Il 29 maggio appuntamento a MonFest con la redazione de IL FOTOGRAFO per scoprire i lavori vincitori delle letture portfolio.

25 Maggio 2022 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Domenica 29 maggio 2022 alle 17.30, Silvia Taietti, Federica Berzioli e Giovanni Pelloso de IL FOTOGRAFO saranno al Castello di Casale Monferrato (AL) nell’ambito di MonFest 2022.

Sarà l’occasione per conoscere più da vicino la nostra rivista. E per ammirare i video dei tre vincitori delle letture portfolio che si sono svolte lo scorso marzo durante il weekend inaugurale del festival.

A conclusione delle due giornate, infatti, la commissione selezionatrice composta da Federica Berzioli, Roberta Levi, Fulvio Merlak (Presidente di Giuria), Alberto Prina, Sergio Ramazzotti, Susanna Scafuri, Marina Spada e Silvia Taietti ha assegnato i riconoscimenti a Isabella Franceschini (1° Premio), Patricia Bono (Menzione) e Dimitar Harizanov (Menzione).

La Biennale internazionale di fotografia diretta da Mariateresa Cerretelli proseguirà poi fino al 12 giugno (scopri le mostre in programma).

Isabella Franceschini premiata alle letture portfolio di MonFest

La fotografa Isabella Franceschini, che sarà presente all’incontro del 29 maggio, si è aggiudicata il 1° Premio con il lavoro Becoming a citizen.

Questa la motivazione (redatta da Sergio Ramazzotti): ”Becoming a citizen di Isabella Franceschini è la straordinaria documentazione fotografica del percorso di una bambina emiliana arrivata a diventare vicesindaca giovane della propria cittadina, grazie a un programma di educazione civica applicata che prevede la partecipazione attiva degli adolescenti alla vita politica della loro comunità”.

Il progetto fotografico è la testimonianza preziosa di un programma di cui l’Italia – uno dei pochi Paesi al mondo che lo prevede – può andare fiera. Divulgarlo presso l’opinione pubblica non può che avere ricadute positive. E il racconto per immagini dell’autrice lo fa con tutta l’efficacia del caso”.

Becoming a citizen è tuttavia molto più di questo. È anche il racconto – narrato con delicatezza e sensibilità estreme – della vita privata della bambina protagonista. Lontano dagli impegni istituzionali, la vediamo nella sua intimità senza mai percepire la presenza dell’osservatore: la condizione aurea a cui dovrebbe aspirare ogni fotografo che si prefigga di documentare la realtà dei fatti”.

“In un ulteriore aspetto della storia vediamo anche i risultati della funzione pubblica svolta dalla protagonista. Capiamo così che aprire le porte della vita politica ai bambini non è uno sterile esercizio di condiscendenza, ma un grande atto di civiltà che produce benefici concreti per le comunità locali e l’intero Paese. Per la coerenza e la forza stilistica del suo lavoro, per il tempo, le energie e la costanza profuse nel realizzarlo, per alcune immagini autenticamente iconiche, per l’eleganza e la potenza narrativa, la giuria assegna il premio a Isabella Franceschini”.

La maternità secondo Patricio Bono

MonFest
Motherhood di Patricia Bono

La giuria ha poi assegnato una menzione a Motherhood di Patricia Bono (San Paolo, Brasile). Questa la motivazione (redatta da Federica Berzioli): “Il portfolio di Patricia Bono si aggiudica la menzione speciale della giuria per il senso estetico e per la forza comunicativa del suo progetto sulla maternità con un linguaggio artistico e di ricerca. Il suo lavoro si rifà all’antica pratica del ricamo, interventi che danno forma a legami invisibili, alle relazioni familiari spesso dolorose e che aprono spazi feriti”.

“Il progetto nasce dall’esperienza personale e stravolge l’idea romantica del rapporto madre figlia. Si concretizza nella ricerca di vecchie fotografie d’epoca che ritraggono famiglie, bambini e soprattutto donne nelle quali Patricia Bono si immedesima. L’artista buca, taglia, spacca le stampe per poi ricucirle con ricami e ferretti. Interviene manualmente con spilli, graffette e fili per aggiustare e mettere insieme i pezzi”.

In questo processo di cucitura, cura le ferite dando tridimensionalità a un’immagine che vuole scioccare ma ci consente di dare nuovi significati al di là della realtà. La sua azione sulla fotografia è un campo di battaglia. Usa l’arte per mettere in discussione la mitizzazione della maternità e dell’infanzia. Esorcizza i suoi vuoti e indaga il ruolo di madre e al tempo stesso di figlia, proponendoci una riflessione sulla sfera emotiva e psicologica del corpo e della maternità”.

“Il suo è un esercizio artistico personale nel tentativo di dare corporeità alle sue ferite, al suo sentimento, intendendo decostruire il tema dell’amore materno”.

Dimitar Harizanov e i Supereroi

Infine, una menzione speciale è andata anche a Supereroi di Dimitar Harizanov (Sofia, Bulgaria). Ecco la motivazione della giuria (redatta da Susanna Scafuri): “Il lavoro fotografico di Dimitar Harizanov, alias Spiderman, parte da molto in alto. Appeso a più di 100 metri d’altezza, sulla superficie lucida dei grattacieli di Milano, scatta immagini che sovvertono i punti di riferimento visivi. L’orizzonte è segnato dall’asfalto delle strade, il cielo resta dietro le spalle. Nelle inquadrature speculari il reale e il suo riflesso si confondono in un gioco vertiginoso sulle geometrie della città”.

www.comune.casale-monferrato.al.it

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