Scopri come funziona il sistema autofocus della tua fotocamera e come ottenere immagini sempre perfettamente nitide.

7 Giugno 2023 di Redazione Redazione

Presente su tutte le macchine fotografiche, l’autofocus (AF) è un automatismo che permette di mettere a fuoco in modo accurato sul soggetto, riducendo così il rischio di ottenere immagini poco nitide. Ma che cos’è e come funziona?

Come funziona l’autofocus

I produttori di fotocamere adottano nomi diversi per i sistemi AF. Ma tutti sono basati su due metodi: a rilevamento di fase o di contrasto. Alcuni modelli offrono anche una combinazione dei due, per un autofocus “ibrido” in modalità Live View.

L’autofocus a rilevamento di fase utilizza i dati della distanza per determinare se l’oggetto corrispondente al punto AF attivo (cioè il punto su cui la fotocamera mette a fuoco) è a fuoco. Le reflex sono dotate di un modulo dedicato per questo tipo di rilevamento. Per questo il sistema è veloce, anche se è soggetto a errori perché si affida all’armonia di funzionamento di obiettivo, modulo AF e punto AF.

Il rilevamento di contrasto non soffre di questi errori perché usa l’immagine catturata dal sensore. Lascia anche più libertà nel posizionamento del punto di fuoco perché non è limitato dai punti AF prefissati.

Rilevamento di fase

autofocus

La luce riflessa verso il modulo AF è separata da una microlente, che proietta una coppia di immagini fuori asse sul sensore AF. La distanza (la “differenza di fase”) tra le due immagini è misurata dalla fotocamera per determinare se l’obiettivo debba mettere a fuoco più lontano (1) o più vicino (2), e di quanto (3), per allineare le due immagini (4). Il rilevamento di fase offre una prestazione più veloce, ma, come il sistema a rilevamento di contrasto, può andare in crisi in condizioni di luce scarsa.

Rilevamento di contrasto

autofocus rilevamento di contrasto

Il contrasto viene misurato sulla base dei dati estratti direttamente dal sensore di immagine. Di conseguenza, il sistema può essere più preciso, perché non si affida al perfetto allineamento di specchio, microlente e sensore AF. Il principio di base è che un’immagine nitida mostra il massimo contrasto (1). Ma, per sapere se ha raggiunto il picco di contrasto, la fotocamera deve spostare il fuoco avanti (2) e indietro (3) sulla scena, rendendo il processo più lento.

L’autofocus e i punti AF

Il punto su cui la fotocamera mette a fuoco (e la precisione con cui lo fa) dipende dai punti AF che vedi nel mirino. Maggiore è il numero di punti AF e più ampia è la loro diffusione sull’inquadratura, più è semplice mettere a fuoco soggetti decentrati. Una fitta griglia di punti AF può migliorare le tue chance di ottenere immagini nitide in campo sportivo o naturalistico. Questo perché un soggetto in movimento ha meno probabilità di finire in un’area scoperta. Inoltre, ti evita di cambiare la posizione della fotocamera per mettere a fuoco prima di ricomporre.

Puoi scegliere di usare un solo punto AF o tutti. Quando tutti i punti sono attivi, la fotocamera sceglie automaticamente quelli che corrispondono all’area che ritiene debba essere a fuoco. In genere, si tratta della porzione più vicina di scena o soggetto o di quella con maggior contrasto. La selezione automatica del punto AF può essere efficace quando fotografi un soggetto ben stagliato contro uno sfondo pulito. Per esempio, un uccello in volo contro il cielo azzurro. Se quell’uccello, però, si trovasse a passare davanti a uno sfondo più ricco di dettaglio, potresti rischiare di mettere a fuoco su di esso.

Selezionare manualmente un punto AF ti assicura un controllo più preciso. Ma ti impone anche di fare molta attenzione a tenere il punto AF attivo sempre sopra il soggetto.

Quanti punti AF?

Il numero di punti AF e la loro precisione dipendono dall’obiettivo in uso. Per la precisione, dipendono dalla sua massima apertura di diaframma. Sul manuale della fotocamera, potresti trovare un valore f/ citato in relazione ai punti AF, con una dicitura come “f/5.6 a croce” o “f/2.8 a doppia croce”. È l’indicazione della massima apertura necessaria per attivare livelli aggiuntivi di precisione di un punto AF. Conta la massima apertura di diaframma dell’obiettivo, non il valore che imposti allo scatto. Un obiettivo f/2.8 attiva i sensori compatibili con f/2.8 anche se viene usato a f/11.

Alcune fotocamere hanno un punto AF centrale che funziona già con un diaframma massimo relativamente chiuso come f/8. È particolarmente utile quando usi un teleobiettivo con un teleconvertitore. In questo caso, infatti, l’effettiva massima apertura dell’insieme risulta ridotta rispetto a quella del solo obiettivo.

Tre modalità AF

In genere hai a disposizione tre modalità AF. Una “singola” per i soggetti statici. Una “continua” per quelli in movimento. E una “automatica” che passa da sé da modalità singola a modalità continua se la fotocamera rileva un movimento.

Con la modalità singola, non puoi scattare finché l’immagine non è a fuoco. Quando la fotocamera aggancia il fuoco, rimane bloccata su quella distanza. Per rimettere a fuoco su un punto diverso devi sollevare il dito dal pulsante di scatto e premerlo di nuovo. Si tratta di una modalità ideale per i ritratti o per la fotografia di paesaggio e still life.

In modalità continua, invece, l’autofocus continua a regolare la distanza di messa a fuoco finché tieni il dito sul pulsante di scatto. È la modalità più sicura quando fotografi soggetti in movimento. Infatti, la messa a fuoco non viene mai bloccata. Dunque, la fotocamera permette di scattare anche nel caso in cui il soggetto non sia ancora perfettamente a fuoco.

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