Ecco tutto quello che devi sapere su come usare il treppiede per ottenere scatti mozzafiato del cielo stellato o immagini HDR.

18 Aprile 2023 di Redazione Redazione

Ci sono situazioni in cui l’uso del treppiede è fondamentale. Non solo per ottenere immagini nitide, ma per portare ai massimi livelli la tua creatività. Dopo aver visto come usare il treppiede per creare un panorama o realizzare una lunga esposizione, il fotografo Steve Davey illustra altre due occasioni…

Come usare il treppiede per l’HDR

Le immagini in High Dynamic Range (alta gamma dinamica) hanno nel tempo acquisito una brutta reputazione, dovuta in prevalenza agli effetti artificiali e irrealistici che erano di moda qualche anno fa. Invece, gli HDR possono essere davvero utili con i soggetti a più alto contrasto, in cui la gamma di luminosità è semplicemente troppo estesa per essere catturata con una singola esposizione. 

Puoi catturare le diverse esposizioni necessarie in manuale o con il bracketing automatico dell’esposizione, con cui è possibile scattare una sequenza di diverse esposizioni. Oggi è possibile scattare a mano libera e allineare le inquadrature in Photoshop, ma il risultato è di gran lunga più preciso se usi il treppiede, soprattutto quando decidi di impostare le esposizioni manualmente.

Scopri tutto quello che c’è da sapere sull’HDR

Per l’elaborazione HDR esistono software specialistici di ogni genere, ma Adobe Lightroom è più che sufficiente per un ottimo lavoro e produce un’immagine finale in DNG, che puoi poi elaborare come un qualsiasi altro file RAW. Inoltre, Lightroom ha il pregio della semplicità: basta selezionare le immagini e andare su Foto> Unione foto> HDR. Se selezioni Impostazioni automatiche, Lightroom applica da solo le prime correzioni all’immagine, su cui avrai poi la possibilità di intervenire dopo la conversione del file a DNG, nel modulo Sviluppo.

Il treppiede e l’astrofotografia

L’avanzamento tecnologico delle prestazioni ISO e del tracking stellare ha reso la fotografia astronomica più popolare che mai e non è difficile capire perché!

Possiamo definire due stili diversi in astrofotografia. In uno catturiamo il movimento delle stelle in forma di lunghe scie luminose, nell’altro (quello che si usa per la Via Lattea, per esempio) lasciamo che appaiano stazionarie nell’inquadratura. Mantenere le stelle nella stessa posizione durante una lunga esposizione è possibile grazie a software e app come Starry Landscape Stacker, oppure ai dispositivi di tracciamento detti “astroinseguitori” (o star tracker), che spostano la fotocamera per compensare la rotazione terrestre.

L’astrofotografia è semplicemente impossibile senza treppiede – è un altro motivo per averne sempre uno a portata di mano in qualsiasi viaggio. «Non parto mai senza attrezzatura astronomica», dice Steve Davey. «In pratica, ho sempre con me il treppiede e un cavo di scatto remoto con funzione di blocco. In alcuni casi, porto anche uno star tracker Move Shoot Move per fotografare la Via Lattea».

Le scie stellari

Catturare le scie delle stelle è più semplice che riprendere la Via Lattea. Basta montare la fotocamera sul treppiede e scattare a ripetizione esposizioni da 30 secondi ognuna, usando un cavo di scatto manuale. Per farlo, metti a fuoco manualmente, disattiva la riduzione del rumore sulle lunghe esposizioni e imposta lo scatto continuo ad alta velocità. La fotocamera continuerà a scattare un’esposizione da 30 secondi dopo l’altra finché non la fermerai – o finché non esaurirà la batteria!

Rispetto a una singola lunghissima esposizione, questo metodo ha un vantaggio cruciale: se, per qualsiasi motivo, qualcosa va storto, magari dopo una mezz’ora, hai comunque tutta la marea di scatti precedenti con cui lavorare. «A me è capitato che qualcuno passasse con una torcia davanti alla fotocamera», racconta Steve. «Un’esposizione singola sarebbe stata rovinata, mentre così è bastato omettere un paio di inquadrature. Mi è rimasto un piccolo “buco” nella scia, ma l’immagine è utilizzabile». 

Elabora poi tutte le immagini con le stesse impostazioni in Lightroom e infine caricale in un software come StarStax, per assemblare il risultato finale. StarStax è in grado anche di rilevare e ritoccare automaticamente piccoli vuoti nelle scie.

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