Il fotografo di matrimonio Danilo Coluccio racconta che cosa significa portare l’essenza delle cose, l’istante, nelle sue fotografie.

1 Marzo 2023 di Giovanni Pelloso Avatar

Il fotografo di matrimonio Danilo Coluccio – un artigiano come si definisce lui stesso – si racconta a Giovanni Pelloso

Che la fotografia mantenga in vita i contenuti del passato non v’è dubbio. La questione si complica quando dobbiamo comprendere quali contenuti e attraverso quale rappresentazione/narrazione.

E qui sta la capacità dell’autore fotografo. Al suo sguardo rivelativo e alle sue abilità nel rendere al meglio questo potenziale evocativo e simbolico. Questo, per ogni momento. Ma soprattutto per quelle tappe della vita che segnano la nostra esistenza. Il matrimonio e la sua giornata sono, senza dubbio, due di queste.

L’intervista a Danilo Coluccio, fotografo di matrimonio, consente di comprendere non solo il suo punto di vista rispetto all’azione fotografica, ma permette una riflessione sulla fotografia in quanto elemento che crea un legame con il tempo.

una fotografia di matrimonio di Daniele Coluccio
Bambini durante la cerimonia, Chiesa Portosalvo, Siderno, settembre 2015. Foto di Danilo Coluccio

L’intervista al fotografo di matrimonio Danilo Coluccio

Una tua immagine è stata premiata nel 2017 al concorso fotografico WPJA. Un giudice, nelle motivazioni, ha scritto che l’immagine è, all’interno del fotogiornalismo di matrimonio, uno scatto emotivo e commovente, un esempio di come poter raccontare un momento in modo intimo e toccante. È questo,secondo te, il valore primo del ritratto ambientato, inteso come quell’espressione di un attimo di vita che diviene memoria famigliare e sociale?

«La foto in questione racconta l’entrata della sposa in chiesa e il bacio sulla fronte che le dà lo sposo. Forse questo momento, nell’ambito della giornata, non è il più importante, ma è un tipo di fotografia che ho inseguito e ricercato negli anni. Le mani e il viso degli sposi sono un tutt’uno a formare un cuore. Per me, questa immagine rappresenta l’amore, quello stato d’essere che unisce e concorda ogni cosa».

«Probabilmente, e rispondo alla domanda, la fotografia ti permette di bloccare quell’attimo, rendendolo un istante indelebile, da tramandare anche a chi non l’ha vissuto. Ovviamente sta al fotografo, al suo sapersi muovere nella scena, alla sua capacità e discrezione, cogliere al meglio ciò che accade attorno a lui».

Quali sono, secondo te, i significati del ritratto all’interno del mondo della fotografia di matrimonio?

«Il mio è anche un approccio creativo e non solo reportagistico. Do molta importanza al ritratto. L’impegno è nel cercare sempre di cogliere l’essenza delle cose, di seguire il filo emozionale degli eventi. Bisogna evitare di essere schematici. Ogni situazione è diversa. L’attenzione alla scena è fondamentale. Forse è questo il segreto per dare originalità a momenti che altrimenti potrebbero apparire statici e schematici».

«Ricordo la mail di una sposa irlandese che venne in Sicilia, a Taormina, e che, complimentandosi per il lavoro, scrisse: “Non so come hai fatto, ma adoriamo le tue fotografie! È come se conoscessi tutti! Sei riuscito a catturare la personalità di ogni invitato al mio matrimonio”. È stato uno dei complimenti più belli».

fotografo di matrimonio
Amore familiare, Ardore, Reggio Calabria, agosto 2015. Foto di Danilo Coluccio

Cosa chiedono le persone che si rivolgono a te nel desiderio di veder testimoniata una giornata così importante della loro vita?

«Nella fotografia cercano naturalezza ed eleganza. Basta veramente poco per trasformare un evento così rilevante in qualcosa di kitsch o di folcloristico».

