David LaChapelle è considerato uno dei più importanti e dissacranti fotografi contemporanei

18 Dicembre 2018 di Vanessa Avatar

David LaChapelle l’indubbio talento in grado di combinare estetica iperrealistica a messaggi sociali

David LaChapelle è considerato uno dei più importanti e dissacranti fotografi contemporanei. Le sue immagini, sono un punto d’incontro tra l’advertising e la pop art, capace di fotografare le celebrity dello star system come Michael Jackson, Hillary Clinton, Andy Warhol, Madonna, Uma Thurman, David Bowie ma anche di dar vita a una rivisitazione dei temi sacri come la natività, il Diluvio universale – con la serie ispirata a Michelangelo il mondo surreale, il barocco e la pop art in un mix trasgressivo capace di fondere sapientemente ironia, glamour e iconografia classica e mondo onirico. La carriera di David LaChappelle trova i suoi inizi negli anni Novanta, momento in cui lavora per la rivista Interview fondata da Andy Warhol . È in quel periodo che LaChapelle riflette sulle possibilità comunicative e divulgative dell’editoria, incredibilmente legate alla Pop Art.

David LaChapelle: le sue fotografie denunciano le ossessioni contemporanee, il rapporto con il piacere e con il benessere

Le sue fotografie denunciano le ossessioni contemporanee, il rapporto con il piacere, con il benessere, con il superfluo e con una sfrenata esigenza di apparire. Il tutto, ammantato da colori elettrici e superfici laccate e caratterizzato dalla presenza ricorrente di un nudo sfacciato e aggressivo. Un altro momento di svolta nella lettura dell’opera dell’eclettico artista, al punto da segnare il passaggio a una nuova fase della sua ricerca, è il viaggio a Roma del 2006. In questa occasione, durante la visita alla Cappella Sistina, rimane folgorato dagli affreschi di Michelangelo e dai fasti del potere religioso. Lì, di fronte a tale bellezza e monumentalità del Rinascimento italiano, decide di dedicarsi esclusivamente all’arte. Il Diluvio Universale di Michelangelo gli suggerì la creazione di The Deluge , in cui i rimandi al capolavoro michelangiolesco si mescolano ai marchi della società consumistica e alla bellezza ostentata dei corpi nudi. Seguiranno After the Deluge, dove l’artista offre una serie di immagini che mostrano una realtà in cui tutti gli oggetti e i simboli del mondo attuale sono sommersi e Awakened, in cui ritrae persone immerse in acqua in uno stato embrionale, in una sorta di resurrezione dopo il diluvio. Dopo il 2006, LaChapelle inizia a lavorare per serie fotografiche. Benché nascano autonomamente, ciascuna di esse si lega all’altra in un sottile equilibrio tra sacro e sacrilego, alternando soggetti differenti sul tema condiviso della vanitas . Infatti, se in Earth Laughs in Flowers questo motivo è trattato attraverso la bellezza dei fiori appassiti, in Still Life è rappresentato da una serie di statue di cera distrutte dai vandali che riproducono le sembianze di alcune stelle hollywoodiane. Nel corso della sua carriera, egli non ha trascurato il confronto con la fotografia di paesaggio, che diventa un suo ambito artistico a partire dal 2013. In questa occasione potranno essere scoperte alcune fotografie appartenenti al ciclo Gas Station e Land Scape , nelle quali egli ricostruisce modelli di impianti petroliferi e stazioni di rifornimento in scala, attraverso materiali riciclati, come cartoni delle uova, schede madri per computer, bigodini, cannucce e altro. Sulla serie inedita intitolata New World, LaChapelle dichiara di essere stato ispirato da Odilon Redon, pittore francese di fine Ottocento visto al Musée d’Orsay, da William Blake, e, ancora una volta, da Michelangelo e Michael Jackson. Altra fonte d’ispirazione, la musica di Pharrell Williams e in particolare, la sua canzone Happy. Il progetto s’inserisce in un percorso di riflessioni dedicato a questioni metafisiche come il viaggio dell’anima dopo la morte, la gioia e le rappresentazioni del paradiso.

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