Anche nella fotografia di reportage, il bianco e nero è spesso funzionale al racconto

22 Gennaio 2020 di Vanessa Avatar

Street photography

Anche nella fotografia di reportage, il bianco e nero è spesso funzionale al racconto, dato che aiuta a ridurre l’effetto di quegli elementi “distraenti” che potrebbero altrimenti indebolire il soggetto principale. Per esempio, una brillante insegna rossa sullo sfondo potrebbe facilmente costituire un elemento di disturbo in una fotografia a colori, mentre in una fotografia in bianco e nero apparirebbe grigio scuro e si perderebbe tra altri elementi. La sola conversione in bianco e nero può quindi bastare a garantirci immagini più semplici e dirette. I migliori risultati si ottengono, però, con un approccio mirato.

Street photography: a caccia di ombre

Le ombre create dai passanti, dagli edifici e dagli arredi urbani sono ottimi soggetti per il bianco e nero. Dato che le ombre si allungano nelle prime e nelle ultime ore della giornata, sono proprio queste quelle migliori per uscire in cerca di buone foto. Quando fotografiamo le ombre, abbiamo sempre due possibili soluzioni di scatto: includere gli elementi che hanno generato quelle ombre, per creare un contesto, oppure concentrarci solo su di esse, per un risultato più astratto ed enigmatico. È consigliabile sottoesporre l’immagine, da mezzo a uno stop, per fare in modo che la parte scura risulti molto marcata.

Street photography: il controluce

Un’altra buona ragione per scattare a ridosso dell’alba o del tramonto, quando il cielo è basso, è la possibilità di sfruttare il controluce. Questa tecnica è perfetta per creare forti contrasti, spesso accompagnati da ombre interessanti. Scattando in controluce, è normalmente impossibile preservare dettaglio sia nelle zone delle alte luci sia nelle zone delle basse luci, pertanto dovremo decidere quale delle due privilegiare (esponendo di conseguenza). Se vogliamo preservare le alte luci, dovremo sottoesporre, il che creerà delle silhouette; per un buon risultato a questo scopo, dobbiamo cercare soggetti che si prestino all’effetto e studiare la giusta inquadratura. Per esempio, se fotografiamo una persona, scegliamo un’inquadratura di profilo. Nove volte su dieci faremo centro. L’approccio opposto è quello di bruciare le alte luci, mantenendo però dettaglio all’interno delle ombre, il che richiede una sovraesposizione. Questo tipo di scatto enfatizza la luce che inonda la scena, per un effetto quasi etereo.

Immagine in evidenza Fabio di Stefano

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