Tra gli obiettivi per i paesaggi non può mancare il teleobiettivo, che può cambiare impatto e atmosfera delle immagini.

13 Aprile 2022 di Redazione Redazione

Scopriamo 5 obiettivi per i paesaggi. Dopo aver parlato del grandangolo, oggi vediamo il teleobiettivo: dai dettagli lontani al clima più spettacolare, è infatti la scelta migliore quando le focali più corte non possono rendere giustizia alla scena.

5 obiettivi per i paesaggi: il teleobiettivo

Non sempre viene in mente di infilare un teleobiettivo nell’equipaggiamento preparato per una sessione paesaggistica, ma le opzioni aggiuntive che offre possono cambiare impatto e atmosfera delle immagini.

Il segreto per usare le focali più lunghe sul paesaggio è prestare attenzione ai dettagli più lontani, che possono funzionare bene isolati. Può essere qualcosa di semplice, come un albero solitario o un picco montuoso. Oppure qualcosa di più sottile, come le gradazioni tonali introdotte dalla nebbia o la prospettiva “aerea” che crea scene ricche di malinconia e suggestione

obiettivi per i paesaggi

Questi soggetti spesso funzionano meglio se includiamo pochi elementi ben leggibili. Dare enfasi alla semplicità e al minimalismo di uno o due elementi nel paesaggio è il modo ideale di sfruttare la maggiore capacità di astrazione di un teleobiettivo rispetto a una focale più corta.

Quando riprendiamo dettagli in lontananza, può essere difficile rendere il senso della scala e delle proporzioni dell’immagine. Se includiamo un soggetto riconoscibile, come un edificio o una barca, diamo una chiave di lettura della scala dell’immagine. 

La compressione dei piani

Un altro vantaggio dello scatto da lontano è la possibilità di catturare la visione del brutto tempo senza doverci trovare per forza nel bel mezzo di pioggia, neve o grandine. È una soluzione molto pratica quando lavoriamo in montagna, sul mare o in aperta campagna, dove possiamo vedere il maltempo avvicinarsi e scivolare sul paesaggio, scattare e mettere via tutto prima che i nuvoloni ci raggiungano!

Quando fotografiamo a distanza, teniamo d’occhio le nuvole e aspettiamo il momento in cui un raggio di sole le buca per filtrare sulla scena sottostante. Possiamo ottenere un effetto spettacolare e dare più interesse all’immagine. 

Usando un teleobiettivo, l’intera scena ripresa è lontana da noi, quindi è molto semplice ottenere il classico effetto di compressione prospettica. Se non abbiamo il tele a portata di mano, ricordiamo comunque che l’effetto non dipende in senso stretto dall’obiettivo, ma solo dal punto di vista.

Possiamo ottenerlo anche scattando con la focale più lunga a nostra disposizione in quel momento (anche se non estrema come quella di un supertele) e poi ritagliando l’immagine. Il risultato finale avrà una definizione più bassa. Ma grazie ai sensori ad alta risoluzione presenti ormai nella maggior parte delle fotocamere contemporanee possiamo perdere qualche megapixel e ottenere un risultato comunque più che soddisfacente.

Obiettivi per i paesaggi: evitiamo il mosso allo scatto

Si parla “camera shake” in riferimento alle vibrazioni introdotte dalla semplice pressione del pulsante di scatto, per esempio, o dal movimento dello specchio interno alle reflex. Questo fenomeno può rappresentare un vero problema con il teleobiettivo, persino montato sul più robusto dei treppiedi. 

In primis, dopo aver allestito lo stativo, impostiamo sempre il tempo di posa più veloce possibile. Inoltre, se usiamo una reflex, attiviamo la funzione di blocco dello specchio

Nella maggior parte degli scatti tele, la distanza tra l’elemento più vicino e il più lontano non è enorme. Di norma, quindi, è possibile accedere a diaframmi come f/8 o f/5.6, un po’ più ampi degli abituali f/11 o f/16 impiegati solitamente in fotografia paesaggistica. Se necessario, valutiamo se alzare anche gli ISO leggermente più del solito. Possiamo provare con ISO 400.

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