Un racconto profondo e sincero

All’interno di una pagina del tuo sito si legge: “Quello che amo in fotografia è la spontaneità”. È per questo che hai deciso di portare all’interno della fotografia di matrimonio l’azione della fotografia giornalistica?

«Sì, questo modo di fare mi ha aiutato molto. Non amo le costruzioni e i posati. Parto sempre dal presupposto che ogni matrimonio sia una storia a sé. Per questo, anche se il tempo necessario è sempre poco, tento di conoscere a fondo gli sposi e le persone a loro più care. L’obiettivo è di trasmettere il significato del matrimonio, di questa nuova unione, attraverso una narrazione fotografica che rispetti le persone e i loro sentimenti. Deve risultare un racconto profondo e sincero. Oltre alla ricercata armonia e alla bellezza compositiva, amo quindi restituire la personalità del soggetto. Il suo tono emotivo».

Uno scatto in bianco e nero di Danilo Coluccio
Amore familiare, luglio 2018. Foto di Danilo Coluccio.

Che significato ha oggi l’album? Rimane un oggetto legato semplicemente alla consuetudine, per accontentare amici e parenti, o c’è l’idea di dare memoria a questo tempo di costruzione identitaria?

«I giorni importanti della vita richiedono memoria su un supporto che rimane. C’è la volontà di trattenere qualcosa di valore e di trasmetterlo alle generazioni future. Si scopre, a ben guardare, un intimo desiderio di dare conoscenza della propria gioia vissuta. La stampa fotografica è un oggetto in grado non solo di riportare al presente un evento passato – è la sua potenza evocativa –, ma di dialogare. Anche per questo, per la sua migliore conservazione, scelgo un laboratorio che lavora per la National Gallery e i Musei Vaticani. Oltre all’ottima qualità sono anche garantito in merito alla durata».

Quanto è cambiato il cliente negli ultimi anni?

«Con l’avvento del web e dei social le persone sono più informate. Hanno già visitato vari siti web, forum e hanno un’idea precisa ancora prima di contattarti. Sanno cosa vogliono e sono consapevoli del valore testimoniale dello scatto fotografico. Spesso incontro una clientela appassionata di fotografia che cerca un lavoro autoriale».

una foto a colori del fotografo di matrimonio Danilo Coluccio
La cena, Convento dell’Annunciata, Medole, agosto 2019. Foto di Danilo Coluccio

Immagini a colori o in bianco e nero? O entrambe?

«In questo periodo sto studiando molto il colore. Mi affascina l’uso che ne hanno fatto alcuni pittori come Mark Rothko e William Turner, i registi come Stanley Kubrick e Paolo Sorrentino e i fotografi come William Eggleston e Luigi Ghirri. Il bianco e nero lo utilizzo per accentuare un momento significativo. Per “segnare” un passaggio particolare. Voglio pensare che l’album fotografico sia una scrittura-partitura con i suoi tempi e le sue pause».

L’autore

Il fotografo di matrimonio Danilo Coluccio nasce a Siderno (Reggio Calabria) nel 1976. Impara il mestiere dal padre Mario. È fotografo professionista dal 2001. Sia prima sia dopo gli studi dà vita a un intenso percorso di ricerca tra pittura, scultura e fotografia.

Dal 1998 al 2004 collabora con quotidiani e riviste. Conosce Roberto Masotti e Silvia Lelli e capisce l’importanza del ”momento” in fotografia.

Con oltre cento fotografie premiate, nel 2017 è tra i finalisti (second runner up) del premio ”Photographer of the Year” nelle Associazioni Internazionali WPJA e AG|WPJA. Negli anni ha effettuato servizi fotografici in Italia e all’estero, tra cui il primo matrimonio, celebrato in Sicilia, dell’attrice americana Sara Lindsey. Vive e lavora a Siderno con suo fratello Oreste, continuando l’attività intrapresa dal padre alla fine degli anni Cinquanta.

www.danilocoluccio.com

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