20 Maggio 2018 di Vanessa Avatar

Storie di Cover Story: fotografare per Rolling Stone

L’Art Director Pier Paolo Pitacco racconta

Scopriamo un personaggio famoso sulla copertina di una rivista e immaginiamo il fotografo al lavoro a tu per tu col mito di turno, un intimo dialogo fatto di atmosfera, complicità, improvvisazione. Le cose, in realtà, stanno in modo un po’ diverso, specialmente se parliamo di testate che danno peso e rilevanza strategica alle immagini, che credono nella fotografia come cifra identitaria e vi investono in termini di energie, soldi, tempo, creatività e professionalità. Dunque, non solo fotografo e soggetto, ma altre figure e altre teste contribuiscono al risultato finale. Per capire meglio il processo e la genesi di una cover, parliamo oggi con Pier Paolo Pitacco, grande art director considerato un guru e un creatore della fisionomia estetica di molte importanti riviste.  

Pier Paolo Pitacco racconta il suo ruolo determinante in una macchina redazionale, partendo da specifiche cover story, tra quelle più recenti; Gli artisti italiani che sono stati fotografati negli ultimi tempi «si sono dimostrati sempre disponibili a mettersi in gioco secondo le nostre proposte. Non partono dal presupposto tipico, per esempio, delle modelle, ovvero “mi paghi e io mi metto a disposizione per il tuo risultato professionale”; se sono artisti, come lo sono i musicisti, non vengono per fare i modelli, ma perché hanno qualcosa da raccontare di sé, di cosa fanno e di come lo fanno. Perciò, generalmente, sono molto disponibili a costruire col nostro team – quindi col fotografo, con la stylist e soprattutto col direttore artistico – un lavoro che porti a creare un’immagine nella quale sicuramente loro si possono riconoscere e che a noi dà la soddisfazione di ottenere il risultato più alto possibile. A monte di tutto questo ci sono delle idee di partenza perché non puoi trattare, per esempio, Cremonini come abbiamo trattato Sfera».

Storie di Cover Story: Cesare Cremonini

«La cover story di dicembre riguardava Cesare Cremonini. Ha richiesto un lavoro di avvicinamento in quanto Cremonini ha scelto di  fare pochissime interviste e foto; l’unica esclusiva in Italia l’ha concessa a noi; oltre alla copertina abbiamo pubblicato ben 10 pagine interne. Cesare è una persona veramente gentile ed è stato a tutto quello che noi volevamo costruire con lui; col fotografo Pierpaolo Ferrari abbiamo creato sostanzialmente una “scatola pop”. L’idea era di realizzare una copertina con la maglia del Bologna, visto che lui è uno sfegatato tifoso; ci tenevamo tutti, lui e noi, a provare una soluzione di questo genere e infatti quella è stata la prima cosa che abbiamo fatto. Poi però, vedendola finita, non ci convinceva fino in fondo; era suggestiva perché c’è lui, con questa maglia, che guarda sognante verso le nuvole come se prendesse l’ispirazione da Dio, però volevamo una cosa ancora più forte. Allora siamo andati su quella realizzata col fondo rosso dove semplicemente abbiamo pulito in postproduzione fino a far diventare l’immagine finale una sorta di poster pop. È stato uno shooting rilassato e devo dire che non ci sono state tensioni; abbiamo realizzato tutto in studio».

Storie di Cover Story: 100 facce della musica italiana

Rolling Stone ha fatto nel 2015, insieme al fotografo Giovanni Gastel, un numero speciale dedicato alle 100 facce della musica italiana. «Le 100 facce della musica italiana è stata un’operazione colossale e ambiziosa; abbiamo affidato a Gastel il compito di fotografare i cento volti più rappresentativi del panorama musicale italiano, che si sono avvicendati davanti al suo obiettivo. Le foto, oltre all’uscita sulla rivista, hanno costituito anche una grande mostra. Per contribuire a dare una coerenza visiva al tutto, Gastel aveva creato un’illuminazione ad hoc costituta da grandi anelli fatti di luci led, un filo conduttore stilistico che attraversa tutto questo lavoro. Se posso, vorrei raccontare un ricordo personale legato a quei giorni riguardo all’idea che proposi a Pino Daniele pensando di realizzare un servizio fotografico a casa sua. A riprova della grande disponibilità di cui abbiamo parlato da parte di molti artisti, mi disse subito di sì. Ma quel successivo incontro, purtroppo, non avvenne mai, perché Pino poco tempo dopo venne a mancare».

Storie di Cover Story: il direttore artistico

«Un direttore artistico deve assolutamente capire due cose: la prima è che devi scegliere il fotografo in funzione del risultato che vuoi ottenere, la seconda che se incarichi un fotografo è per fargli fare quello che è nelle sue corde, nel suo stile; non ha senso che tu vada a scegliere un fotografo di cui hai visionato uno splendido portfolio tutto a colori per poi chiedergli di scattare ritratti in bianco e nero, togliendolo dal suo terreno. Per poter tirare fuori il meglio di lui, del suo potenziale e della sua capacità di interpretazione artistica, lo devi lasciare libero di muoversi come crede. Il discorso centrale, come ho detto, è che si sceglie un fotografo conoscendo il suo lavoro in rapporto alle foto che dobbiamo fare. Questo presuppone di vedere continuamente nuovi autori e nuove proposte; ultimamente. Mentre lo standard qualitativo e gestionale è mediamente alto, il livello di originalità è abbastanza basso».

Cover di Rolling Stone, dicembre 2017 Cesare Cremonini (foto di Pierpaolo Ferrari) Cover di Rolling Stone, gennaio 2018 Sfera Ebbasta (foto di Fabio Leidi)

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