Facciamo chiarezza sulle ottiche Canon e sui relativi innesti: oggi parliamo dell’attacco EF-M e di quello RF.

15 Marzo 2022 di Elisabetta Agrati Elisabetta Agrati

Se usiamo da poco una EOS, districarsi tra ottiche Canon e attacchi non è sempre facile. Cerchiamo di fare un po’ di chiarezza…

Il sistema EOS M

L’attacco EF-M è stato progettato per il primo corpo macchina mirrorless di Canon, la EOS M del 2012. Come gli EF-S, anche gli obiettivi EF-M proiettano un circolo di immagine commisurato alle dimensioni di un sensore APS-C.

In assenza di specchio, però, la distanza di flangia è molto ridotta. Su una reflex EOS ci sono 44 mm tra il sensore e l’anello dell’attacco, ma su una EOS M sono solo 18 mm. Grazie a questo taglio, la gamma EOS M ha corpi macchina e obiettivi molto più piccoli e leggeri rispetto al resto dei modelli EOS.

Il numero di obiettivi nativi EF-M non è ampio quanto quello degli altri sistemi. Ci sono solo cinque zoom e tre modelli a focale fissa EF-M mount. È però possibile usare l’adattatore EF-EOS M che permette di montare gli obiettivi EF ed EF-S. C’è un solo problema: con obiettivi più grossi, la EOS-M è un po’ sbilanciata in avanti – e il fatto stesso di dover usare modelli di taglia “normale” vanifica un po’ il senso di scegliere una piccola mirrorless APS-C.

Le ottiche RF aprono nuove opportunità 

L’attacco RF è quello su cui Canon al momento concentra tutte le sue capacità di ricerca e sviluppo. E con buoni motivi: la combinazione di ampio diametro (54 mm) e breve distanza di flangia (20 mm) assicura una maggiore libertà di progettazione. Inoltre, l’azienda ha potuto investire su obiettivi che prima non erano semplicemente possibili, come l’RF 28-70 mm F2L USM o l’RF 800 mm F11 IS STM.

L’aggiunta di quattro contatti elettronici permette all’attacco RF lo scambio tra fotocamera e obiettivo di un volume più ampio di dati a velocità superiori. È uno dei motivi per cui adesso possiamo usufruire di un miglior sistema autofocus, del tracking degli occhi degli animali o di una stabilizzazione fino a 8 stop su EOS R5 ed EOS R6.

Un altro vantaggio della trasmissione più veloce è la possibilità di archiviare i dati di correzione ottica DLO (Digital Lens Optimizer) direttamente negli obiettivi RF, affinché vengano trasferiti al corpo macchina quando l’obiettivo viene collegato. Così non dobbiamo più trafficare per scaricarli e ricaricarli nella fotocamera. I dati di correzione ottica possono anche essere applicati in modalità di scatto continuo, senza riduzioni di velocità o numero di inquadrature. 

Al momento, la gamma RF è lontana dall’essere completa, o equilibrata. Per esempio, c’è un solo obiettivo più grandangolare di 24 mm, ma una scelta di tre 85 mm fissi! Grazie agli adattatori, però, possiamo riempire ogni “buco” con modelli EF ed EF-S.

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Non siamo costretti a passare di corsa alla gamma RF. Questo scatto è stato realizzato con un EF 24-70 mm montato su EOS RP via adattatore EF-EOS R.

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