All’Accademia Carrara, i paesaggisti dell’Ottocento e il fotografo Naoki Ishikawa raccontano le Alpi Orobie.

14 Luglio 2023 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Fino al 3 settembre 2023, l’Accademia Carrara di Bergamo presenta Vette di Luce, mostra che rende omaggio al territorio bergamasco e alle Alpi Orobie attraverso il duplice sguardo dei pittori ottocenteschi e del fotografo giapponese Naoki Ishikawa (Tokyo, 1977).

A cura di Filippo Maggia e M. Cristina Rodeschini in collaborazione con CAI Club Alpino Italiano – sezione di Bergamo, l’esposizione è parte della programmazione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura. E si completa con un doppio percorso espositivo “diffuso” nel territorio.

Naoki Ishikawa
Naoki Ishikawa, Alpi Orobie, 2022. Campagna fotografica realizzata in occasione della mostra Vette di Luce, Accademia Carrara, 2023

All’Accademia Carrara la mostra Vette di Luce

Commenta M. Cristina Rodeschini, direttore Accademia Carrara: «Le Alpi Orobie sono state frequentate dai pittori che ne hanno percorso i sentieri, raggiunto le cime, osservato gli aspetti naturali, con l’intenzione di documentarne la bellezza e di condividerla con gli altri. Dalla seconda metà dell’Ottocento, con l’affermarsi del gusto per il paesaggio, alcuni tra i migliori allievi dell’Accademia di Belle Arti Carrara praticano con successo il genere che per alcuni di essi diverrà una vera e propria specializzazione». Il loro sguardo ha fermato sulla tela la struggente bellezza delle montagne, come ben testimoniato dai dipinti che compongono la prima parte della mostra, provenienti per la maggior parte dalle collezioni dell’Accademia Carrara e del CAI.

Andrea Marenzi
Andrea Marenzi, Le Cascate del Serio, 1886, olio su tela, Bergamo, Accademia Carrara

Il percorso, a cura di M. Cristina Rodeschini e Paolo Plebani, si compone di trentacinque opere organizzate in sale monotematiche, ciascuna dedicata a un pittore. Si possono così ammirare i dipinti di Costantino Rosa (1803-1878) che descrive in una serie di piccoli olii la Val Taleggio, la Valle Brembana, la Val Seriana. Andrea Marenzi (1823-1891) racconta su tela lo spettacolo delle Cascate del Serio. Ermenegildo Agazzi (1866-1945) in una monumentale opera dipinge la più celebre delle cime bergamasche, la Presolana.

Naoki Ishikawa sulle Alpi Orobie

Per aggiornare la visione un po’ oleografica della montagna da parte dei pittori ottocenteschi, Accademia Carrara ha affidato dunque a Naoki Ishikawa una rilettura delle Alpi Orobie. Fotografo e alpinista – nel momento in cui visitiamo la mostra è alle prese con la scalata del suo 12esimo Ottomila, il Gasherbrum I – Ishikawa ha compiuto tre residenze, in tre stagioni differenti, così da poter documentare il paesaggio e la montagna bergamaschi in modo esaustivo.

Spiega Filippo Maggia: «È stato interessante per Naoki confrontare le Alpi, su cui non era mai stato, con le montagne giapponesi. Il paesaggio è simile ma non la vita. Le Alpi Orobie sono vissute nel quotidiano. Ci sono artigiani, fattorie, villaggi. Mentre in Giappone le montagne sono per lo più meta di turismo. L’altro aspetto interessante è stato poter mettere a confronto la visione del fotografo con la visione del pittore. Non è stato tanto un esercizio di confronto ma le tele dell’Ottocento, che ha potuto ammirare alla Carrara, sono state per lui un punto di riferimento».

Vette di Luce Naoki Ishikawa
Naoki Ishikawa, Alpi Orobie, 2022. Campagna fotografica realizzata in occasione della mostra Vette di Luce, Accademia Carrara, 2023

Ishikawa si ispira poi agli ampi panorami che i fotografi-alpinisti di fine Ottocento e inizio Novecento – che utilizzavano lastre fotografiche di vetro – realizzavano fotografando il panorama a pezzi e poi ricomponendolo. Vittorio Sella, come ricorda Filippo Maggia, arrivò addirittura a dodici lastre per una panoramica completa dal Cervino. Ishikawa – che utilizza il medio formato – si serve dello stesso metodo. E così, lungo le pareti delle sale dell’Accademia Carrara, ai nostri occhi si presentano dittici e trittici (o più) che permettono una vera immersione nel paesaggio orobico.

La stessa immersione che Ishikawa – non servendosi di macro e tele, ma di un unico obiettivo – compie nel territorio, allontanandosi o avvicinandosi a ciò che vuole fotografare. Percorrendo e vivendo il paesaggio.

Incursione nell’arte contemporanea

Il percorso espositivo si completa con il film documentario di Andrea Cossu in cui Ishikawa racconta la sua esperienza sulle Orobie e due opere d’arte contemporanea. La video-audio installazione Ricordo di un dolore, realizzata nel 2020 da MASBEDO, duo artistico composto da Nicolò Massazza e Iacopo Bedogni. In prestito da GAMeC, racconta la salita silenziosa verso la Presolana, di un uomo che porta sulle spalle una riproduzione del dipinto di Pellizza da Volpedo, capolavoro della collezione Carrara. E La tana del Drago di Matteo Rubbi. Realizzata nel 2023 appositamente per Vette di Luce, è una ricostruzione immaginata ed esperienziale delle Orobie. Un viaggio a memoria in cui l’artista ha prima ricreato poi fotografato monti, fiumi, strade, paesi e città.

L’Accademia Carrara nel territorio

Come sottolinea M. Cristina Rodeschini, l’Accademia Carrara non solo chiama a sé i visitatori. Ma “esce” nel territorio attraverso due progetti. Il primo è costituito da cinque mostre spin-off di Naoki Ishikawa. Le esposizioni si tengono presso Fra.Mar a Pedrengo, il Castello di Malpaga, il Museo Etnografico di Schilpario, il Resort Belmont a Foppolo e l’Aeroporto di Milano Bergamo.

Inoltre, in concomitanza con il 150° anniversario dalla fondazione della Sezione di Bergamo del CAI, diciassette rifugi CAI ospitano altrettante riproduzioni di capolavori dell’Accademia Carrara. Per conoscere i rifugi coinvolti e le escursioni organizzate, si può visitare il sito: www.lacarrara.it/notizia/lacarrara-in-alta-quota

Lascia un commento

qui