Addio al brutto effetto “occhi chiusi” grazie a Facebook
L’ ultima novità in arrivo dall’intelligenza artificiale di Facebook è la possibilità di “alzare” le palpebre, o meglio, aprire gli occhi, ai soggetti ritratti con gli occhi chiusi nelle fotografie.
Modifica delle foto con il software di Adobe e con Facebook: differenze
Per onestà bisogna ricordare che la possibilità di modificare le foto non è nuova, essendo possibile grazie a Photoshop per esempio; la differenza sta nel fatto che i software di Adobe impiegano un metodo di elaborazione grafica chiamato riempimento in base al contenuto, grazie al quale è possibile eliminare da un’immagine dettagli indesiderati, imperfezioni e riempire spazi vuoti con l’inserimento di pixel. Con Photoshop è possibile eliminare occhi rossi, riflessi e dettagli vari.
Ciò che invece non è possibile fare è la ricostruzione ex novo di uno sguardo, delle pupille e della cornea del soggetto della fotografia. Facebook al contrario, è riuscita in questa impresa di ricostruzione volti grazie a un sistema di automatico chiamato Generative Adversarial Network in grado di produrre risultati di alta qualità.
Addio al brutto effetto “occhi chiusi” grazie a Facebook: come funziona l’algoritmo
Due i sottosistemi utilizzati:
- un primo sottosistema atto a riconoscere gli elementi del volto
- un secondo sottoinsieme per la creazione di immagini fittizie
Nella metà dei casi analizzati è stato impossibile per i volontari distinguere le immagini ritoccate e quelle integre, cioè le immagini in cui i soggetti erano ritratti con occhi aperti artificiali e le immagini in cui gli stessi soggetti erano ritratti naturalmente con gli occhi aperti.
Siamo di fronte a un metodo che per ora è a livello embrionale ma che, per chi non tollera la luce del sole o il flash, potrebbe rivelarsi rivoluzionario.