera del grande fotografo tedesco.
Ad aprire la mostra il ritratto di Andy Wharol realizzato nel 1974 per Vogue Uomo; dei numerosi ritratti di personaggi famosi del Novecento sono visibili circa 25 scatti, tra i quali quello a Gianni Agnelli (1997), a Paloma Picasso (1983), a Catherine Deneuve (1976), ad Anita Ekberg (1988), a Claudia Schiffer (1992) e a Gianfranco Ferrè (1996).
Helmut Newton, il genio della fotografia
Interessato alla fotografia sin da bambino, nel 1936 Helmut Newton era già un fotografo professionista. Nel 1938, a seguito delle leggi razziali, lasciò la Germania e, dopo essersi imbarcato a Trieste sul Conte Rosso, si fermò a Singapore. Allo scoppio della II guerra mondiale fu deportato dalle autorità britanniche in Australia. Visse in Australia, di cui diventò cittadino nel 1945, in Europa e negli USA. Autore tra i più conosciuti, rivoluzionò la fotografia di moda che con lui, per la prima volta, fu accolta tra la fotografia d’autore ed esposta in gallerie d’arte. Morì per un incidente stradale a Hollywood nel 2004. Oggi a Berlino vi è la sede della sua Fondazione. Cosa succedeva nei bellissimi palazzi delle nostre città, nei saloni sontuosi che solo pochi potevano vedere, negli attici mozzafiato? Helmut Newton, con le sue fantasie, mostrò il lato nascosto della borghesia, le sottili perversioni che restano segrete, un erotismo urbano da alta società. Le sue donne, dai corpi atletici, apparivano come entità superiori, dotate di poteri speciali; Newton con il suo obiettivo, occhio che spiava per noi dalla serratura, come Luis Buñuel in Il fascino discreto della borghesia, immaginò un sovvertimento dei codici di comportamento in cui le sue donne, valchirie contemporanee, dominavano la scena del mondo con la loro sensualità. Newton compose un erotismo ambiguo con immagini dal bianco e nero assoluto, che non lasciavano mai indifferenti. Con Newton il corpo nudo diventò il nuovo abito da indossare. Dissacrante e allo stesso tempo ironico, Newton resta un maestro inimitabile anche quando sostiene che guardare attraverso l’obiettivo è come vedere il mondo attraverso il buco della serratura. L’uso del banco ottico nelle fotografie di Helmut Newton rende le sue opere particolarmente incisive. Tutta la scena è perfettamente a fuoco e leggibile, così come le sue donne, sempre in atteggiamento dominante. Una padronanza tecnica perfetta, un uso sapiente delle luci sia in esterno sia in interno, che bilancia fonti naturali, artificiali, ombre e contrasti: Helmut Newton sembra avere un senso innato per le composizioni, tanto da far apparire le sue opere come fossero delle istantanee. Anche grazie a questo le fotografie di Helmut Newton sono degli scorci su scene altamente verosimili e indimenticabili.
Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di San Gimignano.
Fino al 01 settembre 2019