Sai che cos’è la lettura esposimetrica? E come funziona? Ecco tutto quello che devi sapere per migliorare la tua tecnica.

19 Luglio 2021 di Redazione Redazione

Parliamo di lettura esposimetrica. Che cos’è? Come funziona? In questa rubrica rispondiamo a tutti i tuoi dubbi.

Lettura esposimetrica #1

Il sistema esposimetrico della nostra fotocamera misura l’intensità della luce riflessa dalla scena che intendiamo fotografare. E determina le impostazioni più appropriate per registrare quella luce. Questa lettura è detta TTL (“Through The Lens”, attraverso l’obiettivo) a luce riflessa.

Con un esposimetro esterno possiamo leggere invece l’intensità della luce che cade sulla scena e impostare il risultato in modalità di esposizione manuale. Questo secondo tipo di lettura è detto a luce incidente e ha una potenziale maggior precisione. Ma il processo è meno pratico rispetto all’uso dell’esposimetro interno.

lettura esposimetrica

Basta premere il pulsante di scatto per attivare l’esposimetro e veder apparire nel mirino la combinazione di diaframma e tempo di scatto suggerita per un’esposizione “corretta”, sulla base della luce e della sensibilità ISO. Vedremo tra poco i fattori che possono rendere questo suggerimento meno corretto di quanto dovrebbe essere.

I sensori delle moderne fotocamere digitali di norma fanno più che solo registrare l’intensità della luce che entra nell’obiettivo. Possono anche prendere in considerazione i colori della scena o del soggetto e dare priorità all’esposizione delle parti di scena che rilevano a fuoco. Oggi i sensori hanno moltissimi pixel e sono di fatto piccoli sensori a bassa risoluzione. In alcuni modelli di fotocamere di fascia alta, servono anche al sistema autofocus per rilevare e seguire il soggetto attraverso le informazioni sul colore, oltre a permettere il rilevamento dei volti attraverso il mirino.

Diverse modalità di lettura esposimetrica

La fotocamera ha un singolo esposimetro, ma offre una serie di modalità di lettura diverse, tra le quali dobbiamo saperci orientare. Ognuna determina la quantità di scena su cui viene eseguita la lettura ed eventuali correzioni della lettura rilevata. Quando la fotocamera è impostata su una modalità di scatto avanzata, come la priorità di diaframma, abbiamo accesso anche alla scelta della modalità di lettura esposimetrica.

La modalità predefinita è detta pattern, multi-pattern, valutativa o matrix. Con questa impostazione, la fotocamera seziona l’immagine in tante piccole zone ed esegue una lettura individuale di ognuna di queste. Poi mette a confronto tutte le singole letture e propone un’esposizione calibrata per un risultato equilibrato. Di fatto, la fotocamera applica una propria compensazione dell’esposizione che tiene conto di tutte le variazioni di luminosità e della posizione che assume abbia il soggetto.

Spot o pattern?

Le altre modalità di lettura esposimetrica non analizzano la scena nello stesso modo e vanno riservate alle occasioni in cui abbiamo tempo ed esperienza per gestirle al meglio. Prendiamo per esempio la lettura spot. Questa modalità tiene conto solo dell’1,5-3% dell’immagine. È imbattibile per letture precise di piccoli oggetti nella scena, o quando vogliamo evitare che ampie aree di toni chiari o scuri ingannino l’esposimetro. In compenso, ha lo svantaggio di essere studiata per produrre un valore espositivo di tono medio. Se la puntiamo su un soggetto idoneo, come una foglia verde, otteniamo un’esposizione precisa. Se però la puntiamo su qualcosa più chiaro o più scuro di un perfetto tono medio, ci ritroviamo un’immagine sotto o sovraesposta.

Neppure la lettura pattern, naturalmente, può avere sempre ragione. In condizioni di forte contrasto può andare in confusione e, in ogni caso, non può tenere conto di alcun effetto creativo che noi invece vorremmo ottenere. Possiamo allora ricorrere alla compensazione dell’esposizione per affinare il risultato. Scattare in RAW aiuta, ma dovremmo sempre cercare l’esposizione migliore allo scatto.

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