A Palazzo Reale, atto fotografico e gesto pittorico si uniscono nelle opere di Patrizia Mussa che celebrano i teatri come luoghi dell’anima.

7 Dicembre 2023 di Redazione Redazione

In occasione della Prima della Scala, che inaugura oggi la sua stagione con il Don Carlo di Verdi, fino al 4 febbraio 2024 Palazzo Reale a Milano ospita la mostra di Patrizia Mussa Teatralità – Architetture per la meraviglia, a cura di Antonio Calbi. Sessanta immagini, in cui l’artista unisce atto fotografico e gesto pittorico, che restituiscono l’idea stessa di teatro.

Patrizia Mussa, Teatro Bibiena, Mantova
Patrizia Mussa, Teatro Bibiena, Mantova

Teatralità: la mostra a Palazzo Reale

«Uno sguardo a occhi socchiusi, l’innesco di un processo onirico, di smagliatura, di impoverimento, la ricerca di una radice, di un’anima, di un altro significato. Una sorta di radiografia, di istantanea retinica o corticale, impressa su un velo sottile»: queste le parole con cui Patrizia Mussa racconta il suo lavoro.

Le sessanta immagini di grande formato ospitate nelle sale dell’Appartamento dei Principi non vogliono, infatti, essere semplicemente un “catalogo” dei teatri italiani. Dai primi teatri di Vicenza, Sabbioneta e Parma al Teatro alla Scala di Milano. Dal Teatro San Carlo di Napoli al Teatro La Fenice di Venezia. Dal Teatro Regio di Torino al Teatro Argentina di Roma, e ancora il Teatro della Pergola di Firenze e il Teatro Massimo di Palermo.

Piuttosto, l’artista vuole restituire l’idea stessa di teatro. Non semplicemente un edificio, un luogo fisico, un’architettura. Perché, come spiega Antonio Calbi, i teatri sono invece «luoghi dove può affiorare l’intangibile e dunque sono ambiti dell’anima, della visione e dell’ascolto, della realtà replicata in scena, affinché si possa meglio osservarla, e allo stesso tempo sono “spazi liminali” dove è possibile superare il dato reale per provare a sfiorare il mistero che si nasconde dietro le cose».

Per dare vita a questa “visione” Patrizia Mussa non si limita dunque a fotografare. Dopo aver fissato la veduta e realizzato la stampa su carta cotone, interviene infatti con i pastelli colorati a ripercorrere i dettagli e rendendola molto simile a un dipinto o a un arazzo. «Ne risultano figurazioni inedite – aggiunge il curatore – che appartengono alla concretezza dell’esistente e del suo dato storico e allo stesso tempo se ne emancipano, assumendo dimensioni altre, quasi metafisiche. I teatri fotografati e rielaborati da Patrizia Mussa sono quintessenze formali, poesia visiva, esistenzialismo pittorico senza figure umane».

Patrizia Mussa, Teatro Olimpico, Vicenza
Patrizia Mussa, Teatro Olimpico, Vicenza

Dal Teatro di Corte al Teatro alla Scala

Per Palazzo Reale, la mostra di Patrizia Mussa è anche l’occasione per ricordare il Teatro di Corte che si trovava al suo interno. In seguito alla sua distruzione, a causa di un incendio, Maria Teresa d’Austria decise di non ricostruirlo all’interno della residenza reale ma di “donare” un nuovo teatro alla città.

Nacque così, su progetto di Piermarini, il Teatro alla Scala, così chiamato perché costruito sull’area della chiesa di Santa Maria della Scala, inaugurato nel 1778. In mostra, si ammirano quindi la maquette del Teatro di Corte di Palazzo Reale, una grande maquette dell’originario arco scenico del Teatro alla Scala e una maquette dell’intero complesso, grazie al prestito dal Museo del Teatro alla Scala, e rare incisioni d’epoca, in prestito dal Gabinetto delle Stampe del Castello Sforzesco.

Patrizia Mussa

Vive e lavora tra Torino e Parigi. Si laurea in Filosofia e si specializza in Antropologia Culturale alla Sorbonne. Inizia a lavorare come fotografa per reportage sportivi e geografici.

A Milano, negli anni Settanta, lavora in ambito pubblicitario come producer, direttore della fotografia e regista di documentari. Dal 1985 si stabilisce a Torino, lavora come picture editor per Studio Livio e per la Pacific Press Service di Tokyo. Realizza servizi fotografici per importanti riviste di architettura e interior design.

Sono numerosi i progetti a cui ha lavorato. Tra i più recenti: Teatri Photopastel; WarlessTheatres, dedicato ai paesaggi di Afghanistan, Yemen ed Ethiopia; Le Temple du Soleil, uno sguardo particolare sull’architettura dell’utopia dell’architetto filosofo Jean Balladur. Ancora, La Buona Ventura Etranges EtrangersRitratti di italiani a Parigi.

Le sue fotografie sono state esposte e fanno parte di importanti collezioni museali quali la Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino, il Museum of Photography di Mosca, la Maison Européenne de la Photographie di Parigi, il Palais des Beaux Arts di Lille, oltre a essere presenti in prestigiose collezioni pubbliche e private in Europa, negli Stati Uniti e in Estremo Oriente.

Info

La mostra è accompagnata da un volume edito da Silvana Editoriale & Studio Livio, con testi di Antonio Calbi, Gabriel Bauret, Giovanna Calvenzi, Nicola Fano, Simone Percacciolo.

Orari: martedì, mercoledì, venerdì, sabato e domenica, ore 10-19.30. Giovedì, ore 10-22.30. Lunedì chiuso. Ingresso fino a 30 minuti prima della chiusura

Festività: 7 dicembre, ore 10-22.30; 8 dicembre, ore 10-19.30; 24 dicembre, ore 10-14.30; 25 dicembre, ore 14.30-18.30; 26 dicembre, ore 10-19.30; 31 dicembre, ore 10-14.30; 1° gennaio, ore 14.30-19.30; 6 gennaio, ore 10-19.30

Teatralità – Architetture per la meraviglia è promossa da Comune di Milano-Cultura, prodotta da Palazzo Reale e Studio Livio, con il sostegno di Gemmo SpA. È inserita nel programma della “Prima diffusa” promossa dal Comune di Milano insieme a Edison, in collaborazione con il Teatro alla Scala.

Dopo la tappa a Milano, la mostra sarà a Matera, al Museo Nazionale; a Villa Zito, a Palermo, grazie alla Fondazione Sicilia; all’Accademia di San Luca a Roma e a Parigi, per proseguire poi in altre città italiane.

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