A Reggio Emilia la mostra “Italia in-attesa. 12 racconti fotografici” riflette sull’impatto antropico e sul “tempo eccezionale” del lockdown.

25 Ottobre 2022 di Redazione Redazione

Fino all’8 gennaio 2023 Palazzo da Mosto a Reggio Emilia ospita Italia in-attesa. 12 racconti fotografici, una mostra corale, a cura di Margherita Guccione e Carlo Birrozzi, che narra di un’Italia sospesa, interdetta, trasformata da un’occasione eccezionale: il primo lockdown dovuto al Covid, tra marzo e maggio 2020.

Dodici racconti fotografici di altrettanti autori – Olivo Barbieri, Antonio Biasiucci, Silvia Camporesi, Mario Cresci, Paola De Pietri, Ilaria Ferretti, Guido Guidi, Andrea Jemolo, Francesco Jodice, Allegra Martin, Walter Niedermayr e George Tatge – che paiono sospesi tra passato e presente e che invitano alla riflessione.

Dodici autori per dodici racconti fotografici

Con l’intento di capire come lo spazio, l’architettura e l’ambiente siano diventati “altro” durante quei mesi eccezionali in cui l’uomo non li abitati, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo ha dunque interpellato questi dodici autori, di generazioni e attitudini diverse, per dar vita a un racconto corale.

Il risultato sono immagini lontane dagli stereotipi che in genere accompagnano la narrazione visiva sul nostro Paese. In cui paesaggi e piazze, orizzonti e spazi pubblici, opere d’arte e oggetti quotidiani vengono trasfigurati dall’assenza di vita umana. Così è per la Camera degli Sposi del Mantegna a Mantova, scelta da Olivo Barbieri, o per i luoghi della cultura milanese, privati del loro pubblico, fotografati da Allegra Martin.

In molti lavori, il silenzio e il senso di vuoto delle città deserte sembrano riflettere lo stato d’animo dell’autore, come negli scatti di George Tatge. Talvolta, come nel caso di Francesco Jodice, gli autori non guardano allo spazio esterno, ma a quello interno, spostando la riflessione su un piano astratto e concettuale.

Attraverso i dodici racconti fotografici, la mostra non vuole semplicemente essere una rappresentazione di quel “tempo eccezionale” vissuto tra marzo e maggio del 2020. Apre, piuttosto, a una riflessione sull’impatto antropico sul paesaggio, sulle relazioni tra cultura e natura, architettura e ambiente in alcuni luoghi italiani.

L’area del Colosseo rimane la stessa con o senza persone che la vivono? Città turistiche come Rimini e Venezia che sensazioni restituiscono quando sono completamente deserte? A quasi due anni di distanza, come possiamo “rileggere” quelle immagini? Dovevamo, si diceva, utilizzare quell’esperienza straordinaria e terribile per imparare qualcosa: è stato così?

Info

La mostra è promossa da Ministero della Cultura, Direzione Generale Creatività Contemporanea, Istituto Centrale per il Catalogo e la Documentazione e Fondazione Palazzo Magnani, in collaborazione con il Comune di Reggio Emilia e Fondazione MAXXI.

www.palazzomagnani.it

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