6 Ottobre 2021 di Redazione Redazione

Simona Guerra, curatrice dello spazio Piktart per la fotografia a Senigallia, è alla ricerca di nuove narrazioni sul presente. Per questo ha lanciato l’iniziativa Lo stato italiano: chiamata alle armi visuali e testuali. Non un concorso, ma una vera e propria presa di coscienza sullo stato della fotografia.

La chiamata

Scrive la curatrice: “L’inizio di questo capitolo della Storia di cui è protagonista un nuovo e inedito scenario mondiale è coinciso con l’apertura di questo decennio: gli anni ’20. All’inizio, anche a causa di difficoltà oggettive quali il lockdown, la fotografia ha potuto raccontarci solo una parte di ciò che stava sconvolgendo il mondo. Lo ha fatto solo attraverso quelle poche tipologie di immagini che riuscivano a circolare”.

“A distanza di un anno e mezzo, molte cose sono cambiate, ma che ne è, oggi, della narrazione dei fatti? È tornata a essere ricca come prima dell’inizio della pandemia o ci sarebbe bisogno di materiale aggiuntivo perché si possa dire di avere una narrazione dell’oggi più completa?”

Sembra che il presente non sia più così semplice da trasmettere con le immagini. Anche perché un terremoto si può fotografare; gli effetti di una bomba con i suoi morti e feriti si può raccontare. Ma gran parte dei problemi di oggi restano inaccessibili agli occhi e all’apparecchio fotografico, a cui sembra sia stata lanciata una nuova sfida”.

“Come si fa infatti a fotografare le molte incertezze del presente, i nuovi rapporti interpersonali modificati da un eventuale contagio o dalla paura di esso? E ancora: l’adolescenza e la vecchiaia oggi; le battaglie di chi rende pubbliche le proprie idee sulla cura; le divisioni e gli attriti – quando non vere e proprie guerre – tra chi ha opinioni divergenti e le conseguenti varie forme di reciproca esclusione; i divieti sentiti come giusti o sbagliati; i provvedimenti politici o sanitari e tutto il resto?”

Nuove narrazioni sul presente

È per rispondere a questa domanda che Simona Guerra lancia la sua chiamata alle armi.

“Come curatrice dello spazio Piktart per la fotografia, a Senigallia, nelle Marche, mi metto al servizio del sociale, nella maniera che mi compete: dare valore alla fotografia. Fino al 1 dicembre, accoglierò e visionerò lavori fotografici (corredati da scritti) realizzati sulla base dei quesiti appena espressi”.

Gli autori che meglio sapranno spingersi oltre i confini della narrazione già disponibile (per temi e punti di vista) verranno esposti all’interno dello Spazio in una mostra della durata di 10 giorni, nell’inverno 2021. Verrà valutata la messa a punto di un catalogo della mostra, edito dalla Piktart, con un testo critico a corredo e presentazione”.

“In questo momento storico particolarmente complesso e problematico, la mia richiesta è una vera e propria chiamata alle armi, visive e testuali, da sempre potenti strumenti di espressione e utensili preziosi del concetto artistico di attivismo”.

“Le attività di curatela di questa mostra vengono offerte a titolo gratuito e rappresentano il mio sostegno a quella parte di società che si è accorta di quanto minaccioso sia questo momento storico e sente l’urgenza di comunicarlo”.

Informazioni e regolamento: www.pikta.it/piktart

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