4 Giugno 2020 di Redazione Redazione
Joe ci racconta la sua esplorazione del nord dell’Alaska per mettere alla prova il kit video della Z 6 con un nuovo documentario sul riscaldamento globale.

La prima volta

Nel 2001 ho fatto visita per la prima volta a George Divoky su Cooper Island, un’isoletta deserta al largo della punta settentrionale dell’Alaska: è stato un viaggio massacrante in un mondo gelido, fatto solo di ghiaccio e neve. Era giugno e il mare di Beaufort era ancora gelato, ma prossimo allo scioglimento estivo. Un trasferimento via gatto delle nevi era troppo rischioso: ho dovuto legare l’attrezzatura ai pattini di un minuscolo elicottero a due posti e farmi portare da un pilota irascibile e zuccone fino a questo avamposto alla fine del mondo, per scattare una copertina per il New York Times. Già allora, quando ho ritratto George in piedi su un’infinita distesa di ghiaccio, lo scioglimento era iniziato.

Diciotto anni dopo… molto è cambiato

Mi ci sono voluti diciotto anni per tornare, ma alla fine ci sono riuscito, grazie al supporto di Nikon, con una troupe di cinque documentaristi. George e io siamo rimasti in contatto e mi ha sempre aggiornato sui suoi annuali ritorni a Cooper Island. Zoologo specializzato negli uccelli marini artici, George ha iniziato quarantacinque anni fa l’osservazione di una colonia di urie nere che nidificano sull’isola. Nel tempo, i suoi studi sono diventati uno dei documenti più affidabili e precisi del riscaldamento globale. George è forse il più grande depositario di esperienze personali sulla realtà del surriscaldamento del pianeta. Come dice lui: «Non volevo fare uno studio sul cambiamento climatico. È stato il cambiamento climatico a trovare me». Il principale obiettivo della mia seconda visita era fotografare di nuovo George nell’esatto punto in cui lo avevo ritratto per la copertina del New York Times. Solo che adesso, diciotto anni dopo, George è in mare. L’isola non è più presa nella morsa di neve e ghiaccio. È una striscia di sabbia monocroma, lunga e stretta, assediata da un mare turbolento. Il ghiaccio è un lontano ricordo e ora si trova a 200-250 chilometri di distanza dalle sue coste. Orsi polari disperati visitano regolarmente l’isola nel vano tentativo di trovare sostentamento, poiché i loro tradizionali territori di caccia sono stati cancellati da temperature sempre più alte. Anche le urie soffrono: si accoppiano sempre prima e con sempre meno successo. L’estinzione bussa alle loro porte.

Murie. Cooper Island © Joe McNally

Murie. Cooper Island © Joe McNally

E George continua a documentare. Per comprendere l’importanza del suo lavoro, basta dare un’occhiata al sito dell’associazione Friends of Cooper Island. Noi abbiamo girato un documentario video con il kit video della Z 6 e diversi obiettivi con attacco S. Il video e i filmati del dietro le quinte sono disponibili su Nikon Learn and Explore.

Joe McNally

Joe è pluripremiato fotografo americano che ha lavorato per National Geographic, Life Magazine, Sports Illustrated, Time e altre prestigiose riviste. È noto per la maestria della sua “flash photography”. Ambassador di Nikon, amaribadire che non basta avere in borsa la più potente delle fotocamere per appropriarsi del titolo di “fotografo”: occorre studiare, scattare senza fermarsi mai, essere umili e mettersi continuamente in discussione.

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