30 Giugno 2019 di Vanessa Avatar

Conosciuto per i suoi lavori di documentazione di alcuni dei conflitti più sanguinosi del secondo Novecento, Romano Cagnoni (1935-2018) si avvicina alla fotografia nella sua città natale, Pietrasanta, lavorando come assistente di un fotografo locale. Nel 1958 si trasferisce a Londra dove conosce Simon Guttmann, considerato uno dei fondatori del fotogiornalismo moderno. Dopo aver documentato la campagna elettorale che portò all’elezione del laburista Harold Wilson a primo ministro nel 1964, Cagnoni segue il conflitto in Vietnam quale unico giornalista occidentale indipendente, insieme all’inglese James Cameron, a essere ammesso nel Paese. Un suo scatto del presidente Ho Chi Minh sarà pubblicato sulla rivista Life. Da quel momento, Cagnoni sarà testimone dei grandi fatti del Novecento, documentando con il suo obiettivo il ritorno di Peron in Argentina, la guerra dello Yom Kippur in Israele, la guerra in Cambogia, i conflitti in Jugoslavia e in Cecenia. Tornato a Pietrasanta, dopo aver realizzato reportage in ogni angolo del globo Cagnoni ha voluto dedicare uno degli ultimi lavori alla sua terra: ne è nata la serie Upside Down memories (Memorie sovvertite) che racconta le trasformazioni dei paesaggi che avevano ospitato la sua giovinezza.

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