Fino al 7 gennaio 2024, il Memoriale della Shoah di Milano ospita la mostra Ucraina di Stefano Rosselli, organizzata da Nobile Agency, trasposizione espositiva del libro, con testi di Massimo Recalcati e prefazione di Nello Scavo, edito da Feltrinelli.
Il percorso espositivo, a cura di Maria Vittoria Baravelli, riunisce 60 immagini a colori che il fotografo ha realizzato nel corso di tre viaggi organizzati in Ucraina da febbraio 2023. Scatti che si concentrano sulle persone che, rimaste nel Paese, provano a ricostruire una quotidianità, una “normalità” al di là degli orrori della guerra.
Stefano Rosselli: la mostra a Milano
Accompagnati dalle musiche di Ferdinando Arnò, quasi frastornati dalle emozioni che investono chiunque varchi l’ingresso del Memoriale della Shoah, procediamo lungo il corridoio parallelo al Binario 21. Qui a colpirci sono innanzitutto le immagini del conflitto, della devastazione, di luoghi violati. Ma Stefano Rosselli ha voluto raccontare soprattutto i volti, le persone, protagonisti dei 45 scatti ospitati sulle pareti della sala espositiva.
Ci racconta il fotografo: «Viaggiando per tre mesi in tutta l’Ucraina ho visto situazioni disastrose, città rase al suolo, ma la popolazione manteneva una profonda dignità. Riuscivano ancora a sorridere perché, mi spiegavano, loro sono abituati alla sofferenza. Mi hanno fatto capire che avrebbero ricostruito le case distrutte, donne e uomini magari di sessant’anni. Credo che per la mia cultura, per il mio carattere, io non avrei mai potuto avere una reazione del genere. Questa cosa è stata talmente incredibile che ho voluto raccontare proprio questo aspetto, mi sono concentrato sul racconto degli esseri umani, di come hanno reagito. È stato un incontro continuo con persone che hanno mantenuto la loro dignità, la loro voglia di vivere».
Una voglia di vivere che si esprime nei piccoli gesti, come quelli ritratti in una delle immagini più care al fotografo: «Passavo vicino al lago di Slov”jans’k, si sentiva in sottofondo il rumore delle mitragliatrici, e c’erano delle famiglie che facevano il bagno. E c’era questa mamma che pettinava il figlio come se dovesse andare a scuola, a un incontro importante… mi sono emozionato».
Perché, come scrive lo psicoanalista Massimo Recalcati nel libro, “La guerra può seminare la morte ma non può uccidere la vita. Il pericolo cresce ma non annichilisce la spinta a uscire, a incontrarsi, a continuare a vivere”.
«Questo è il messaggio che vorrei mandare», conclude il fotografo. «Che nonostante le cose orrende che vengono fatte, spesso dai potenti, da chi governa, la gente continua ad avere una profonda umanità». Una speranza per il futuro.
Info
Memoriale della Shoah
Piazza Edmondo Jacob Safra 1, Milano
Orari: da lunedì a domenica dalle ore 10 alle ore 16. Ultimo ingresso mezz’ora prima della chiusura.