La complessa e inedita meditazione di Nicola Bertasi sul tema della guerra, in una mostra a Genova e in un libro.

13 Dicembre 2023 di Benedetta Donato Benedetta Donato

Nicola Bertasi ci accoglie a Genova, all’ingresso di Primo Piano di Palazzo Grillo, dove è allestita Like Rain Falling from the Sky, a cura di Giovanni Battista Martini.

Nicola Bertasi: Like Rain Falling from the Sky

Il lavoro, che si compone di immagini realizzate dall’autore, fotografie d’archivio e collage, è stato precedentemente esposto al PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, che ne ha supportato la produzione. Ora viene presentato in maniera rinnovata, grazie a una sua articolazione, che ne consente una lettura ancora più profonda.

Una ricerca che lo ha impegnato per lungo tempo e che ha dato vita all’omonima pubblicazione.

Nicola Bertasi, Like Rain Falling From The Sky
© Nicola Bertasi, Like Rain Falling From The Sky, studiofaganel, 2023

Like Rain Falling from the Sky è tra gli ultimi titoli di studiofaganel, cui Nicola Bertasi (1983), fotografo indipendente e artista visivo pluripremiato, si è dedicato dal 2016. Mentre visitiamo la mostra, l’autore racconta: «Il lavoro è stato pensato da subito per confluire in un libro. Nel 2019 ho realizzato un dummy di 4 copie, con la collaborazione dello studio grafico di Milano pupilla grafik. Con mia grande soddisfazione, è stato selezionato tra i finalisti del Grand Prix de la Photographie Documentaire del 2019. Nello stesso anno è stato tra i vincitori della Bourse du Talent e nel 2020 finalista al Dummy Book Award – il prestigioso premio istituito dal Festival Rencontres de la Photographie d’Arles. Si avvale del contributo di Damarice Amao – storica dell’arte e della fotografia, curatrice associata per la fotografia presso il Centre Pompidou di Parigi –, che ne ha redatto il testo introduttivo, cogliendone l’essenza».

«La gestazione del libro è stata un lungo percorso. C’è stata una pandemia di mezzo. Ma alla fine ho incontrato studiofaganel, la casa editrice, ed è scattato un vero e proprio colpo di fulmine reciproco. Abbiamo lavorato per presentare il libro in occasione della mostra prodotta dal PAC e lì presentata, con una mostra allestita fino allo scorso settembre. In occasione dell’esposizione genovese, avendo a disposizione uno spazio più ampio, abbiamo deciso di estendere la produzione, presentando un allestimento inedito». Giovanni Battista Martini, curatore della mostra, dichiara di essere rimasto molto colpito da: «una ricerca straordinaria, che ha messo insieme un racconto poetico, da artista, facendoci meditare profondamente sul tema della guerra».

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La meditazione sulla guerra di Nicola Bertasi

La riflessione su questo argomento inizia alla fine del 2015, a partire dalla necessità di lavorare sulla guerra del Vietnam, finita da tempo e ripresa dai tanti fotoreportage dell’epoca, che conosciamo. Rispetto al linguaggio fotogiornalistico, dove prevalgono immagini del racconto immediato, caratterizzate da morte e distruzione, l’autore si sofferma a riflettere su cosa rimane della guerra nel territorio e nelle persone che l’hanno vissuta.

Affronta così, nel 2016, il suo primo viaggio in Vietnam. Qui viene accompagnato dal giornalista Truong Giang Pham, che lo coadiuverà durante la fase di raccolta delle testimonianze, nelle zone colpite dal devastante ecocidio. Come lui stesso afferma: «Il progetto si allarga, così come il mio spettro di interesse. Inizio a chiedermi cosa davvero è stata la guerra e come la guerra è rimasta nella memoria. Verso la fine del 2018 decido di andare in America, per confrontarmi con i veterani e alcuni docenti universitari. Visito i National Archives degli Stati Uniti e, durante la consultazione, scopro fotografie degli stessi luoghi, che avevo fotografato anche io durante i miei soggiorni in Vietnam. A questo punto, decido di abbandonare la narrazione lineare percorsa fino a quel momento, per creare una vera commistione tra il passato e il presente, con i collage e alternando l’utilizzo del colore al bianco e nero. Un passaggio che può lasciare lo spettatore interdetto, ma che gli è utile per comprenderne la complessità».

