1 Agosto 2018 di Vanessa Avatar

L’inquadratura

Il dubbio tipico che assale il fotografo che studia una scena da riprendere è quale orientamento dare all’immagine. Nella fotografia di paesaggio, l’inquadratura orizzontale rappresenta la scelta

Quando si è in cerca della composizione perfetta, la prima scelta che ci si trova ad affrontare è l’orientamento della fotocamera: orizzontale oppure verticale? Premesso che non esiste alcuna regola ferrea per assegnare una preferenza assoluta all’uno o all’altro taglio compositivo, la soluzione con fotocamera orizzontale è di gran lunga la più utilizzata nella fotografia paesaggistica, questo perché la conformazione del nostro campo visivo ci porta a percepire il mondo “in orizzontale”.

Inoltre lo sviluppo orizzontale in fotografia è convenzionalmente associata a una maggiore libertà dello sguardo di vagare all’interno dell’immagine e offre generalmente maggiori opportunità per valorizzare gli elementi compositivi.

Inquadratura verticale

L’inquadratura verticale, viceversa, è associabile a un maggior dinamismo o all’effetto prospettico. Dà forza alle linee che si sviluppano dal basso verso l’alto ma, rispetto al taglio orizzontale, è usata con minor frequenza nelle foto paesaggistiche. Ciò nonostante, permette di ottenere scorci altrettanto stupendi.
Anche per le inquadrature verticali, naturalmente, rimane valida la regola dei terzi. Per massimizzare la profondità di campo, necessaria per avere nitido dal primo piano all’infinito, è necessario usare un diaframma chiuso (f/11 o f/16).

La panoramica

La panoramica è considerata una delle inquadrature più spettacolari che si possano ottenere e, al mare, è largamente utilizzata per ritrarre ampie porzioni di costa o di spiaggia. Una foto panoramica si sviluppa verso i lati ben al di là di qualsiasi altra inquadratura orizzontale. Il rapporto tra base e altezza, che per le reflex è pari a 3:2 e può arrivare a 4:3 nel caso di alcune mirrorless, si espande fino a formati “presi in prestito” dal cinema, dalla televisione e dall’informatica, come il 16:9, il 21:9, il 2,40:1 (Panavision) e ancora oltre. In effetti, grazie alla tecnica della composizione di più immagini che spiegheremo a breve, non c’è nessun limite alla larghezza massima, se non quella data dalla cornice che eventualmente ospiterà la stampa. Realizzare una panoramica è molto più semplice di quello che si crede. Molte compatte moderne, ma anche alcuni smartphone, dispongono di una funzione apposita che, con opportune cornici sullo schermo posteriore, guida l’utente a scattare più immagini in sequenza, ruotando progressivamente la fotocamera; questi scatti verranno uniti automaticamente dalla fotocamera in una sola foto panoramica. Nel caso in cui la fotocamera non disponga di questa funzione (le reflex professionali di solito non offrono automatismi di questo tipo), poco male: molti software di sviluppo e fotoritocco offrono la stessa funzione.

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