Chi è Claudio Marra

Children Born Blind © August Sander, c.1930
I primi passi nella fotografia
Il primo anno accademico del DAMS fu il 1971-1972, quando dovevo iscrivermi all’università. Tra i corsi, due mie passioni: il cinema e la fotografia. Sono stato uno dei primi damsiani; il clima era vivace, si aveva la sensazione di aprire una nuova frontiera di studi e ricerche. Renato Barilli, che insegnava estetica all’epoca, mi ha trasmesso gli strumenti teorici e l’impostazione. La dimensione teorica, filosofica, estetica ha segnato tutte le mie ricerche, i miei libri e quello che ho scritto negli anni successivi. Non sono un filologo, uno storico in senso stretto.
L’approccio e i punti di riferimento
Il mio approccio alla fotografia è sempre stato di tipo filosofico. Negli anni Settanta, la fotografia era un territorio da esplorare. Eravamo dei pionieri. Sono stato quindi avvantaggiato dalle tante possibilità di ricerca e di studio in campo fotografico. Nelle accademie di Belle Arti dovevo tenere lezioni di carattere storico, teorico e critico, ma, allo stesso tempo, utili alla realizzazione di progetti da parte degli studenti. Le idee per quelle produzioni nascevano dai nostri comuni ragionamenti su artisti e fotografi. August Sander ed Eugène Atget sono gli autori che ho amato e che mi hanno spinto ad applicare gli strumenti filosofici alla fotografia. La mostra di Diane Arbus, presentata a Venezia nel 1979, mi è rimasta nella memoria. È stata la scoperta di un’autrice dirompente. I due libri imprescindibili nella storia della fotografia del Novecento sono August Sander, Ritratti del Ventesimo Secolo e, in anni più recenti Twentysix Gasoline Stations di Ed Ruscha.

Girl in a Swimming Cap © Diane Arbus, 1970
La riflessione sulla selfiemania
Considerazioni finali
Sono “iperpartigiano”. La fotografia non è un altro pianeta. La fotografia è una protesi, sei te stesso, è una parte del tuo corpo, un modo di stare al mondo, di interpretarlo, una forma di mediazione, un medium straordinario che abbiamo a disposizione per vedere, per ricordare, per esplorare, esplorarsi. Come si fa a non considerarla una cosa appassionante. La fotografia è tutto ciò e io ho il vantaggio di averci riflettuto. L’iperfotografia di oggi ne è la prova: è un modo di vivere, un modo di essere.
di Livia Corbò