Dal 21 maggio al 12 giugno Lucca ospita la nuova edizione di Photolux, con molteplici approcci autoriali al desiderio.

13 Maggio 2022 di Giada Storelli Giada Storelli

L’edizione 2022 di Photolux, Biennale Internazionale di Fotografia di Lucca, guarda ai molteplici approcci autoriali, alcuni nuovi e contemporanei, altri più classici e tradizionali, che scandagliano il desiderio passionale. L’affetto verso amici e familiari. Il desiderio fisico. Il piacere per ciò che si fa.

Grazie alla fotografia, alla sua grammatica, sono costruiti percorsi narrativi che rivelano diversi livelli di lettura e di interpretazione. La fotografia, anche in questa occasione, coglie le dimensioni dell’amore attraverso un ricco programma di venti esposizioni. L’appuntamento è, dunque, a Lucca dal 21 maggio al 12 giugno 2022.

Photolux: gli organizzatori raccontano

Il centro storico della città toscana si anima di proposte espositive, conferenze e workshop, letture portfolio e incontri con i protagonisti della fotografia internazionale. Grande è l’attesa per le tante occasioni offerte. Abbiamo posto due domande agli organizzatori per cogliere al meglio le distintività di questa edizione.

Quali le novità di quest’anno?

«La novità principale riguarda la direzione artistica che oggi vede l’arrivo di Francesco Colombelli e Rica Cerbarano al fianco di Enrico Stefanelli, direttore e fondatore del Festival, e di Chiara Ruberti che segue il coordinamento dal 2015. Vicini a noi sin dal 2017 nel coordinare la produzione delle mostre e gli allestimenti, ora entrano a far parte della direzione. Questa scelta testimonia la volontà da parte del festival di costruire una visione nuova, fresca e condivisa, in grado di intercettare istanze, tematiche e ricerche attuali».

Photolux
Mother of choice, 1970 © Loulou d’Aki

Auguriamo dunque buon lavoro alla nuova direzione artistica, certi del valore aggiunto che sapranno offrire oggi e in futuro. Ci raccontate il tema di questa edizione e ci presentate due appuntamenti con la fotografia?

«You can call it Love è declinato attraverso un ricco programma di oltre venti mostre ospitate in alcuni dei luoghi più prestigiosi di Lucca e una serie di iniziative collaterali come conferenze, workshop, letture portfolio e incontri con i protagonisti della fotografia internazionale. Ciò consentirà di portare in luce una molteplicità di approcci possibili, alcuni inediti e contemporanei, altri più classici e tradizionali, legati all’amore, che si traducono nel racconto di storie e di incontri unici e diversi tra loro, dove ognuno di noi può ritrovare un po’ di se stesso».

La fotografia è capace di guardare dentro di noi

«Costruendo la proposta espositiva di You can call it Love abbiamo pensato alla fotografia non più come specchio né come finestra – citando la distinzione storica di Szarkowski –. Ma come una macchina a raggi x capace di vedere attraverso di noi e dare voce a sensazioni, desideri, emozioni che neanche sappiamo di avere».

«Desiderando offrire solo qualche accenno riguardo alle proposte espositive, vorremmo richiamare l’attenzione alla mostra collettiva che quest’anno indagherà il tema del ritratto di famiglia. È questo un genere ampiamente esplorato dalla fotografia, sin dalle sue origini. Eppure ancora oggi risulta molto praticato in quanto inteso come una sorta di schema-archetipico su cui intervenire al fine di individuare una forma nuova con cui raccontare le dinamiche familiari».

The Arrival, dalla serie Santa Barbara © Diana Markosian

«Si potranno scoprire le immagini, tra gli altri, di Masahisa Fukase, Diana Markosian, Rinko Kawauchi, Trish Morrissey, Gillian Laub, Sunil Gupta, Loula D’Aki, Annie Hsia Ching Wang. E, per gli italiani, di Moira Ricci, Dario Mitidieri, Alba Zari ed Eleonora Agostini. Inoltre, la mostra vede due collaborazioni inedite. Quella con Home Movies – Archivio nazionale dei film di famiglia (Bologna) che curerà una selezione di “ritratti familiari” dal proprio archivio. E quella con l’Archivio Diaristico Nazionale (Pieve Santo Stefano, Arezzo) che arricchirà la proposta espositiva con una serie di estratti da diari privati scritti dalla fine dell’Ottocento a oggi».

A Photolux la mostra dedicata a Tinto Brass

«Altro punto di forza dell’edizione è sicuramente la retrospettiva Brass Mon Amour, che celebra una delle figure più originali del cinema italiano in una grande produzione inedita nata da un’idea di Fabio Macaluso e a cura di Caterina Varzi (moglie del regista) e di Enrico Stefanelli, Chiara Ruberti, Francesco Colombelli e Rica Cerbarano».

Scena dal film Monella di Tinto Brass, 1998 © Massimo di Venazio

«Per la prima volta le porte dell’Archivio di Tinto Brass si sono aperte e il pubblico di Photolux avrà la possibilità di vedere in anteprima oltre centoventi fotografie e documenti inediti – sceneggiature, bozzetti di scenografie e costumi, Polaroid dei provini, manifesti, lettere provenienti dall’archivio privato di Tinto Brass, che condurranno il visitatore alla scoperta della vicenda artistica e personale del maestro dell’eros».

www.photoluxfestival.it

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