Tra le proposte di MIA Photo Fair la mostra La forma delle relazioni, con protagonisti i grandi fotografi del collezionismo italiano.

11 Aprile 2024 di Benedetta Donato Benedetta Donato

Inaugura oggi al pubblico la 13esima edizione del MIA Photo Fair, l’evento internazionale dedicato al mercato della fotografia, il cui tema designato è Changing.

Durante la preview ho visitato la fiera, rinnovata sotto tanti aspetti: dalla sede ospitante, all’organizzazione condotta da Fiere di Parma, passando per la direzione artistica e il comitato scientifico, ai tanti e diversi contenuti offerti, non solo strettamente legati al mercato. Ne è una testimonianza la mostra La forma delle relazioni, a cura di Rica Cerbarano, che indaga il rapporto tra grandi autori e collezionismo italiano.

Percorriamo la fiera tra i diversi stand, che presentano un’offerta davvero ricca e trasversale. 100 gli espositori presenti, con oltre 70 gallerie provenienti dall’Italia e dall’estero, 4 premi, 8 mostre e progetti speciali, a testimonianza di quello che Ilaria Dazzi – Direttrice e Brand Manager di MIA Photo Fair – ha definito: «Un luogo di incontro e contaminazione, dove si incrociano le raccolte fotografiche provenienti dalle più importanti collezioni private italiane e le istituzioni culturali. Una manifestazione dallo sguardo sempre più internazionale che mira a diventare un laboratorio di pensiero e cultura».

I grandi fotografi del collezionismo italiano

In questo contesto viene presentata La forma delle relazioni, un’esposizione che per la prima volta punta l’attenzione sulle forti connessioni create tra il mondo del collezionismo italiano e la fotografia. Chiedo alla curatrice, Rica Cerbarano, di raccontarci la gestazione del progetto.

«L’idea nasce da un’intuizione di Francesca Malgara – Direttrice artistica del MIA – con la volontà di celebrare il ricco tesoro delle collezioni italiane e di proporre una lettura inedita di questo materiale. Il suo invito a curare la mostra è stato per me uno stimolo ad affrontare un mondo che non conoscevo, qual è quello del collezionismo. Ho cercato di individuare il trait d’union tra i tanti e diversi contenuti scovati in questi veri e propri tesori, tenendo sempre a mente il tema della fiera in cui si sarebbe inserito il progetto».

Patrick Willocq mostra a MIA Photo Fair
© Patrick Willocq. Dalla serie “Songs of the Walés”, 2013/2015. Bosala, Leopard Walé. Edition 1/8. Courtesy Collezione Giorgio Meo e VisionQuesT 4rosso

La curatrice si è soffermata sul senso di Changing che, per Francesca Malgara, vuol dire anche creare una fiera quale «luogo in cui arte e consapevolezza siano attivatori di mercato, ma anche di valori». MIA diviene il contesto per scambi e connessioni trasversali, che non hanno a che fare solo con il valore materiale dell’opera.

«Nel momento in cui mi sono trovata a scegliere il tema – prosegue Rica, mi è sembrato naturale rivolgere la mia attenzione verso ciò che rappresenta uno dei miei interessi specifici intorno alla fotografia, intesa come strumento di relazione e interazione con l’altro». Mentre percorriamo la visita, la curatrice racconta delle risposte in termini di entusiasmo da parte dei diversi collezionisti coinvolti, così come del supporto ricevuto dagli artisti e i galleristi contattati.

Una mostra, più livelli di lettura

L’esposizione, il cui allestimento è curato dallo studio di architettura Lissoni & Partners, è ubicata al centro della fiera, in un percorso circolare, dove le 56 opere dei 54 artisti, prestate dai 26 collezionisti, si articolano attraverso 5 sezioni. A proposito dell’allestimento, ci racconta: «Confrontarmi con lo studio Lissoni & Partners è stato fondamentale e un’esperienza arricchente. Alcune scelte sono state adottate in virtù dello spazio, pensando anche alla fruizione che può consentire una fiera, certamente diversa da quella di un museo o di un festival, ma lasciando la possibilità a ogni spettatore di poter approfondire. Ci tenevo, infatti, che le opere fossero accompagnate non solo dalla tradizionale didascalia, ma anche da un contenuto che le contestualizzasse rispetto al concept elaborato. Ciò è stato reso possibile grazie alla creazione di un QR Code abbinato alle singole fotografie, che rimanda ai commenti richiesti ai vari collezionisti».