© Nicola Bertasi, Like Rain Falling From The Sky, studiofaganel, 2023

Una complessa stratificazione

Guardando le opere, di medio e grande formato, prodotte su supporti diversi, alcune con cornice, altre allestite al vivo, così come sfogliando il libro, emerge quella complessa stratificazione, cui fa cenno Nicola, come intervento continuo che egli stesso ha operato, quasi a voler significare che per comprendere a fondo la storia, per metabolizzarla, ci sia bisogno di una mediazione operata dall’autore.

A questo proposito, afferma: «Per fidarsi di un racconto, c’è bisogno che sia manipolato». Bisogna entrare dentro quella narrazione storicamente tramandata della guerra, la cui veicolazione ha sempre privilegiato una rappresentazione ben precisa, per sradicarne l’immaginario sedimentato nella memoria collettiva.

Un esercizio di ricostruzione

Nicola Bertasi incede nel compiere un’operazione innovativa di raffinata intelligenza, caratterizzata dal ritmo incalzante della ricerca tra passato e presente, tra documenti d’archivio e fotografie da realizzare, arrivando nei luoghi, incontrando le persone, che ritrae e di cui riporta le testimonianze, utilizzando nei testi i caratteri che ricordano quelli della macchina da scrivere, come fosse un reporter del tempo. Tra le righe di una delle testimonianze è possibile reperire l’espressione che dà origine al titolo.

L’autore prosegue fotografando i luoghi il cui terreno è ancora oggi contaminato e offrendoci un’alternativa al pensiero dominante: una guerra non può avere come unica rappresentazione, un’escalation di fotogrammi istantanei su quel che accade in un determinato momento. I suoi effetti non terminano con il cessare del fuoco e la memoria deve essere necessariamente un esercizio costante di ricostruzione su tracce tangibili e intangibili, di ricerca e di commistioni possibili tra storia e momento attuale.

Ce lo ricordano i maestri della fotografia contemporanea giapponese come Shōmei Tōmatsu e perché lo spiega bene Damarice Amao, nel testo introduttivo alla pubblicazione, dal titolo Vietnam: A Critical Memory: “[…] 45 anni dopo rimangono ancora tracce estremamente tangibili del conflitto, sia sui corpi delle persone che sul territorio stesso. Le guerre non finiscono con armistizi e trattati di pace: un’osservazione che è diventata banale ma che è ancora valida, come dimostrano le conseguenze psicologiche, ecologiche e fisiche di lunga durata subite dalla società vietnamita nel corso di diverse generazioni”.

“Ed è lungo le linee che portano alla creazione di una memoria alternativa del Vietnam che Like Rain Falling from the Sky è da collocare: in una direzione del tutto opposta rispetto alle immagini shock del fotoreportage tradizionale, e con il tempo prolungato necessario per l’indagine e il viaggio, mettendo insieme una narrazione sensibile e poetica attingendo alle voci di coloro che sono coinvolti nel conflitto, troppo spesso ignorati o costretti a tacere”.

Ricordiamo infine che Like Rain Falling from the Sky è stato vincitore del New Post Photography Award nel 2021 e nel 2022 ha ottenuto l’Honorable Mention al Landskrona Book Award.

Info

Nicola Bertasi
LIKE RAIN FALLING FROM THE SKY

La mostra

15 novembre 2023 – 5 gennaio 2024
presso Primo Piano di Palazzo Grillo
Giovedì e Venerdì 16.00-20.00
Sabato e Domenica 14.00-20.00

Vico alla Chiesa delle Vigne 18 R, Genova
phone +39 010 2477356

Il libro

Nicola Bertasi, Like Rain Falling From The Sky, studiofaganel, 2023

studiofaganel
Testi: Damarice Amao, Nicola Bertasi
Graphic design: pupilla grafik
Prima edizione: 2023
ISBN: 978-88-94662028-5-6

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