Scopriamo che rapporto c’è fra profondità di campo e diffrazione e che cosa sono i cosiddetti “circoli di confusione”.

26 Maggio 2022 di Redazione Redazione

Dopo aver visto quali fattori influenzano la profondità di campo, affrontiamo alcune problematiche.

La scienza dei circoli di confusione

Ecco cosa succede davvero quando certe parti della scena non sono nitide…

Diritti al punto

Con qualsiasi fotocamera, uno specifico punto di un soggetto è visto dal sensore come un punto solo se l’obiettivo è a fuoco sulla distanza corretta. In caso contrario, il punto viene registrato come un circoletto diffuso, non un vero e proprio “punto”, e l’immagine appare meno nitida. Il circoletto è detto “circolo di confusione” e il fenomeno è presente in qualsiasi immagine scattiamo.

Vari gradi di confusione

Le aree dell’immagine possono variare da leggermente morbide (con un circolo di confusione piccolo) a del tutto fuori fuoco (un circolo di confusione largo). Questi gradi di nitidezza definiscono quanta parte dell’immagine viene percepita come accettabilmente nitida. Più la profondità di campo è estesa, più è delicata la transizione tra le aree nitide e quelle morbide.

profondità di campo

Fuori dalla profondità

Nell’esempio, alcuni soggetti, per quanto esterni alla profondità di campo e quindi morbidi, sono comunque riconoscibili. Più un soggetto è distante dal punto di fuoco e più i circoli di confusione diventano grandi. Finché sono abbastanza piccoli, però, sono indistinguibili da un punto nitido. È questo a creare quell’area di nitidezza “accettabile”!

Profondità di campo e diffrazione

La diffrazione si manifesta a numeri f/ alti e fa apparire le immagini meno nitide. In poche parole, è causata dai raggi di luce che vengono “piegati” dall’interazione con i bordi del diaframma prima di raggiungere il sensore.

A diaframmi molto chiusi, come f/22, le “onde” luminose sono diffuse dai bordi del diaframma stesso e, anziché coprire un singolo pixel, ne colpiscono diversi e rendono più morbida l’immagine. Così, anche se diaframmi come f/22 estendono la profondità di campo, il risultato diventa globalmente meno nitido.

Verifichiamo

Alcune soluzioni pratiche per valutare la fascia di nitidezza, prima o dopo lo scatto.

1 – Mirino ottico

Quando guardiamo nel mirino, il diaframma è aperto al massimo, quindi la profondità di campo è al minimo: non vediamo il vero aspetto che avrà l’immagine finale.

2 – Live View

Per valutare la profondità di campo, è meglio il Live View: usiamo la lente di ingrandimento per zoomare nell’immagine e valutare la nitidezza prima dello scatto.

3 – Focus peaking

profondità di campo

La funzione di focus peaking mostra la profondità di campo prima dello scatto: possiamo cambiare il colore della grafica per migliorare il contrasto con il soggetto.

4 – Revisione

In alternativa, possiamo controllare le immagini dopo lo scatto. Usiamo il pulsante di zoom per vedere cosa è nitido e quanto si estende la profondità di campo.

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