25 Ottobre 2016 di Redazione Redazione
ARMIN LINKE. L’apparenza di ciò che non si vede

© Armin Linke

© Armin Linke


fino al 6 gennaio 2017
Il PAC presenta L’apparenza di ciò che non si vede, una mostra concepita come processo di attivazione attraverso il dialogo dell’archivio fotografico di Armin Linke (Milano, 1966). L’artista ne ha impostato la struttura, invitando vari teorici provenienti da diversi ambiti di ricerca a vagliare un ampio campione della sua opera fotografica. Leggendo le immagini alla luce del proprio quadro teorico, ciascuna/o di loro ha prodotto una selezione, che illustra la sua specifica visione della società contemporanea.
Queste selezioni entrano nella mostra organizzate come una mutevole topologia di dialoghi, trasformandosi in relazione all’architettura modernista del PAC.
La mostra propone più di centosettanta immagini fotografiche accompagnate da testi e audio, selezionate tra le oltre ventimila fotografie che compongono l’archivio di Armin Linke. Da più di vent’anni l’artista viaggia per il mondo con l’intento di fotografare gli effetti della trasformazione globale delle infrastrutture e l’interconnessione della società postindustriale attraverso l’informazione digitale e le tecnologie della comunicazione. La sua opera può essere considerata un giornale di bordo dei profondi cambiamenti economici, ambientali e tecnologici che modellano il nostro mondo basato sui dispositivi.


Fotografo e filmmaker,  da oltre vent’anni Armin Linke documenta la rappresentazione della natura, la storia del design, gli sviluppi tecnologici e i continui mutamenti economici e ambientali che si accompagnano alla globalizzazione, con la capacità di sfumare il confine tra realtà e finzione e creare narrazioni non vincolate ad un contesto predefinito.
Il suo archivio oggi conta oltre 20.000 immagini fotografiche e la sua opera può essere considerata un giornale di bordo dei profondi cambiamenti economici, ambientali e tecnologici che modellano oggi il nostro mondo basato sui dispositivi.
Per Armin Linke l’immagine fotografica non è il semplice esito della cattura di un istante o di un dettaglio, ma un punto di partenza per una serie di conversazioni che analizzano tracce di realtà, dialoghi da costruire in un contesto collaborativo.
Nel 2001, con il progetto Book on Demand, mette a disposizione il suo intero archivio online ai visitatori della Biennale di Architettura di Venezia, che possono comporre e stampare autonomamente un vero e proprio libro cartaceo.
Costantemente alla ricerca di molteplici livelli della stessa narrazione, nel suo lavoro riesce a dar vita ad un approccio collettivo, coinvolgendo altri artisti, designer, architetti, storici e curatori.


“La fotografia stessa è, in un certo senso, una pratica collaborativa. Si tratta sempre di una negoziazione tra soggetto e fotografo. E, spesso, parte della negoziazione è con ‘terze parti’. Lavorare in collaborazione permette di costruire piattaforme di distribuzione autonome e di ricontestualizzare il lavoro” A. Linke


Interessato alle interrelazioni tra mondo urbano e funzionalità architettoniche e spaziali, valide anche per gli esseri umani che interagiscono con questi ambienti, mette spesso in primo piano la questione di come la fotografia viene installata e visualizzata, di quali interrelazioni si sviluppano tra le immagini e quali strategie l’osservatore usa per osservarle e interpretarle relazionandosi con lo spazio circostante.
Nato a Milano nel 1966, oggi vive e lavora a Berlino ma i suoi progetti lo portano ovunque nel mondo. È stato ricercatore associato al MIT nel programma di Visual Art di Cambridge, professore ospite presso l’Università delle Arti e del Design IUAV di Venezia e docente di fotografia all’Università di Arti e Design di Karlsruhe(HfG).
Recentemente ha realizzato mostre al aut di Innsbruck (2016), allo ZKM Karlsruhe (2015), al MAXXI, Roma (2010) e al Museum für Gegenwartskunst Siegen (2009).  Le sue opere sono state esposte a Manifesta 11, Zurigo (2016); ZKM, Karlsruhe (2016); KW Institute for Contemporary Art Berlin (2015); BAK Utrecht (2015); Museum of Yugoslav History, Belgrade + Centre Pompidou Metz (2014); Moscow Biennale of Contemporary Art + Haus der Kunst, Munich (2011); International Architecture Biennale, Rotterdam (2010) + Bienal de São Paulo (2008).
Durante il 2013 e il 2104, insieme a Territorial Agency e Anselm Franke,  realizza Anthropocene Observatory, una serie di video presso l’Haus der Kulturen der Welt a Berlino.
PAC Milano

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