Questi ultimi sono stati invitati a rilasciare una testimonianza personale, anche in forma aneddotica, circa il loro rapporto con l’opera o in generale con il collezionismo fotografico. I commenti vanno ad accompagnare le opere sulle quali i collezionisti hanno scelto di soffermarsi, rivelando così anche la loro prospettiva all’interno di questo racconto e consentendone una lettura a vari livelli.

Dalle diverse testimonianze emerge quella che per la curatrice è «una fascinazione viscerale, qualcosa che attrae e a cui non si può resistere. Tant’è che in alcuni casi ho individuato veri e propri pattern all’interno delle collezioni, anche inconsci, rendendomi conto di come ciascuna di esse rappresenti una trasposizione materiale di ciò che le persone hanno dentro e che ricercano nelle opere degli altri artisti. Una sorta di ponte che mette in dialogo il carattere delle persone, quello da cui sono ispirate e il lavoro di determinati artisti. Si tratta di dare forma alla propria interiorità e alla relazione che si instaura, sempre in modalità diverse, tra i due mondi».

Il percorso espositivo

Queste connessioni sono ripercorribili attraverso le 5 aree tematiche in sui si sviluppa la mostra, che definiscono l’impatto e il potere relazionale della fotografia, individuate in: Interazioni e Comunità, Affetti Familiari, Prospettive Co-Autoriali, Approcci Collaborativi, Sguardi tra Artisti.

Nella sezione Interazioni e Comunità troviamo artisti che fotografano all’interno della comunità di cui fanno parte o che hanno un coinvolgimento a lungo termine con quest’ultima, come ad esempio: Nan Goldin dalla Collezione Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Nicola Lo Calzo dalla Collezione Roberto Spada e ancora Lisetta Carmi.

Lisetta Carmi mostra collezionismo italiano
Lisetta Carmi. Dalla Serie I Travestiti © Martini & Ronchetti. Courtesy Archivio Lisetta Carmi. Collezione privata, Santa Margherita Ligure

In Affetti Familiari emergono i legami rappresentati nelle opere di Moira Ricci o in quelle di Ettore Sottsass ed Efrem Raimondi, entrambi dalla Collezione BDC – Bonanni Del Rio Catalog. La sezione Prospettive Co-Autoriali si riferisce al risultato della collaborazione creativa tra duo e collettivi. Qui spiccano i lavori di Bernd e Hilla Becher dalla Collezione Paolo Clerici, Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni.

Proseguiamo con l’area tematica denominata Approcci Collaborativi, che è anche la più ampia, in cui le opere esposte discendono da un’interazione diretta con i soggetti fotografati. Da Patrick Willocq dalla Collezione Giorgio Meo, con un’opera tratta dalla serie Songs of the Walés, passando per un’opera performativa di Maurizio Cattelan, fino alla poetica di Walker Evans.

Infine la sezione Sguardi tra Artisti dove è possibile ammirare le interpretazioni di Ugo Mulas sull’opera di Lucio Fontana o di Luigi Ghirri su Giorgio Morandi.

Il dialogo con i collezionisti

Queste le tematiche che hanno avuto la funzione di traccia da seguire per la selezione, operata dai collezionisti e da Rica, che racconta: «Anche qui c’è stato un dialogo. Alcune opere sono state scelte dai prestatori; per altre mi è stato chiesto di intervenire. Ci sono stati amori a prima vista e ci sono state delle vere e proprie scoperte con autori che non avevo mai contemplato sotto la lente della relazione». Tra questi troviamo: Man Ray, Julia Margaret Cameron e Robert Mapplethorpe dalla Collezione Ettore Molinario, Zanele Muholi dalla Collezione Enzo Nembrini, Maurizio Galimberti dalla Collezione Paolo Ludovici, Jacopo Benassi, Rania Matar e molti altri ancora.

Vi invitiamo a scoprire tutti i protagonisti di questa mostra, in cui risalta, come scrive la curatrice, «il lato profondamente umano del processo dietro il singolo scatto, gettando luce su un modo di intendere il mezzo fotografico come dispositivo capace non solo di documentare, ma anche di generare relazioni ed esperienze da cui derivano prospettive autentiche e significative».

Info

AA. VV.
La forma delle relazioni
a cura di Rica Cerbarano

MIA – Milan Image Art Fair
Allianz Mi.Co.
Via Gattamelata 13 – gate 16

Dall’11 al 14 aprile 2024
dalle 12 alle 20.30

www.miafair.it

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