Al Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo una mostra ripercorre l‘intera produzione fotografica di Ernesto Fantozzi.

1 Dicembre 2022 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Dal 4 dicembre 2022 al 26 marzo 2023 il MuFoCo – Museo di Fotografia Contemporanea di Cinisello Balsamo (Milano) ospita Ernesto Fantozzi. Fotografie 1958-2018.

Una mostra, a cura di Carlo Cavicchio, Maddalena Cerletti e Sabina Colombo, che rappresenta l’inizio di un lavoro di valorizzazione e studio del suo archivio – che racchiude l‘intera sua produzione fotografica e consta di circa 75mila unità, tra stampe alla gelatina bromuro d’argento, negativi e provini – recentemente donato al museo.

La mostra di Ernesto Fantozzi al MuFoCo

Il percorso espositivo ripercorre, dunque, l‘intera produzione di Ernesto Fantozzi e restituisce, attraverso due differenti modalità di visione, i periodi della sua attività.

Le stampe in mostra raccontano, infatti, la prima parte del suo percorso artistico, dalla fine degli anni Cinquanta ai primi anni Settanta. Sono state realizzate direttamente dall’autore negli anni Novanta quando, dopo una pausa di vent’anni durante la quale si è dedicato principalmente all’insegnamento, ha ripreso in mano il suo archivio e ha ricominciato a fotografare.

Una proiezione presenta invece le fotografie degli anni Novanta-Duemila. Completa la mostra un apparato documentario e bibliografico volto a mostrare oggetti originali donati da Ernesto Fantozzi e conservati presso l’archivio del museo. Nonché alcune delle numerose pubblicazioni in cui il suo lavoro è stato presentato dagli anni Sessanta a oggi.

La fotografia come testimonianza autentica

Partendo dalla fotografia “della famiglia seduta nel tinello che guarda il Festival di Sanremo alla televisione” (Milano, 1958) – che l’autore stesso definisce in un’intervista del 2002 “la mia prima foto, che potrei definire ‘consapevole’” – le opere in mostra seguono, dunque, un ordine in parte cronologico e in parte tematico. Accostando la produzione più famosa degli anni Sessanta a quella meno conosciuta del secondo periodo.

Lontana da ogni formalismo estetico, la fotografia di Ernesto Fantozzi è, invece, radicata nella realtà. “Questa fotografia è testimonianza autentica di una situazione spontanea”, è la frase manifesto appuntata meticolosamente dall’autore sul verso di ogni stampa.

Egli stesso si definisce un “fotografo documentarista”, un “fotografo della realtà” e realizza fotografie in bianco e nero, escludendo volutamente il colore. Rivolge il suo sguardo alla quotidianità che conosce, agli aspetti meno appariscenti e ordinari della vita. Documenta la città di Milano e il suo hinterland soffermandosi sul paesaggio urbano e suburbano. Sul racconto della vita sociale all’interno della metropoli, con un’attenzione alle abitudini, alle relazioni, alle persone.

Ernesto Fantozzi

Nato a Milano nel 1931, si avvicina alla fotografia alla fine degli anni Cinquanta quando riceve in dono dalla sua fidanzata che poi diventerà sua moglie la sua prima macchina fotografica: una Kodak Retinette.

Studia fotografia da autodidatta ed entra a far parte del Circolo Fotografico Milanese del quale è tuttora Socio Onorario e Benemerito. Fin da subito si dedica al reportage in bianco e nero, influenzato dalle fotografie di Henri Cartier-Bresson e Robert Capa, ma anche dal cinema neorealista italiano.

Nel 1962 riceve il titolo di AFIAP (Artista della Federazione Internazionale dell’Arte Fotografica) e negli stessi anni espone le sue fotografie in occasione di mostre personali e collettive. Insieme a Carlo Cosulich e Mario Finocchiaro fonda il “Gruppo 66”, composto da fotoamatori. L’intento che li accomuna è documentare i cambiamenti di Milano e del suo hinterland con uno sguardo lontano da ogni velleità artistica.

Dopo la chiusura del gruppo nella metà degli anni Sessanta si allontana progressivamente dalla pratica fotografica e si dedica all’insegnamento presso il Circolo Fotografico Milanese. Nei primi anni Novanta, quasi vent’anni dopo, torna a fotografare con lo stesso sguardo rivolto alla città e alle sue dinamiche sociali. Nel 2002 viene nominato “Autore dell’anno” dalla Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e un anno dopo riceve il titolo di “Maestro della fotografia italiana”.

Il suo lavoro è stato esposto in diverse istituzioni e pubblicato su riviste e volumi. Sue fotografie sono conservate in collezioni pubbliche e private italiane e straniere, tra cui il MoMa e il Metropolitan Museum di New York.

Info

Museo di Fotografia Contemporanea – Villa Ghirlanda
Via Frova 10, Cinisello Balsamo, Milano

Orari: mercoledì, giovedì, venerdì ore 16-19 sabato e domenica ore 10-19. Ingresso gratuito.

www.mufoco.org

Fino al 26 marzo 2023 è possibile visitare anche la mostra Paesaggio dopo Paesaggio

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