14 Aprile 2020 di Redazione Redazione
Francesco Faraci è conosciuto dal pubblico grazie a Malacarne, il suo primo libro fotografico che raccontava i bambini della profonda periferia palermitana. Da quegli esordi sono trascorsi alcuni anni e ritrovo di fronte a me una persona più matura e riflessiva. Gli chiedo cos’è cambiato in questo periodo, qual è il tipo di percorso che sta affrontando e mi risponde: «Oggi sicuramente ho maggiore consapevolezza, l’istinto non prende più il sopravvento. Ho imparato ad assecondarlo e a calibrarlo. Sono arrivato a un punto in cui ho sentito la necessità di dover cambiare e di voler comunicare altro. Nel frattempo ho scritto due romanzi, anche se la fotografia per me è movimento ed è di questo che ho bisogno. Fare fotografia è come respirare». Francesco è stato impegnato nel Jova Beach Party, il tour di Jovanotti iniziato il 6 luglio 2019 e conclusosi il 31 agosto 2019, dopo diverse tappe nelle spiagge del nostro Paese. Gli abbiamo chiesto di raccontarci la sua esperienza, condividendo il diario di viaggio di un’esperienza straordinaria.
Jova Beach Party

Un rapporto nato su Instagram

«L’idea nasce in maniera casuale un anno fa, quando Lorenzo –  il nome di battesimo del cantante – venne ad Acireale per alcuni concerti e mi chiese di fare qualche fotografia durante le esibizioni. Il mio rapporto con il cantautore in realtà è iniziato prima attraverso il social network Instagram con un semplice scambio di like e alcuni messaggi. Da qui è nato un vero rapporto di stima. Le foto che avevo fatto mentre lui era in Sicilia sono state poi pubblicate insieme al CD uscito a dicembre 2018. In quello stesso periodo, è arrivata la richiesta, da parte del cantante, di scrivere un progetto che potesse accompagnare il suo nuovo tour per le spiagge d’Italia. Non potevo crederci. E dopo un primo momento a dieci metri da terra, ho iniziato a riflettere e di fare quello che mi riesce meglio: raccontare la gente che avrei incontrato durante le 17 date in programmazione.»

Il privilegio di raccontare l’Italia e la gente

«Le immagini realizzate fanno parte del libro Jova Beach Party. Cronache da una nuova era, edito da Rizzoli e distribuito in tutte le librerie. Non riesco ancora a trovare le parole per descrivere la gioia di un’opportunità imperdibile come questa: raccontare un Paese in fase di transizione come il nostro attraverso la fotografia. È un diario di sensazioni, così l’ho immaginato. Per questo mi sono rimesso a studiare, rispolverando alcune pietre miliari della nostra letteratura di forte ispirazione, come Viaggio in Italia di Guido Piovene, La lunga strada di sabbia di Pier Paolo Pasolini e ancora di quest’ultimo il film-documentario Comizi d’amore. L’obiettivo è di rappresentare il carattere di uno spaccato del nostro territorio, di fornire un ritratto fedele di quell’Italia che è bellissima e ancora piena di meraviglie da scoprire. Perché la vita è una continua scoperta.
Jova Beach Party
Per questa avventura ho deciso di stravolgere le mie abitudini e di tentare nuove strade, fotografando a colori. All’inizio ero preoccupato, perché ho quasi sempre lavorato in bianco e nero. Poi ho capito che questa sfida era importante per me, e vedendo di volta in volta il risultato di ciò che avevo prodotto, mi ci riconoscevo. Ritrovavo la forza, l’energia, la dirompenza dei momenti vissuti e anche quel coraggio di provarci, la curiosità di mettermi in gioco e di misurarmi con un linguaggio completamente diverso dal mio. Una sfida, che solo in un’esperienza come questa potevo fare. Credimi, ogni spiaggia, a ogni concerto è  stata adrenalina pura! In un certo senso, quello che mi è capitato è arrivato al momento giusto. Avevo appena concluso un progetto durato tre anni sulla Sicilia, sulla gente che ho cercato e incontrato, percorrendo tanta strada. Con questo progetto, il mio cammino ha valicato i confini isolani e ho avuto il privilegio di raccontare la gente. Entrare dentro la vita degli altri, vuol dire scavare dentro di te e, piano piano, ti accorgi che non esiste più differenza tra ciò che fai e ciò che sei. Spero che, tramite le mie fotografie tutto questo arrivi.»

a cura di Benedetta Donato

Francesco Faraci

Palermo, 1983. Dopo gli studi in Sociologia e Antropologia, scopre la fotografia come principale mezzo di espressione. I suoi lavori sono stati pubblicati su prestigiose riviste nazionali e internazionali. Nel 2016 pubblica il suo primo libro Malacarne. Kids come first (Crowdbooks Edizioni, curato da Benedetta Donato), un viaggio di tre anni dentro le estreme periferie di Palermo. A luglio del 2019, il progetto Atlante Umano Siciliano vince il Primo Corigliano Calabro Book Award presieduto da Francesco Cito – il suo lavoro diventerà un libro edito da Emuse –. I suoi testi e le sue fotografie fanno parte del progetto editoriale Jova Beach Party. Cronache da una nuova era (Rizzoli, 2019).

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