Paolo Ventura
Le magiche storie di Paolo Ventura partono sempre dal reale per arrivare alla morbidezza della dimensione onirica
Nel libro di Yan Mc Evan, L’inventore di sogni Peter è un bambino che, come Paolo Ventura, non si accontenta della realtà così come è e allora la ricostruisce su misura, esattamente come si può confezionare un abito. Nel 2006 Paolo Ventura è un affermato fotografo di moda con una grande curiosità per le storie e la messa in scena. Proprio in questo periodo prende forma il suo primo progetto: War Souvenir. Una serie di immagini legate fra loro dalle suggestioni della guerra che la nonna gli raccontava durante l’infanzia e l’adolescenza. Storie che riaffiorano e che si trasformano in tanti piccoli diorami: ricostruzioni in miniatura che, una volta ultimati, vengono fotografati. Paolo disegna le scene, poi cerca, compra, incolla, costruisce ogni particolare. Tutto in miniatura: case, finestre, pavimento, tavoli, lampade, letti, vasi di fiori, figure umane, animali, anche i cieli. Il risultato è sorprendete: sembra vero. Lo spettatore, esattamente come accade al cinema, deve fare la sua parte, cioè completare il racconto e rendersi disponibile a credere alla finzione, partecipando al gioco collettivo dell’inganno. War Souvenir è un successo planetario. Mostre, un libro con Contrasto Editore e moltissimi collezionisti che si contendono le tirature limitate di quello che può essere considerato un nuovo genere della fotografia. Paolo Ventura abbandona la moda e si ritrova tra le star della fotografia contemporanea. Nel 2009 è la volta di Winter Stories, un racconto dedicato alle suggestioni del freddo, della neve. I paesaggi malinconici punteggiano il suo linguaggio che si fa sempre più preciso e definito, tanto nella ricostruzione delle scene, quanto nella capacità di ricreare situazioni cariche di emozioni e di rimandi. Nel frattempo Ventura si è trasferito a New York e il libro che accompagna il suo ultimo lavoro è del prestigioso editore Aperture. Il successo di Ventura è internazionale. Le sue fotografie raggiungono quotazioni importanti. I formati piccoli costano 7000 euro, quelli più grandi arrivano a 15.000 euro. Non solo: Il mercato si contende anche i diorami (le sue ricostruzioni, i suoi modellini) che i collezionisti cominciano ad acquistare. La trilogia si chiude con un progetto dedicato a Venezia: The Automaton. Nei lavori successivi, Paolo Ventura, in piena coerenza con le opere precedenti, fa un ulteriore passo avanti: non ci sono più i pupazzi ricostruiti ma è lui stesso che entra nelle sue opere. Le scenografie si fanno più asciutte. Il lavoro, ora, è a togliere. L’obiettivo è una sintesi totale. La sua figura di uomo si confronta con la città e con gli spazi immaginati, che si ritrovano nelle nuove serie Short Stories e nella Città infinita.
“…la realtà così com’è, mi interessa poco, esiste già. Allora la ricostruisco a modo mio. Mi interessa raccontare mondi che non esistono. Anche se le scale sono sbagliate, o la prospettiva è allungata o schiacciata, poco importa: la fotografia rende tutto credibile. E’ sempre stato così.”
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