30 Maggio 2016 di Redazione Redazione

pezzo a cura di Edoardo Iannone,

intervista a cura di Alessandro Curti


L’esplosione di Instagram ha rivoluzionato il mondo della fotografia, ampliando il numero di appassionati e rendendo fruibili contenuti e temi ad un pubblico sempre più vasto.
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Il 6 ottobre 2010 è una data che, nel bene o nel male, verrà ricordata per aver rivoluzionato il mondo della diffusione fotografica. Difatti, dal suo lancio ad oggi, Instagram è riuscito ad attrarre oltre 30 milioni di iscritti, diventando il secondo social network per popolarità nel mondo e il primo sito web per numero di foto condivise.
Il suo successo straordinario è fondamentalmente da attribuire alla possibilità che viene data a tutti i possessori di uno smartphone di realizzare scatti che, tramite l’utilizzo di filtri e correzioni istantanee, riescono ad avere effetti simili a quelli che vengono realizzati dai fotografi di professione.
Come spesso avviene con le innovazioni, i professionisti del settore sono divisi nel giudicare l’apporto che tale metodo di diffusione abbia dato al mercato della fotografia; si passa da chi pensa che, permettendo a tutti di lavorare con effetti ottici molto impattanti a livello visivo ma non altrettanto a livello qualitativo, si rischi di banalizzare il lavoro dei professionisti, a chi invece crede che così facendo le persone si avvicinino alla fotografia potendo tentare di emulare le gesta dei propri artisti preferiti.

I "filtri" di Instagram

I “filtri” di Instagram


Potrebbe sembrare banale ma è quanto mai importante sottolineare come molti giovani fotografi abbiano, tramite Instagram, la possibilità di far conoscere i propri lavori ad un pubblico incredibilmente vasto e allo stesso tempo piuttosto ricettivo e interessato. Così come sia utile anche per i professionisti già affermati promuovere le proprie opere a un pubblico molto giovane, dato che Instagram è il social network con l’età media più bassa fra i suoi iscritti, che altrimenti avrebbe difficoltà ad accedere a tali contenuti. Quest’ultimo dato appare di una rilevanza tale da meritare un’analisi che vada al di là del merito dell’applicazione; è proprio nel fascino che Instagram genera nei confronti dei giovani che va trovata la sua più grande dote, ovvero quella di riuscire ad avvicinare un pubblico profano a un mondo elitario e molto complesso. Se anche un solo fruitore dell’app si appassionerà alla fotografia grazie al suo utilizzo, allora sarà una vittoria per l’intero movimento.
È altresì importante sottolineare come il social network acquisito da Facebook nel 2013 mostri delle problematiche che non invogliano di certo molti professionisti a utilizzarlo con continuità. Il primo e più importante punto da sottolineare a riguardo è l’accettazione dei termini di utilizzo dell’applicazione; in sintesi, una volta pubblicate le foto, Instagram non diventa proprietario dell’opera ma si riserva il diritto di poterla utilizzare senza la necessità di alcuna autorizzazione da parte dell’autore.
In secondo luogo bisogna analizzare la qualità del prodotto che l’applicazione ti permette di creare: non avendo bisogno di utilizzare programmi come photoshop per ritoccare le proprie foto, il programma consegna al fruitore un’immediatezza e una semplicità unica nel poter pubblicare ciò che preferisce. Allo stesso tempo ciò fa sì che in alcuni casi questo vada a discapito della qualità del  prodotto offerto, in particolar modo se si decide di scattare direttamente dal proprio smartphone.
Foto tratta dall’account di un utente ©Instagram

Foto tratta dall’account di un utente ©Instagram


Le limitazioni che lo scatto con il cellulare dà all’artista sono talmente grandi che Instagram non potrà mai sostituire a tutti gli effetti la macchina fotografica. Per questo motivo sempre più professionisti pubblicano sul social foto scattate con la propria reflex, e così facendo si riescono a mitigare le problematiche qualitative dell’applicazione arrivando comunque all’obiettivo finale: far conoscere il proprio lavoro a più utenti possibili, avendo contemporaneamente la possibilità di trarre ispirazione da una moltitudine di lavori provenienti da ogni angolo del mondo.


  • Il parere di Settimio Benedusi

A proposito dello stretto rapporto che lega i fotografi contemporanei ai social network, abbiamo incontrato Settimio Benedusi, artista poliedrico e utente attivissimo su Instagram.
Il suo profilo settimiobenedusi, con oltre 25 mila followers, conta migliaia di post che svelano i retroscena del suo lavoro e che ci proiettano all’interno del suo universo iconografico.

Foto tratta dall’account settimiobenedusi ©Settimio Benedusi

Foto tratta dall’account settimiobenedusi ©Settimio Benedusi


Fotografia e social network, un binomio che oggi si è fuso in un unico concetto. Che rapporto ha Instagram con l’espressione fotografica?
Instagram è oggi il social più potente e funzionale per chiunque voglia comunicare attraverso le immagini; senza ombra di dubbio abbiamo di fronte a noi il mezzo imprescindibile per poter restare sempre all’interno della contemporaneità e per mantenere la fotografia viva e in salute, ma si tratta anche di un’utilità pratica e fondamentale per coloro che lavorano professionalmente e anche per chi scatta mosso solo da una passione genuina.
Quanto può essere utile l’utilizzo del social network per i fotoamatori e in generale per il mercato della fotografia?
Se usato adeguatamente e coscienziosamente, Instagram è il social ideale per chi vuole presentare agli occhi del mondo i propri scatti: permette, senza investimenti di denaro o grandi sacrifici economici, di creare una sorta di galleria d’arte virtuale sempre fruibile da tutti gli iscritti.
Investire in un progetto con intelligenza, spirito creativo e una precisa strategia iconografica regala una visibilità estremamente impattante e potente.
Per esempio, se pubblicassi una foto in questo istante, questa potrebbe essere vista nello stesso momento da un utente in Giappone e da un altro in Argentina, che possono interagire liberamente con il mio profilo e visitare la mia galleria completa in pochi minuti.
Utilizzare una metodologia e un’organizzazione ben definite può dare i frutti sperati e in alcuni casi Instagram può essere un trampolino per sbocciare professionalmente.
Foto tratta dall’account settimiobenedusi ©Settimio Benedusi

Foto tratta dall’account settimiobenedusi ©Settimio Benedusi


Con la diffusione inarrestabile delle immagini da parte di amatori e professionisti, c’è il rischio che crolli il livello qualitativo delle fotografie? E qual è la tua opinione riguardo ai filtri per modificare e truccare le immagini?
Di certo il lato positivo di Instagram è che utilizza un linguaggio unicamente iconografico.
Chi vuole comunicare qualcosa lo può fare solo ed esclusivamente attraverso la fotografia, e penso che il numero spropositato di immagini che vengono condivise quotidianamente non crei danno alcuno alla qualità: una buona fotografia è tale perché utilizza un certo codice espressivo e perché è capace di raccontare una storia riassumendo milioni parole in un solo scatto.
La responsabilità qualitativa sta tutta nelle mani dell’utente: un’immagine imbellettata artificialmente e priva di progettualità non ha valore, mentre un lavoro ben costruito e pensato con la giusta prospettiva può avere un seguito molto interessante.

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