12 Marzo 2020 di Redazione Redazione
È il 12 marzo del 1909. Il primo poliziotto che sfidò Cosa Nostra è raggiunto da quattro colpi di pistola mentre camminava in Piazza Marina a Palermo.
Nato a Padula (Salerno) nel 1860 e trasferitosi da piccolo negli Stati Uniti, incominciò a lavorare come lustrascarpe per poi entrare, dopo vari impieghi, in polizia. Si guadagnò ben presto una grande fama per essersi infiltrato nelle organizzazioni anarchiche e nelle organizzazioni criminali dedite al racket delle estorsioni come la Mano Nera. Fu promosso tenente e il presidente Ted- dy Roosevelt lo dotò di una squadra, l’Italian Branch, per continuare la lotta alla mafia. Seguendo alcune piste investigative giunse in Sicilia in assoluto segreto. O così si credeva, visto che ben presto la notizia si sparse. Fu ucciso da due sicari alle 20.45 – i proiettili lo raggiunsero alla gola, alle spalle e uno alla testa per finirlo –. L’omicidio scatenò un tale clamore che il console americano a Palermo telegrafò al suo governo il seguente messaggio: «Petrosino ucciso a revolverate nel centro della città questa sera. Gli assassini sconosciuti. Muore un martire». Al funerale a New York parteciparono circa 250.000 persone – resterà nella storia per essere stato il più importante funerale degli inizi del nuovo secolo –.

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