Anche se il diaframma più chiuso di un obiettivo produce la massima profondità di campo, devi fare i conti con la “diffrazione”.

9 Aprile 2021 di Redazione Redazione

In questa rubrica ti spieghiamo che cos’è il diaframma e come impostarlo. Controllare il diaframma, infatti, è cruciale per una buona esposizione, ma permette anche di giocare con sfocatura e nitidezza.

Diaframma e diffrazione

Anche se il diaframma più chiuso di un obiettivo produce la massima profondità di campo, purtroppo non significa che dia i risultati più nitidi. Esiste infatti un effetto ottico chiamato “diffrazione”. Questo fenomeno è causato dai raggi di luce che vengono piegati dai bordi del diaframma.

La diffrazione in realtà è presente a qualsiasi apertura. Ma quando l’apertura si fa più piccola la luce interessata è proporzionalmente superiore.

diaframma
A f/16 i dettagli sono ancora molto chiari. Basta uno stop (f/22) per introdurre una generale morbidezza.

Possiamo aumentare la quantità di sharpening applicato in-camera e via software (e alcune fotocamere incorporano funzioni specifiche per correggere la diffrazione). Ma in genere è più conveniente aprire leggermente il diaframma per avere l’immagine di partenza più nitida possibile.

Ricordiamo anche che il tempo di posa diventa più lento man mano che chiudiamo il diaframma. Alle aperture più piccole, il corrispondente tempo potrebbe essere troppo lungo per mantenere la fotocamera perfettamente immobile per tutta l’esposizione. Per non perdere nitidezza dovremmo allora aprire un po’ il diaframma, per riottenere un tempo abbastanza rapido. Oppure usare un treppiede o attivare la stabilizzazione di immagine o alzare il livello ISO.

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