4 Novembre 2019 di Vanessa Avatar

È record di visitatori nella prima settimana di apertura per Life’s a Beach l’imperdibile mostra di Martin Parr inaugurata Domenica 27 ottobre 2019 al Civico Museo Revoltella di Trieste alla presenza dell’Assessore alla Cultura Giorgio Rossi e della direttrice del Servizio Musei e Biblioteche dott.ssa Laura Carlini Fanfogna. La mostra, visitabile fino al 6 gennaio 2020 è curata da Claudia Colecchia, responsabile della Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte del Comune di Triesta. È stata realizzata dal Comune di Trieste in collaborazione e in concomitanza con il festival fotografico Trieste Photo Days 2019 e con la prestigiosa agenzia Magnum Photos, di cui Parr, membro dal 1994, è stato Presidente dal 2013 al 2017.
Life’s a Beach

Martin Parr: il fotografo documentarista britannico per vocazione e passione

Dissacrante come il titolo che ha scelto per la sua mostra (Life’s a Beach, la vita è una spiaggia) Parr aveva mostrato il proprio spirito accogliendo il pubblico dell’inaugurazione triestina come si conviene ad un’anti-Photostar: camicia a quadri, blue jeans e calze a righe nei sandali aperti. Quell’uomo dinoccolato e semplice, mischiato alla folla, che aveva attirato l’attenzione per la sua mancanza di rigore durante la cerimonia d’apertura era proprio l’ospite d’onore. Ma le fotografie della mostra, il titolo e i molti selfie cui si è prestato rappresentano interamente il senso della fotografia di Martin Parr. Il fotografo documentarista britannico, come lui stesso si definisce, per vocazione e passione, ci propone un viaggio esplorativo, caratterizzato da tecniche diverse, ma sostenuto da un unico desiderio: carpire e capire ciò che accade nel nostro mondo impregnato di cultura consumistica, progressivamente consumato dall’imbarazzante perdita del buon gusto e del senso del limite. Il paesaggio sociale è il palese oggetto del suo desiderio fotografico. Allo specchio è l’opulenta società occidentale, con i suoi tic, cliché, e stereotipi. Questa volta l’attenzione di Martin Parr cade sulle spiagge: la mostra documenta la ricerca antropologica del fotografo inglese nei confronti di un’umanità colta nel momento in cui ha la guardia abbassata. La spiaggia è una costante nella fotografia di Parr. La sua carriera internazionale – infatti – è stata lanciata proprio dal suo noto libro del 1986, The Last Resort (titolo che suona più o meno come “l’ultima spiaggia”), che ritraeva la decadenza delle spiagge di New Brighton, località turistica vicino a Liverpool.
Le spiagge come metafora della decadenza occidentale. L’interesse specifico di Parr per le spiagge nasce da una precisa circostanza geografica: sul suolo del Regno Unito è impossibile trovarsi a più di 120 chilometri di distanza dal mare. Con un tale sviluppo costiero, non sorprende il fatto che in Gran Bretagna le foto in spiaggia rappresentino una tradizione ben radicata. Sulle spiagge britanniche le persone si rilassano, si sentono sé stesse e fanno sfoggio di tutti quei segnali del comportamento vagamente eccentrico che viene associato agli abitanti di quel paese. Se negli Stati Uniti vi è una tradizione consolidata di street photography, nel Regno Unito c’è… la spiaggia.
Da diversi decenni, perciò, le fotografie di Martin Parr documentano tutti gli aspetti di questa tradizione, con primi piani di bagnanti intenti a prendere la tintarella, ma anche immagini che raccontano i tuffi in mare o l’immancabile picnic. Negli anni, l’ossessione di Parr si è estesa al resto del mondo. In questa nuova collezione troviamo fotografie scattate anche in paesi lontani quali Cina, Argentina e Tailandia. Pubblicato nel 2012 in occasione di una mostra presentata per la prima volta al Lyon Photo Festival, il libro da cui è tratta la mostra rivela l’impegno di Parr nei confronti del suo soggetto preferito, in cui le assurdità e bizzarrie dei comportamenti nazional-popolari si fondono perfettamente. Ci diletteremo nel vedere come i vari paesi dell’America Latina presentino un senso della moda da spiaggia completamente differente, dai costumi succinti del Brasile alle riserve naturali del Messico, fino al momento dell’infuso chiamato “mate” che si beve in Uruguay. Non poteva mancare l’attenzione all’aspetto commerciale, dal momento che la spiaggia è da sempre uno dei luoghi dove si può trovare in vendita praticamente qualsiasi cosa, dai servizi di un “pulitore di orecchie” a Goa, India, al pesce grigliato in Cile, ma anche gli spaghetti precotti in Cina. In questa Mostra e nell’omonimo libro o nell’ultimo ( Beach Therapy del 2018), Parr dà il meglio di sé, confermando i cliché, sorprendendoci con immagini che catturano istanti di assurdità, ma sempre traendo godimento dai rituali e dalle tradizioni che si associano alla vita da spiaggia in giro per il mondo.
Life ‘s a Beach,
Mostra fotografica personale di Martin Parr a cura di Claudia Colecchia
Fino al 6 gennaio 2020
Civico Museo Revoltella, Trieste 

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