Le tecniche e i consigli di un professionista per fotografare il mare e ottenere immagini di forte impatto.

27 Marzo 2023 di Redazione Redazione

Fotografare il mare: scopri tecniche e trucchi e ottieni immagini di forte impatto grazie ai consigli di Tom Mackie, esperto fotografo paesaggistico.

Leggere la scena per fotografare il mare

La bellezza dei paesaggi marini è che cambiano di continuo, a seconda di maree, direzione del vento e clima. Ogni giorno porta con sé una nuova palette su cui lavorare.

Maree

Conoscerne il livello in alcuni casi è vitale: scarica un’app o controlla una mappa specialistica online prima di partire. Non è bello arrivare in spiaggia con l’idea di catturare il riflesso del tramonto sul bagnasciuga e trovarlo sommerso! Alcune grotte costiere sono accessibili solo con la bassa marea: prima di fotografare al mare verifica bene le condizioni per non correre rischi. Se sei su una costa rocciosa, è preferibile lavorare con la bassa marea, in modo che l’acqua non ti “insegua”: è essenziale anche sapere se la marea sta salendo o ritirandosi.

Esporre per l’acqua

Anche se il diaframma è il parametro più importante in fotografia paesaggistica, con l’acqua o altri soggetti in movimento è il tempo di posa a rivelarsi fondamentale. Un tempo rapido può illustrare la potenza delle onde che si frangono sugli scogli, mentre uno lento può trasformare un flusso gentile in un nastro di seta, con una meravigliosa atmosfera di pace.

Per ottenere questo secondo risultato, hai bisogno di un filtro a densità neutra: ti permetterà di esporre per diversi minuti anche in normale luce diurna (ovviamente, con la fotocamera immobile su treppiede).

Riflessi

I riflessi, sull’acqua come sulla sabbia bagnata, danno il loro meglio all’alba o al tramonto, quando la luce è più spettacolare. Sul mare, non sempre è facile catturare i riflessi nelle pozze create dalla marea che si ritira, a meno di non abbassare la fotocamera fin quasi al pelo dell’acqua. Più riesci ad arrivare in basso e più ti conviene chiudere il diaframma, per mantenere il riflesso il più nitido possibile. Se vuoi un riflesso impeccabile, ricorri alla tecnica del focus stacking. Usa un polarizzatore per tagliare il riflesso della superficie dell’acqua: non rimuoverà il riflesso, ma solo il riverbero.

Fotografare al mare: sfrutta le linee di entrata

Se torniamo all’analogia con la narrazione, le linee di entrata servono a guidare l’osservatore nel racconto: vogliamo dunque che rimangano interne all’immagine e non portino lo sguardo fuori dall’inquadratura. Le linee costiere o le onde che si rompono sulla spiaggia sono soluzioni facili, ma è importante il punto in cui decidi di farle entrare in scena: una linea diagonale che si incurva da un angolo in basso risulta più dinamica di una che entra piatta da un lato.

L’effetto delle nuvole

Le nuvole hanno un ruolo importantissimo nei paesaggi, in particolare in quelli marini. Un cielo interessante è il tocco finale di un’ottima immagine, uno vuoto può spegnere anche la composizione migliore. Con nuvole in movimento, monta un filtro ND ed esponi per diversi minuti, per creare un cielo esplosivo. Se il sole è a 90° dal soggetto, il polarizzatore può dare ancora più enfasi. Entra nell’ordine di idee di dover aspettare che le nuvole scivolino al posto giusto.

Affronta gli elementi

L’aria sul mare è piena di sale. Fai attenzione alla direzione del vento, perché basta una folata per oscurare la lente frontale dell’obiettivo – o il filtro montato sull’elemento frontale – con un sottile strato salino che può rendere sgradevolmente morbida l’immagine (è terribile se non te ne accorgi in tempo!).

Se succede, usa panni pre-umidificati per lavare via il sale e passa con la massima delicatezza un panno asciutto di microfibra o camoscio per completare la pulizia. Cerca però di ridurre il numero di volte in cui dovrai fermarti per pulire l’obiettivo: basta un po’ di attenzione.

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