22 Giugno 2019 di Vanessa Avatar

Tre uomini seduti, in attesa, a cui si aggiunge un quarto uomo, in piedi, impegnato ad ascoltare le parole dell’uomo seduto al centro. La didascalia che accompagna l’immagine riporta solo l’autore della foto, il luogo e la data di scatto, ma dato il calibro dei personaggi ritratti, non è difficile intuire il tipo di situazione ripresa da John Phillips, soprattutto se si ha una buona conoscenza della storia. Sfogliando le pagine del libro John Phillips. Lifetime (Art&Srl, Udine, 1988) è però possibile scoprire qualcosa in più. Accanto all’immagine si trova infatti la seguente didascalia: «Stalin, Roosevelt e Churchill, seduti sotto il porticato dell’ambasciata sovietica, stavano per posare per una foto ufficiale dello storico incontro di Teheran, quando Mike Reilly, capo della sicurezza alla Casa Bianca, si accostò al presidente americano, e gli sussurrò qualcosa all’orecchio.» Come era facile immaginare dal tipo di inquadratura composta dal fotografo nato in Algeria da padre gallese e madre americana, è attorno alla conversazione riservata tra Roosevelt e Reilly che gravita il senso dell’immagine. Cosa si siano detti rimarrà un segreto, tuttavia, nello stesso libro, Phillips ci regala alcuni utili dettagli di retroscena: «Dal bazaar si stavano diffondendo voci sul fatto che Churchill, Roosevelt e Stalin erano venuti a smembrare il paese […] Tutti noi sapevamo che Churchill e Roosevelt stavano finalmente per incontrarsi con Stalin, per pianificare l’apertura del Secondo Fronte, e gettare le basi della pace mondiale.» Il resto è storia.

John Phillips, Teheran, 1943. © John Phillips. Raccolta della fotografia, Galleria Civica di Modena.

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