Ecco come ridurre il rumore in post-produzione lavorando sui file RAW oppure sfruttando tecniche alternative.

13 Gennaio 2022 di Redazione Redazione

Quando alziamo gli ISO oltre una certa soglia, inevitabilmente comincia ad apparire il rumore. Ecco come combatterlo!

Ridurre il rumore in post-produzione

Scattando in RAW possiamo rimandare il passaggio della riduzione del rumore alla fase di elaborazione via software, per esempio Adobe Camera Raw o Lightroom. A differenza che in un file JPEG, infatti, in un RAW il livello di riduzione del rumore non è “incorporato”. Possiamo provare metodi diversi di noise reduction senza intaccare l’immagine originale, in maniera “non distruttiva”.

Il formato RAW ci assicura un controllo più preciso sull’intero processo e, in più, in futuro potremo sfruttare qualsiasi aggiornamento del software che migliori le funzioni di riduzione del rumore

La possibilità di ingrandire l’immagine su uno schermo di dimensioni decorose rende molto più facile la ricerca del giusto equilibrio tra soppressione del rumore e mantenimento di colore e nitidezza. Come regola, visualizziamo l’immagine almeno al 100% (e spesso è meglio anche di più). Quindi, portiamo il cursore della riduzione a impostazioni estreme e gradualmente torniamo indietro fino a trovare l’intensità ideale. Ricordiamo poi di fare lo stesso quando aumentiamo la nitidezza, operazione che può esacerbare il rumore.

Tecniche alternative

Oltre ai metodi standard, ci sono anche tecniche alternative per ridurre l’impatto del disturbo. Per cominciare, possiamo provare a convertire lo scatto in bianco e nero. Il rumore di crominanza è il più sgradevole: logicamente, eliminare il colore può mascherarne l’evidenza. Resta un rumore monocromatico, che, anche se non riesce a somigliare del tutto alla grana delle pellicole, in alcune immagini può essere molto fotogenico. 

Un’altra opzione è ridurre le dimensioni dell’immagine e portarla a una risoluzione più bassa. Per esempio, se abbiamo ottenuto un file largo 50 cm, ridurlo via software a 30 cm può rendere meno visibile il rumore. Può anche rendere meno leggibili i dettagli, perché anche loro vengono ridimensionati, ma il rumore ridotto e il percepito aumento di nitidezza possono compensare la perdita.

Impostiamo gli avvisi nel mirino

Alcune fotocamere EOS mostrano nel mirino avvisi che ci ricordano quando è attiva una funzione che può influenzare gli scatti successivi. Per esempio, la EOS 250D visualizza un’icona “!” se è impostata la lettura esposimetrica spot. Mentre la EOS 5D Mark IV ci può avvertire se è selezionata la modalità HDR.

rumore

Entrambe possono mostrare un’allerta anche quando è attiva la Riduzione disturbi scatti multipli. Così non rischiamo di continuare a produrre quattro esposizioni ogni volta che scattiamo (o, se non altro, riusciamo a capire cosa sta succedendo quando lo facciamo!). È possibile scegliere diverse funzioni per cui avere un avviso nel mirino: le troviamo nel menu delle funzioni personalizzate della fotocamera

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