L’incarico

Una soccorritrice volontaria della Croce Verde di Ospitaletto (BS) pronta per un intervento di 118. I soccorritori che vengono a contatto con i pazienti (tutti potenzialmente infetti) devono usare numerosi dispositivi di protezione: tuta, mascherina adeguata, occhiali o visiera, doppi guanti.
I trasferimenti
Ultima settimana di marzo –la situazione era delle peggiori: i reparti di rianimazione e terapia intensiva lombardi erano allo stremo. Quindi, per dare ossigeno agli ospedali e qualche chance di vita in più ai tanti cittadini in gravi condizioni, alcuni pazienti sono stati trasferiti verso altre regioni italiane meno colpite dal virus. Martina ha seguito le operazioni presso l’eliporto dell’0spedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo. «Mentre l’équipe sanitaria dell’elicottero di AREU, dedicato esclusivamente al trasporto dei pazienti Covid, era all’interno dell’Ospedale a recuperare il paziente, ho avuto il tempo di studiare il “set” per trovare il punto di ripresa migliore. Subito dopo, tutta l’operazione di trasferimento dall’ambulanza all’elicottero è avvenuta in pochi minuti, al massimo una decina! Qui l’esperienza nella fotografia di matrimonio ed eventi – spesso altrettanto frenetica – mi è stata davvero di grande aiuto». Anche la Germania si è resa disponibile per accogliere e curare alcuni pazienti Covid. All’aeroporto di Orio al Serio, un vero ospedale volante attendeva le ambulanze: un Airbus A310 che avrebbe poi portato i pazienti in diversi ospedali tedeschi. Qui, un momento particolarmente toccante è stato lo scambio di saluti e ringraziamenti tra le équipe italiane e tedesche, occasione per dedicarsi anche al ritratto “rubato” con il tele 70-200 mm.»
Negli ospedali
La parte più difficile del progetto, ovviamente, è stata quella all’interno degli ospedali: Ospedale Maggiore di Cremona, San Gerardo di Monza e San Paolo di Milano. «Sono stata accolta principalmente da coordinatori o da altro personale sanitario che mi hanno spiegato com’era strutturato il reparto. Poi ho sempre avuto la fortuna di vedermi concessa piena libertà di muovermi all’interno delle strutture, per cogliere i momenti salienti delle giornate in reparto» Nonostante Martina sia abituata a vedere e assistere pazienti a volte anche in fin di vita, anche per lei (come per il personale sanitario) una delle sfide è stata quelle di affrontare e vincere le emozioni forti suscitate da situazioni nuove e, come tali, uniche. Ne sono risultate immagini forti, di grande impatto emotivo. D’altra parte, il progetto – oltre che documentaristico – vuole avere anche uno scopo sociale: quello di rendere più consapevoli le persone di quello che sta accadendo e che potrà ancora accadere. «Il potere delle immagini spesso è molto più forte di racconti e parole», dice Martina. «Non c’è nulla come vedere con i propri occhi – o attraverso lo sguardo altrui – per comprendere e interiorizzare situazioni a volte lontane dalla nostra realtà quotidiana o dal nostro immaginario. Creare empatia con chi si trova a lottare ogni giorno contro il Covid-19 (per lavoro o per scelta volontaria) è molto importante. Immedesimarsi, comprendere gli stati d’animo altrui, mettersi nei panni di chi è in prima linea può aiutare tutti noi ad avere comportamenti più responsabili affinché ogni singola persona possa fare la propria parte in questa emergenza».
a cura di Andrea Rota Nodari
Martina Santimone
«Da sempre mi piace l’arte, in tutte le sue declinazioni. Una passione che mi ha condotta prima a frequentare il liceo artistico e poi a laurearmi in Storia dell’Arte. Dopo l’Università, la passione per i viaggi e uno stage a New York hanno fatto esplodere in me l’interesse per il mondo della fotografia – che già coltivavo da tempo. Un paio d’anni da giornalista pubblicista e altri due da organizzatrice di eventi culturali mi hanno permesso di ampliare la mia formazione, fino a quando ho deciso di dedicarmi completamente alla fotografia. Particolarmente sensibile al mondo del volontariato, sono diverse le Onlus con cui ho collaborato negli anni, tra cui Unicef e Gariwo, la foresta dei Giusti. Ho, inoltre, la fortuna di poter condividere e fotografare alcuni tra i momenti più felici della vita delle persone: il matrimonio, la gravidanza, la nascita di un figlio».
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