15 Settembre 2019 di Vanessa Avatar

Mettete dei fiori nei vostri cannoni: questo l’invito lanciato in Italia nel 1967 dal gruppo I Giganti nella canzone Proposta. Un appello che andava a unirsi alle voci provenienti da ogni parte del mondo che protestavano contro l’intervento degli Stati Uniti in Vietnam. Erano gli anni del movimento studentesco, della lotta per i diritti civili degli afroamericani, di quel “flower power” (“potere dei fiori”) – termine coniato dal poeta Allen Ginsberg nel 1965 – destinato a influenzare intere generazioni. Le proteste contro la guerra in Vietnam raggiunsero il culmine il 21 ottobre 1967, giornata che vide il susseguirsi di manifestazioni dagli Stati Uniti al Giappone, all’Europa. A Washington, oltre 100mila persone si radunarono al Lincoln Memorial e una marcia raggiunse il Pentagono. Tra la folla assiepata di fronte al Dipartimento della Difesa, c’era anche il fotoreporter Bernie Boston, inviato del Washington Star, che scattò una delle immagini più iconiche di quella giornata. La fotografia, candidata al Pulitzer del 1967, ritrae un giovane mentre infila un garofano nella canna del fucile di un soldato della Guardia Nazionale, schierata di fronte al Pentagono. «Quando vidi il mare dei manifestanti, seppi che qualcosa stava per accadere», ricordò più tardi l’autore. Intitolata Flower Power , la fotografia fu inizialmente giudicata di scarso interesse dal photo editor del Washington Star. Bernie Boston, però, intuendone il potenziale, la presentò a numerosi concorsi fotografici: lo scatto ottenne ben presto consensi e riconoscimenti, uscendo dall’oblio e divenendo il simbolo di quel “movimento dei fiori” che si stava preparando a rivoluzionare la cultura e la società anche al di fuori dei confini degli Stati Uniti. Altra fotografia iconica tra quelle legate alla guerra in Vietnam è quella scattata durante le proteste al Lincoln Memorial dal fotografo francese Marc Riboud. Protagonista dello scatto è la diciassettenne Jan Rose Kasmir che, agli uomini della Guardia Nazionale armati di fucile a baionetta, offre un fiore, simbolo di fragilità e speranza per un futuro di pace.

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