L’editoriale di Andrea Rota Nodari sul numero di Digital Camera dedicato al fotogiornalismo e alle sue sfide.

18 Dicembre 2018 di Andrea Rota Nodari Andrea Rota Nodari

Fotogiornalismo: la chiave di interpretazione

Siamo alle soglie degli anni Venti del nostro secolo. Nello stesso decennio del Novecento, subito dopo la Grande Guerra (da poco è stato celebrato il centenario della sue fine), accaddero eventi che portarono il mondo di nuovo giù nel precipizio, come se l’esperienza sanguinosa di pochi anni prima non fosse servita a niente. Anche oggi, sebbene in un contesto differente, tornano echi lontani che speravamo di non dovere mai più sentire. Che fare, quindi, per tenere sveglie le coscienze, per non farsi trovare impreparati nei confronti della realtà? In passato, un ruolo importantissimo in questo senso lo ha avuto il fotogiornalismo. Sono tanti gli esempi di fotografie iconiche che hanno contribuito a smuovere l’opinione pubblica, se non addirittura a cambiare il corso degli eventi, dagli scatti di Robert Capa a quelli di Don McCullin e Nick Ut.

Il mestiere dei fotoreporter è sempre stato duro, difficile, pericoloso, e oggi, in un mondo sempre più complesso, lo è ancor di più: a loro chiediamo non solo di essere testimoni della Storia, ma anche di riuscire a trovare la chiave di interpretazione del presente – operazione che non può che essere “soggettiva” e dunque carica di responsabilità: un delicato equilibrio tra fatti e pensiero, tra l’urgenza di raccontare storie e le conseguenze che quei “racconti per immagini” avranno su chi le foto le guarderà.

Lo speciale approfondimento sul fotogiornalismo è su Digital Camera n. 197

Immagine in evidenza © Davide Monteleone

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